sabato 16 dicembre 2017
Il progetto nasce a Torino: apparecchi installati all'aperto migliorano la qualità dell'ambiente
La bolla d'aria pulita per le città
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È nata a Torino nel 2016, in un giardino pubblico, la prima zona d’aria pulita urbana in Italia nell’ambito del progetto Living Lab, che utilizza un sistema biologico di purificazione dell’aria in grado di catturare le sostanze inquinanti e di trasformarle in elementi innocui per l’uomo e per l’ambiente. Alla base c’è una ricerca trentennale condotta dall’azienda con base europea U-earth, che ha portato alla scoperta di una biotecnologia completamente naturale per la decontaminazione e il trattamento di aria, acqua e terra in ambito medico, industriale e commerciale. All’interno dei bio-reattori AIRcel viene miniaturizzato e potenziato il processo che il pianeta mette in atto normalmente per purificarsi grazie all’azione di batteri già presenti nell’ambiente: attraverso un sistema di monitoraggio, gli elementi pericolosi dell’aria vengono rilevati, attratti per carica elettrica molecolare verso dei purificatori di aria e infine distrutti da microorganismi ed enzimi che si nutrono di inquinamento e non producono poi scorie nocive. Un meccanismo naturale al 100% che viene applicato nel mondo in ambito medico per il controllo delle infezioni ospedaliere oltre al contenimento del rischio chimico, fisico e biologico, ma anche per il controllo delle emissioni industriali e degli odori o semplicemente per purificare l’aria in aziende e ambienti pubblici.

La sperimentazione torinese del 2016 ha avuto successo e ora l’azienda intende proporre l’utilizzo della stessa tecnologia in ambito urbano su più ampia scala, con il progetto #SMOGfighter, promuovendolo anche attraverso i social network. Ogni apparecchio installato all’aperto creerebbe una 'bolla' d’aria pulita da cento metri di diametro e potrebbe essere posizionato in parchi, luoghi per lo shopping o punti di incontro e di aggregazione: ovviamente ci sono dei costi, che potrebbero però essere sostenuti anche da aziende private, se le colonnine mangia-inquinamento diventassero, ad esempio, anche degli spazi pubblicitari o strumenti per comunicare con la popolazione. Un progetto che coinvolgerà diverse città europee e che potrebbe arrivare anche a Milano. Spiega il Ceo di U-earth, Betta Maggio: «Vorremmo creare delle Pure air zone in tutte le città, come oggi esistono già le zone wi-fi. Ognuno dei nostri apparecchi da esterni corrisponde a piantare circa seimila querce, concentrate in poco spazio».

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