giovedì 13 luglio 2017
Il presidente dell'Istat Giorgio Alleva in audizione al Senato: in questi ambiti 1,6 milioni di occupati in più in cinque anni. Vola il settore delle tecnologie dell'informazione
Informatici, magazzinieri e fisioterapisti: ecco le 27 professioni vincenti
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Dai commessi ai progettisti di software sono 27 le "professioni vincenti" individuate dall'Istat, che hanno visto 1,6 milioni di occupati in più negli ultimi cinque anni. È quanto emerge dall'audizione del presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, alla commissione Lavoro del Senato sulla quarta rivoluzione industriale. Alleva indica anche 24 professioni "perdenti" ,legate soprattutto al mondo delle costruzioni e alle mansioni di ufficio, che hanno perso nello stesso tempo più di un milione di occupati. Tra le professioni più penalizzate, con variazioni negative del numero di occupati superiori alle 20 mila unità, l'Istat include muratori in pietra e manovali, ma anche contabili e addetti alla funzione di segreteria.

Al contrario, tra i lavori in maggiore espansione ci sono gli addetti all'assistenza delle persone, i magazzinieri, diverse professioni legate alla ristorazione, i tecnici della produzione manifatturiera, gli analisti e i progettisti di software, gli specialisti di marketing, i fisioterapisti. Complessivamente l'occupazione è cresciuta nelle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (+403mila tra il 2011 e il 2016), nelle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (+330mila), ma è al tempo stesso aumentata anche nelle professioni non qualificate(+268 mila). Variazioni negative si sono invece osservate nel gruppo degli artigiani, operai specializzati e agricoltori(-579mila) e in quello delle professioni esecutive nel lavoro d'ufficio (-106mila). Gli altri gruppi hanno osservato variazioni negative, seppure di minore intensità.

Tra le professioni in maggiore crescita in Italia ci sono quelle legate all'Ict (le tecnologie dell'informazione e della comunicazione) che contano 750 mila occupati nel 2016, secondo le stime dell'Istat, il 4,9% in più rispetto al 2015 e oltre il 12% in più rispetto al 2011. Alleva parla di "un trend strutturale che va oltre le dinamiche cicliche". L'incidenza dei lavoratori specializzati nelle nuove tecnologie sull'occupazione totale è stimata al 3,3%, una quota solo lievemente inferiore a quella di Francia e Germania che,nel 2015, registravano incidenze del 3,6% e del 3,7%. Inoltre,tra il 2011 e il 2016, aumenta il peso delle professioni informatiche dirigenziali e tecniche ad elevata qualificazione (come gli ingegneri elettronici o gli analisti e gli amministratori di sistema): la loro quota sul totale dell'occupazione nelle professioni Ict sale dal 23% al 30,9%. Resta invece basso il livello di conoscenze digitali degli italiani. Tra i cinque maggiori paesi europei, l'Italia mostra il più basso livello di diffusione delle competenze digitali" dice ancora Alleva. La percentuale italiana delle forze di lavoro con competenze digitali elevate è del 23% a fronte di una media Ue del 32%.

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