giovedì 8 luglio 2010
Secondo i dati Istat, nel primo trimestre del 2010 la propensione al risparmio si è ridotta dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2009. Mentre il reddito disponibile è diminuito del 2,6%.
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Gli effetti della crisi economica continuano a pesare sulle tasche degli italiani. Secondo i dati Istat, nel primo trimestre dell'anno le famiglie italiane mostrano una contrazione del risparmio e del reddito. Nei primi tre mesi del 2010 la propensione risparmio delle famiglie si è ridotta di 1,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente attestandosi a quota 13,4%, si tratta del valore più basso da quando esistono le serie storiche trimestrali, ovvero dal 1999. Mentre il reddito disponibile delle famiglie italiane nel primo trimestre del 2010 è diminuito del 2,6% in valori correnti rispetto allo stesso periodo del 2009. Il calo è invece dello 0,2% rispetto all'ultimo trimestre dell'anno scorso. È quanto rileva l'Istat sottolineando che la spesa delle famiglie si è ridotta dello 0,7% rispetto a un anno prima ma è tornata a crescere dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Nello stesso periodo, il potere di acquisto delle famiglie, vale a dire il reddito disponibile in termini reali, è sceso dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto al primo trimestre del 2009. Il tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi delle famiglie, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il loro reddito disponibile lordo) si è attestato all'85%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto al trimestre precedente, risentendo di una riduzione degli investimenti (-1,1%) superiore a quella del reddito disponibile (-0,2%). Rispetto al corrispondente periodo del 2009, gli investimenti fissi lordi delle famiglie si sono ridotti (-10,5%) in misura superiore alla flessione del loro reddito disponibile, determinando una riduzione del tasso di investimento del settore di 0,8 punti percentuali.Sul versante delle imrpese, nel primo trimestre 2010, la quota di profitto delle società non finanziarie (data dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo a prezzi base) si è attestata al 40,6%, con un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente: il risultato lordo di gestione delle società non finanziarie, infatti, è cresciuto dell'1,2%, in misura superiore all'aumento dello 0,4% registrato dal valore aggiunto. Rispetto al corrispondente trimestre del 2009, invece, la flessione del risultato lordo di gestione si è attestata su livelli superiori a quella del valore aggiunto: pertanto la quota di profitto delle società non finanziarie ha perso 0,7 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2009. Prosegue, infine, la contrazione del tasso di investimento delle società non finanziarie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi ed il valore aggiunto lordo ai prezzi base), che nel primo trimestre 2010 è stato pari al 22,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2 punti percentuali nei confronti del corrispondente trimestre del 2009. Infatti, gli investimenti fissi lordi in valori correnti delle società non finanziarie hanno registrato, nel primo trimestre 2010 rispetto al corrispondente periodo del 2009, una flessione dell'11,2%, più marcata della pur forte contrazione registrata dal valore aggiunto (-3,3%).
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