sabato 18 novembre 2023
Secondo il Centro studi, diminuzione marcata della fiducia delle famiglie. Bene l'economia Usa, ma a rischio frenata nel 2024
L'allarme di Confindustria: investimenti in calo e consumi quasi fermi

Reuters

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Gli investimenti vanno giù e i consumi sono quasi fermi. Almeno stando all'allarme lanciato stamattina dal Centro studi di Confindustria. "I dati qualitativi - si legge in Congiuntura flash - segnalano una dinamica degli investimenti in peggioramento, dopo il calo nel secondo trimestre: l'indagine Banca d'Italia nel terzo suggerisce una significativa frenata della spesa in beni di capitale (saldo a 11,6, da 20,4 nel 2 ); tra i fattori di ostacolo più sentiti dalle imprese rimane la domanda debole; e in ottobre si registra un nuovo calo della fiducia delle imprese di beni strumentali".

D'altro lato, la fiducia delle famiglie in ottobre ha registrato un calo marcato (101,6 da 104,5) e i consumi già deboli nel secondo trimestre, specie quelli di beni, sembrano aver frenato ulteriormente: le vendite al dettaglio sono scese nel terzo trimestre (-1,3% in volume). L'occupazione - sottolinea il Centro studi - è cresciuta anche a settembre (+42 mila unità, interamente a tempo indeterminato), dopo agosto (+0,4% nel terzo trimestre); tuttavia, già nel secondo si registrava una flessione delle ore lavorate, attesa accentuarsi nei mesi successivi.

Secondo il Centro studi di Confindustria continua invece a sorprendere la crescita degli Stati Uniti: nel terzo trimestre 2023 il Pil Usa è cresciuto per il quinto trimestre consecutivo (+1,2%, dopo il +0,5% nel secondo), al di sopra delle attese e in forte accelerazione rispetto alla media dei quattro trimestri precedenti (+0,6%). Le previsioni sono peroòdi frenata: rispetto al quarto trimestre 2019, livello pre-pandemia, la crescita cumulata degli Usa fino al terzo trimestre 2023 è stata di +9,6%, molto superiore a quella nell'Eurozona (+3,0%). Le prospettive sono di un'ulteriore espansione nel prossimo anno, ma con un chiaro rallentamento già da fine 2023: la Fed a settembre ha previsto una dinamica del Pil al +2,1% nel 2023 e al +1,5% nel 2024, scenario confermato dall'Fmi in ottobre (con i dati aggiornati, la crescita annua già acquisita per il 2023 è di +2,4%).

Nell'Eurozona, invece, la crescita è vicina allo zero: nei mesi estivi si è registrato un calo (-0,1%), dopo il modesto aumento nel secondo trimestre(+0,2%). Negative le attese sul quarto trimestre: a ottobre, il sentiment economico è sceso a 93,3 da 93,4, zavorrato dall'industria, e il Pmi peggiora molto (46,5 da 47,2), in zona contrazione da 5 mesi.

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