mercoledì 18 maggio 2016
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A Bologna le ultime evoluzioni per terza età, disabilità e infanzia ROMA Fino a qualche decennio fa sembravano marchingegni riservati ai film di fantascienza. Eppure oggi la tecnologia sta cambiando il volto della sanità e del welfare. Occhiali che permettono di comunicare, protesi costruite con biomateriali, stampa tridimensionale applicata alla medicina, posate speciali per aiutare la riabilitazione o i pazienti con malattie neurodegenerative, carrozzine che camminano con il solo movimento del busto. Un mondo di innovazione pensato per le fragilità umane e la sanità 2.0 che sarà in mostra per quattro giorni ad Exposanità, da oggi al 21 maggio a Bologna Fiere. Giunto alla ventesima edizione e quest’anno con il patrocinio del ministero della Salute, è l’unico evento del settore biomedicale in Italia e il secondo per importanza in Europa, con oltre 630 espositori, 235 iniziative tra convegni e workshop per un totale di oltre 600 ore di formazione professionale, 830 relatori e 54 realtà tra istituzioni, associazioni ed enti coinvolti. Ci saranno così prodotti e servizi per ospedali, diagnostica, terza età (come progetti di telemedicina e homeca-re), disabilità, un focus materno- infantile, pronto soccorso e prevenzione (pure con screening gratuiti), ortopedia e riabilitazione, ma anche idee per il turismo sostenibile e l’innovazione in sala operatoria. Nell’evento di Bologna, infatti, verrà addirittura istallata una sala ibrida – consente di fare interventi cardiovascolari e neurologici poco invasivi persino in pazienti finora inoperabili anche su più organi in contemporanea – in cui domani un’equipe medica simulerà un’operazione. La tecnologia, in sostanza, «fa la differenza soprattutto nella salute delle persone». E così anche un sistema sanitario sempre in cerca di equilibrio tra riduzione della spesa pubblica e qualità dei servizi dovrà farci sempre più i conti. «L’innovazione e dispositivi medici di ul- tima generazione sono la risposta – è la premessa della project manager di Exposanità Marilena Pavonelli – affiancati alla corretta gestione con supporti informatici, come la ricetta dematerializzata, che fa risparmiare tempo e denaro». Ma tutto il settore biomedicale «è destinato a crescere, se si pensa che sui mercati internazionali il comparto ha visto aumenti con percentuali a due cifre». Nella sola Europa, tanto per dare un ordine di grandezza, il mercato della stampa 3d nel 2019 toccherà i 7,2 miliardi di euro di cui un terzo derivati dalla sua applicazione in area medica. L’Italia è più lenta, anche se in costante crescita. Tuttavia, secondo l’ultima rilevazione di Assobiomedica, al 2015 nel nostro Paese sono arrivate a 4.368 le aziende attive nel settore, fatturano 10 miliardi di euro e impiegano 70mila dipendenti, di cui l’8% in ricerca e innovazione. A farla da padrone nel biomedico è l’alto tasso di innovazione con 26mila brevetti depositati e 291 start up. Ma Exposanità non sarà solo il luogo in cui si mettono in contatto domanda e offerta. «Ci auguriamo sia il momento della consapevolezza diffusa su temi delicati – spiega Pavonelli – come la disabilità e i caregiver a cui saranno dedicati momenti di confronto ben precisi». Perché è impensabile, ad esempio, che a scuola «dove si dovrebbe imparare e trasmettere conoscenza, ci sia un divario anche negli strumenti comunicativi tra alunni disabili e non». Oltre l’istruzione c’è la loro integrazione lavorativa, che «abbiamo dimostrato sia non solo possibile, ma fa bene addirittura all’intera comunità – continua la responsabile dell’esposizione – portando in fiera proprio un bar gestito da giovani disabili: L’altro spazio». E per la sensibilizzazione dei più piccoli, un’area dedicata alla letteratura e alle favole sui diversamente abili, come pure un momento atletico (Horus sport), in cui sarà possibile avere un’anticipazione delle discipline paralimpiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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