sabato 5 novembre 2016
Il Senato approva il ddl. Il ministro Poletti (nella foto): un provvedimento innovativo che completa il percorso del Jobs act. Sacconi: legge in dimensione 4.0. Corso (Politecnico): un passo avanti.
Il lavoro autonomo diventa più agile
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Con 173 sì e 53 astenuti il Senato ha dato il primo via libera al disegno di legge sul lavoro autonomo collegato alla manovra. L'assemblea di Palazzo Madama ha approvato tutti e 22 gli articoli del ddl, confermando quasi integralmente il testo licenziato dalla commissione Lavoro (relatore Maurizio Sacconi, Ap). Ora il provvedimento passa all'esame della Camera. Tra le principali novità introdotte dal provvedimento - che definisce per la prima volta in Italia l'istituto del lavoro agile- ci sono maggiori tutele nelle transazioni commerciali e contro i ritardi nei pagamenti, l'aumento delle spese deducibili e l'assegno di maternità senza astensione obbligatoria.

Vengono rafforzate le deduzioni delle spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale. In particolare, diventano interamente deducibili entro un tetto annuo di 100 mila euro i costi per master, corsi e convegni (escluse le spese per vitto e alloggio) ed entro 5mila euro annui le spese per servizi personalizzati di politica attiva organizzati dai centri per l'impiego. Deducibili, infine, anche i costi per l'assicurazione contro il mancato pagamento delle prestazioni effettuate.


Tra le novità previste dal ddl anche la possibilità per i liberi professionisti di aggregarsi in "reti, consorzi o forme associate", anche temporanee, per accedere ai bandi di gara (e concorrere così, con meno vincoli, all'assegnazione di incarichi e appalti privati). Vengono poi riconosciuti i diritti di utilizzazione economica in caso di invenzioni (salvo che l'attività inventiva sia già prevista come oggetto del contratto). Il ddl delega poi il governo a individuare gli "atti pubblici" da devolvere alle professioni ordinistiche, attraverso il riconoscimento del loro ruolo sussidiario (e di terzietà) e, inoltre, a semplificare gli adempimenti su salute e sicurezza negli studi quando sono simili alle abitazioni.


Il testo varato dal Senato incoraggia il lavoro agile definendolo come un lavoro per obiettivi, grazie all'impiego delle tecnologie digitali, rinviando all'accordo diretto tra datore di lavoro e lavoratore la individuazione delle modalità specifiche. In particolare, nell'accordo andranno indicati i tempi di riposo del lavoratore, ma anche le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro e le forme di recesso.


«Un provvedimento innovativo e di grande importanza, che guarda all’evoluzione del sistema produttivo e completa il percorso di riforma del lavoro definito nel Jobs act, con l’obiettivo di sostenere e valorizzare il lavoro autonomo non imprenditoriale, attraverso un sistema di tutele specifiche, e di migliorare la qualità della vita dei lavoratori dipendenti, favorendo la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro». È quanto afferma Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, commentando l’approvazione, da parte del Senato, del disegno di legge sul lavoro autonomo non imprenditoriale e agile.

«Il riconoscimento del ruolo dei lavoratori autonomi, una realtà che vede un numero elevato di giovani e di donne - sottolinea il ministro - passa per una serie di misure che prevedono più tutele nelle transazioni commerciali e contro i ritardi nei pagamenti, la deducibilità delle spese collegate all’attività professionale ed alla formazione, la possibilità di aggregarsi per accedere a bandi di gara, il riconoscimento dell’indennità di maternità a prescindere dall’effettiva astensione dal lavoro; senza dimenticare la delega al Governo per consentire alle Casse di previdenza di diritto privato di attivare anche prestazioni sociali, finanziate da un’apposita contribuzione, destinate agli iscritti che hanno subito una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che sdiano stai colpiti da una grave patologia. Non meno importanti sono le misure dedicate al cosiddetto lavoro agile, che definiscono strumenti innovativi per favorire una modalità di organizzazione del lavoro che da una parte risponde all’evoluzione del sistema produttivo e, dall’altra, permette una migliore conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita. Tutto questo, delineando un quadro di tutele dei lavoratori che vanno dal diritto ad un trattamento economico non inferiore a quello complessivamente applicato nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda, alle garanzie in tema di salute e sicurezza del lavoratore, all’assicurazione obbligatoria per gli infortuni e le malattie professionali. L’auspicio è che la Camera, cui adesso passa il provvedimento, possa approvarlo in temi rapidi».


«La larga condivisione parlamentare, oltre i confini della maggioranza del ddl è indicativo di una prima apertura politica e culturale alla responsabilità del risultato in ogni prestazione lavorativa, accentuata dalle capacità indotte dalle nuove tecnologie digitali - commenta Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato -. È questo infatti l'elemento comune di un provvedimento che riconosce la diffusione della fragilità ed il conseguente bisogno di tutele in ogni prestazione lavorativa. Ma promuove soprattutto la maggiore capacità di tutti i lavori, dipendenti e indipendenti. Come è significativa la quotidiana evoluzione
del lavoro subordinato verso modalità che rendono flessibile l'orario, il luogo della prestazione, il salario in relazione ai risultati. Il
legislatore -aggiunge Sacconi- sembra così avere avviato una regolazione più essenziale e coerente con la dimensione 4.0».

«Il disegno di legge sul lavoro autonomo approvato al Senato costituisce un importante passo avanti per la promozione e lo sviluppo dello Smart Working nel nostro Paese. E’ un provvedimento atteso da tempo e speriamo che il testo possa trovare in breve tempo l’approvazione definitiva alla Camera per passare quanto prima all’attuazione delle norme nelle aziende italiane». È l'opinione di Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.

«Lo Smart Working in Italia è già una realtà rilevante che coinvolge molte imprese e lavoratori - prosegue Corso -. L’ultima ricerca del nostro Osservatorio ha rilevato come siano già circa 250 mila, il 7% del totale di impiegati, quadri e dirigenti, i lavoratori ‘smart’ in Italia, quelli cioè che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità di lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati. E la diffusione dei progetti di Smart Working è arrivata a toccare il 30% delle grandi imprese. Ma manca ancora una normativa di riferimento che fornisca una cornice, seppure non eccessivamente prescrittiva, alla situazione attuale».

“Il testo licenziato al Senato punta a colmare il vuoto normativo, incentivando l'adozione dello Smart Working in tutte le organizzazioni, private ma anche pubbliche - dice il responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working - che hanno l’opportunità così di introdurre nuove forme di flessibilità e efficienza. In particolare, appare positiva la definizione 'ampia' e inclusiva di lavoro agile come lavoro per obiettivi con il possibile impiego delle tecnologie digitali: una definizione che si applica a tutte le professioni, introducendo responsabilizzazione e flessibilità nell’organizzazione, senza limitare a casi specifici. Ed è giusto il rinvio all'accordo diretto tra datore di lavoro e lavoratore per l'individuazione delle modalità specifiche sui tempi di riposo, la disconnessione, le forme di recesso: aspetti che è corretto lasciare alla contrattazione aziendale, con il necessario coinvolgimento delle parti sociali».

«È importante - aggiunge Corso - inoltre il richiamo esplicito al diritto alla formazione continua anche per il lavoratore agile, perché anche chi opera in Smart Working deve godere degli stessi diritti e delle stesse opportunità dei lavoratori tradizionali. Allo stesso modo, è da segnalare anche il riferimento all’obbligo di consegna dell’informativa sui rischi del lavoro al lavoratore agile ma anche al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, perché lavorare in Smart Working non deve certo significare rinunciare alle necessarie misure di tutela della salute e della sicurezza».

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