venerdì 17 giugno 2016
​Nei primi quattro mesi il saldo dei contratti stabili è sceso a meno di un quarto dello stesso periodo 2015. Prosegue il boom dei voucher.
La frenata del lavoro fisso riapre la questione incentivi
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Rallentano i contratti a tempo indeterminato, continua il boom dei voucher. L’ultimo rapporto dell’Inps conferma che senza la benzina dei maxi-incentivi, il mercato del lavoro sta tornando a preferire forme contrattuali meno stabili, come quelle a termine. E che nel contempo l’area della precarietà rappresentata dai buoni lavoro si allarga, in attesa di verificare se la normativa appena varata da governo per contrastare gli abusi farà il suo effetto. Nei primi quattro mesi del 2016 il saldo complessivo tra assunzioni e cessazioni è rimasto positivo per 330mila unità. Un dato inferiore a quello dello scorso anno, quando erano state 451mila, ma che indica tuttavia un perimetro dell’occupazione ancora con il segno più, in un contesto di moderata crescita.Meno positiva la dinamica del lavoro stabile. Le nuove attivazioni sono diminuite del 35% e il saldo tra nuovi contratti e chiusure è stato positivo di sole 73mila unità, meno di un quarto rispetto a quelle dell’analogo periodo dello scorso anno (330mila), e meno anche di quelle registrate nel 2014 (109mila) quando l’articolo 18 non era stato ancora abolito e l’economia era in recessione. Un problema per il governo, tenuto conto che le assunzioni stabili sono tuttora incentivate, sebbene circa il 60% in meno di quanto è accaduto con la generosa decontribuzione prevista durante il 2015. Secondo il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, i dati «confermano che bisogna rendere strutturali gli incentivi per il lavoro a tempo indeterminato, perché la loro eventuale scomparsa farebbe crollare le assunzioni a tutele crescenti». Le cifre diffuse dall’Inps in proposito sono molto indicative: nell’aprile 2016 la quota dei contratti stabili sul totale è scesa al 30,5%, tornando ai livelli dell’aprile 2014, mentre un anno fa era al 43% e nel dicembre scorso (ultimo mese dei maxi-sgravi) ha toccato il record del 67%.Sul tavolo dell’esecutivo il capitolo è aperto. Ma non è ancora chiaro se nel 2017 verrà confermato per un altro anno l’attuale livello di sostegno ai contratti stabili o se verrà scelta la strada di un intervento strutturale. La prima misura non sembrerebbe in grado di sostenere, sulla base dell’esperienza di questi mesi, un’espansione del lavoro a tempo indeterminato. La seconda avrebbe invece la conseguenza, politicamente rilevante, di ridurre gli spazi per altri interventi di taglio fiscale come quelli già annunciati sull’Irpef. Per quanto riguarda i voucher, nel primo quadrimestre 2016 ne sono stati venduti 43,7 milioni, il 43% in più dello stesso periodo 2015 e due volte e mezzo i 17,2 milioni venduti a inizio 2014. La settimana scorsa il governo ha introdotto nuove regole per rendere tracciabile l’utilizzo dei buoni lavoro da 10 euro e aumentare le multe per chi sgarra.
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