giovedì 14 maggio 2020
Il lockdown ha permesso una riduzione delle emissioni. Ma su tutto il resto, a partire dalla lotta alla povertà, con la crisi il percorso verso gli Sdg dell'Onu si scontra contro un grosso ostacolo
I 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile dell'Onu

I 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile dell'Onu - Onu

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Tra gli effetti delle misure di confinamento per contrastare la diffusione del Covid-19 c’è anche il taglio delle emissioni inquinanti. È scontato: con le fabbriche ferme e le famiglie costrette in casa la produzione di gas serra scende. Non tantissimo, però: secondo le proiezioni dell’Istat la riduzione delle emissioni di “gas climalteranti” (GHG) e di “precursori dell’ozono troposferico” (POT) riconducibili al lockdown sarebbero rispettivamente del 2,6 e del 4% rispetto a uno scenario di normalità.

La stima è contenuta nell’aggiornamento elaborato dall’Istat dei dati dell’Italia rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Uno studio che mostra come, al di là dei benefici ambientali del momento, la crisi scatenata dal Covid-19 è un grosso ostacolo nei progressi dell’Italia e del resto del mondo verso gli obiettivi Onu (Sdg, sigla che sta Sustainable development goal). L’Istat abbozza una stima delle interconnessioni tra coronavirus e obiettivi Onu segnalando come ci siano molti problemi rispetto a tutti gli obiettivi economici, a partire dall’1 “sconfiggere la povertà” e all’8 “crescita economica e lavoro dignitoso”, ma anche rispetto all’obiettivo 3 “salute e benessere per tutti” e al 5 “parità di genere”, dato che aumenta molto il carico di fatica sulle donne tra lavoro e gestione della famiglia.

Peccato, perché l’Italia proseguiva il suo percorso di miglioramento. I numeri dell’analisi, riferiti per lo più al 2018, sono positivi. Nel confronto con 10 anni fa l’Italia registra un miglioramento rispetto al 61,1% degli obiettivi, un peggioramento per il 21,1% degli obiettivi e una situazione stabile nel restante 17,8% dei casi. Anche rispetto all’anno precedente il bilancio è positivo: 48,1% degli obiettivi registrano un miglioramento, il 22,2% un peggioramento e il 29,7% sono stabili. I progressi maggiori, in un anno, sono sull’obiettivo 2 “Fame zero” e sul 13 “Agire per il clima”. Rispetto alla fame l’Italia è riuscita a fare scendere la quota di popolazione che presenta segnali di insicurezza alimentare dal 4,6% del 2013 all’1,5% del 2018. Sul fronte del clima l’Italia continua a mostrare miglioramenti in contesto europeo in cui le emissioni complessive di gas serra si sono ridotte di oltre il 20% rispetto al livello base del 1990. Peggiora invece il percorso dell’Italia verso l’obiettivo 12 “Consumo e produzione” e verso il 15 “La vita sulla terra”. Nel caso del consumo il problema sono l’aumento dei sussidi alle fonti fossili, pari all’1% del Pil, e la crescita del “consumo di materiale interno”, che riguarda l’uso delle risorse nazionali ed era in discesa da dieci anni.

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