martedì 28 agosto 2018
In calo il clima rispetto al mese precedente. Manifatturiero e servizi i settori più in difficoltà. Le associazioni: rischio di ripercussioni sui consumi
Ad agosto famiglie e imprese perdono fiducia
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Le famiglie e le imprese italiane sono meno ottimiste in agosto. L'Istat stima un peggioramento del clima di fiducia dei consumatori rispetto a luglio, da 116,2 a 115,2 punti, mentre per l'indice composito delle imprese la flessione è da 105,3 a 103,8. Nei settori produttivi oltre alla flessione registrata per l'industria manifatturiera, è da rilevare come l'indice di fiducia dei servizi, in calo rispetto a luglio, si attesti al di sotto del livello medio registrato nell'ultimo semestre del 2017 pur mantenendo un livello storicamente elevato. Nell'ambito dei servizi, l'Istat vede comunque una dinamica "vivace" per i servizi di informazione e comunicazione e per quelli turistici.

La flessione dell'indice di fiducia dei consumatori è dovuta principalmente al deterioramento della componente economica (da 141,3 a 136,6), mentre quella personale aumenta per il secondo mese consecutivo passando da 107,8 a 108,5. Un calo contenuto caratterizza sia il clima corrente (da 113,3 a 112,8) che quello futuro (da 120,9 a 119,3). Riguardo alle imprese, il clima di fiducia registra una dinamica negativa più accentuata nel settore manifatturiero (da 106,7 a 104,8) e nei servizi (da 105,9 a 104,7) rispetto alle costruzioni (da 139,9 a 139,3). In controtendenza il commercio al dettaglio dove l'indice aumenta da 102,7 a 104,2.

"Il ridimensionamento della fiducia, registrato ad agosto, sia sul versante delle famiglie che delle imprese rappresenta un altro indizio preoccupante sullo stato di salute dell'economia" commenta l'Ufficio studi Confcommercio parlando di ripercussioni negative sia sulla produzione sia sui consumi. "I dati Istat sulla fiducia fotografano lo stato di ansia dei consumatori, che attendono segnali concreti sul futuro economico dell'Italia e misure adeguate per far ripartire il paese, a cominciare dall'occupazione" sottolinea il presidente del Codacons Carlo Rienzi.

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