martedì 24 marzo 2015
Mariano Corso: l'attività fuori ufficio si sta diffondendo, ma solo l'8% delle imprese ha adottato un proprio modello di smart working.
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"La giornata del lavoro agile del 25 marzo è una grande opportunità non solo per Milano, ma per l'intero Paese. La diffusione di questa modalità di lavoro può portare importanti benefici per i lavoratori e le lavoratrici, per le imprese, per l'ambiente, per la società e il Sistema Paese nel suo complesso. I segnali sono incoraggianti, grazie alla crescente attenzione delle istituzioni e delle aziende, alla disponibilità delle tecnologie digitali, alla propensione dei lavoratori all'interazione relazione virtuale. Ma la strada per ripensare i modelli di organizzazione del lavoro è solo all'inizio". Lo afferma Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, punto di riferimento per lo sviluppo della cultura dell’innovazione dei modelli di lavoro agile in Italia.“Lo smart working, seppure lentamente, si sta affermando in Italia – prosegue Mariano Corso -. La ricerca dell'Osservatorio ha rilevato come tra i lavoratori si stia diffondendo l'abitudine a lavorare anche fuori dall'ufficio e, già oggi, oltre metà degli impiegati, quadri e dirigenti dedica almeno una parte del proprio orario di lavoro in mobilità, all'esterno della sede dell'azienda. Ma a oggi solo l'8% delle aziende adotta già un vero e proprio modello di smart working, cioè ha sviluppato un piano sistemico introducendo insieme strumenti tecnologici digitali, adeguate policy organizzative, nuovi comportamenti organizzativi e layout fisici degli spazi”. "L'adozione di modelli di lavoro 'smart può portare benefici economici pari a 37 miliardi di euro per il Sistema Paese in termini di maggiore produttività per le aziende e riduzione dei costi fissi - conclude Corso -. Inoltre, l'introduzione del telelavoro e il conseguente calo degli spostamenti possono produrre quattro miliardi di euro di risparmi economici per i cittadini e a una riduzione di 1,5 milioni di tonnellate l'anno di emissioni di CO2”.
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