venerdì 29 dicembre 2023
Ritardi su economia circolare, rinnovabili e protezione di biodiversità: sui 28 punti stabiliti ben pochi saranno raggiunti in tempo
Sull'ambiente l'Ue resta indietro: non centrerà molti degli obiettivi 2030

EPA/ETIENNE LAURENT

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Sono 28 gli obiettivi di carattere climatico e ambientale che l'Europa si è data come traguardo da tagliare entro il 2030. Tuttavia, la prima relazione di monitoraggio del programma dell’Agenzia europea per l’Ambiente (European Environment Agency, Aea), pubblicata pochi giorni fa, ha messo nero su bianco il fatto che ben pochi di questi obiettivi saranno raggiunti. E con “ben pochi” se ne intendono due o tre. Gli obiettivi in questione sono quelli stabiliti dall'ottavo Programma d'azione per l'Ambiente (Enviroment Action Programm, Eap) dell'Unione, che si basa sul Green Deal europeo: questi 28 punti vengono catalogati sulla base di otto indicatori.

Sotto il primo indicatore, “Mitigazione del cambiamento climatico”, rientrano due obiettivi che prevedono di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di accrescere la rimozione netta di gas serra da parte dei pozzi di assorbimento del carbonio. Se il primo dei due punti ottiene come classificazione la dicitura «È probabile ma incerto», sul secondo le prospettive sono meno rosee perché l'obiettivo è «molto improbabile». I due obiettivi del capitolo “Adattamento al cambiamento climatico” ottengono entrambi il bollino giallo di «improbabile ma incerto». Da un lato, c'è il punto “Perdite economiche legate al clima”, che mirerebbe a ridurre le perdite monetarie complessive derivanti da eventi meteorologici e legati al clima, dall’altro “Impatto della siccità sugli ecosistemi”, pensato per diminuire le aree colpite dalla siccità e dalla perdita di produttività della vegetazione.

Stesso risultato («improbabile ma incerto») è quello ottenuto dagli obiettivi dell’indicatore “Economia circolare rigenerativa”. Con “Consumo di materie prime” si punta a ridurre in modo significativo l’impronta materiale dell’Europa, riducendo la quantità di materie prime necessarie per produrre i prodotti consumati. C'è poi “Produzione totale di rifiuti”, secondo cui si dovrebbe ridurre significativamente la quantità totale di rifiuti generati entro il 2030. Sotto la dicitura “Zero inquinamento e un ambiente privo di sostanze tossiche”, c’è finalmente una nota positiva. «È molto probabile» che le morti premature causate dalle polveri sottili si riducano di oltre la metà (55%) rispetto ai livelli raggiunti nel 2030; d'altro canto, risulta «improbabile ma incerto» il raggiungimento dell’obiettivo “Nitrati nelle acque sotterranee”, che dovrebbe ridurre le perdite di nutrienti di almeno il 50% nelle risorse idriche sotterranee sicure.

“Biodiversità ed ecosistemi” racchiude quattro obiettivi, tutti classificati come «improbabili ma incerti». Questo indicatore ingloba la protezione di aree terrestri, aree marine, uccelli comuni e ecosistemi forestali. Nel caso delle zone terrestri e marine, l'obiettivo è la protezione del 30% della superficie entro il 2030; nel caso delle aree boschive, si punta ad aumentare il grado di connettività degli ecosistemi forestali, nell'ottica di creare e integrare corridoi ecologici e aumentare la resistenza ai cambiamenti climatici. “Pressioni ambientali e climatiche legate alla produzione e al consumo dell’Ue” è l'indicatore che ottiene i peggiori risultati, con tre punti su cinque classificati come «molto improbabili». Si tratta degli obiettivi che mirano a ridurre entro il 2030 i livelli di consumo di energia primaria, a raddoppiare il rapporto di utilizzo dei materiali circolari rispetto al 2020 e ad estendere del 25% la superficie agricola coltivata biologicamente in Europa. Gli altri due punti riguardano l'aumento delle energie rinnovabili (almeno il 42,5%)e dei mezzi di trasporto collettivi: sono stati classificati come «improbabili ma incerti».

Quasi tutti verdi i bollini del capitolo “Pressioni ambientali e climatiche legate alla produzione e al consumo dell’Ue”. Ottengono l’etichetta di «molto probabili» la “Spesa per la protezione ambientale” che dovrebbe aumentare al fine di per prevenire, ridurre ed eliminare inquinamento e altri degradi ambientali e anche l'«Indice di eco-innovazione», che è uno dei motori della transizione verde. «Probabili ma incerti» sono i punti legati all'aumento della quota delle tasse ambientali e delle obbligazioni verdi. Ultimo obiettivo di questo indicatore insiste sulla riduzione dei sussidi ai combustibili fossili con l’obiettivo di eliminarli gradualmente senza indugio: per l'Europa è «improbabile ma incerto».

L’ultimo indicatore (”Vivere bene, entro i confini planetari”) è molto altalenante nei risultati. Bollino verde di «molto probabili» per gli obiettivi finalizzati ad aumentare, da un lato, la quota di occupazione verde nell'intera economia e, dall'altro, la quota di economia verde. Sono «improbabili ma incerti» i punti che mirano ad azzerare il consumo di suolo, a ridurre la scarsità d'acqua e a ridurre le disuguaglianze ambientali, garantendo una transizione equa. Invece è «molto improbabile» il raggiungimento del ventottesimo obiettivo: intitolato “Impronta dei consumi”, dovrebbe diminuire significativamente l’impatto ambientale dei consumi europei.

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