martedì 10 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Trecento economisti con Oxfam contro i paradisi fiscali «Distorcono il sistema e affossano i Paesi più poveri» Alla vigilia del summit anticorruzione che il 12 maggio riunirà a Londra i rappresentanti di 40 Paesi, della Banca mondiale e del Fmi, oltre 300 economisti di 30 Paesi aderiscono all’appello di Oxfam (una delle più importanti confederazioni internazionali di ong per l’aiuto umanitario) con una lettera ai leader mondiali affinché si metta la parola fine alla segretezza delle operazioni finanziarie realizzate offshore. Tra i firmatari alcuni degli economisti più influenti degli ultimi anni: da Thomas Piketty, autore del best-seller internazionale «Il Capitale nel XXI secolo», ad Angus Deaton, Premio Nobel per l’Economia nel 2015, a Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University e consigliere di Ban Ki-Moon. Assieme ai docenti delle più prestigiose università come Harvard, Oxford e Sorbona, tra i firmatari ci sono oltre 100 economisti dei più importanti atenei italiani: da La Sapienza, alla Bocconi, da Tor Vergata all’Università di Bologna. Tutti concordi su un punto: i paradisi fiscali compromettono le capacità degli Stati di raccogliere gettito fiscale e a rimetterci sono soprattutto i Paesi poveri. Tutti d’accordo sul ritenere i paradisi fiscali distorsivi del corretto funzionamento dell’economia mondiale.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: