mercoledì 20 aprile 2016
Mentre la compagnia stabilisce il record di prenotazioni estive, il Ceo O’Leary detta le condizioni per restare ad Alghero, Pescara e Crotone
Ryanair: «Giù le tasse e salviamo gli aeroporti»
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La notizia dovrebbe essere che «senza la tassa municipale e con i nuovi aerei in arrivo potremmo raggiungere i 50 milioni di passeggeri (dagli attuali 30,ndr) e 17mila posti di lavoro». 
 
Michael O’Leary, a Milano per parlare del record di prenotazioni per la programmazione estiva, non può non tornare su un argomento caldo come quello della tassa che ha fatto chiudere le basi di Pescara e Alghero, "cancellare" Crotone, far perdere 800mila passeggeri l’anno e 500 posti di lavoro. Perché quei 2,5 euro a viaggiatore che lo Stato fa pagare per la compagnia low cost sono duri da digerire soprattutto in quanto, afferma il Ceo, «non deve essere Ryanair a finanziare un fondo pensioni di Alitalia ma la stessa Alitalia ed Ethiad». Storia vecchia che forse, per ammissione dello stesso O’Leary, potrebbe prendere una piega differente dal momento che il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, è molto sensibile alla questione, consapevole come la tassa incida sui flussi turistici – soprattutto al Sud – e vada a intaccare posti di lavoro in aree in difficoltà proprio come il Sud della Penisola. 
In attesa di buone nuove intanto il vettore irlandese – compagnia numero 1 in Italia – conferma il record di prenotazioni da Orio al Serio e Malpensa che permetteranno di trasportare, con 71 rotte, oltre 10 milioni di viaggiatori l’anno sostenendo 8mila posti di lavoro nei due scali lombardi. D’altra parte i numeri sono impressionanti, perché su Bergamo ci sono 67 rotte (compreso due nuove su Bucarest e Colonia) e 9,3 milioni di clienti che garantiscono 7mila posti di lavoro annuali. A Malpensa sono "di casa" 4 rotte con 1,3 milioni di passeggeri l’anno e quasi un migliaio di occupati.
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