venerdì 20 ottobre 2023
L'Osservatorio Findomestic conferma le difficoltà delle famiglie. Le intenzioni d'acquisto di beni durevoli ancora in calo dell'8% a settembre
Per ogni figlio si spendono 500 euro al mese, il 15% in più rispetto al 2022

Foto di Cristian Gennari

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Le intenzioni d'acquisto di beni durevoli nei prossimi tre mesi rilevate dall'Osservatorio Findomestic alla fine di settembre risultano nuovamente in calo dell'8% dopo la risalita di fine agosto (+6,1%). Oltre 3 italiani su 10 (il 31%), si legge in una nota di sintesi, prendono in considerazione di acquistare nei prossimi 3 mesi un bene a rate, in risalita di 6 punti percentuali rispetto a quanto rilevato alla fine del luglio scorso. "L'inflazione - sottolinea Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale di Findomestic - rappresenta costantemente da un anno a questa parte la preoccupazione principale degli italiani seguita dal calo del potere d'acquisto della propria famiglia. Le rilevazioni dell'Osservatorio Findomestic evidenziano come anche nel corso del 2023, nonostante il rallentamento dell'inflazione, otto su 10 continuino ad avvertire rincari più o meno consistenti e per il 64% i prezzi continueranno a salire".

Tra i singoli comparti merceologici, spiccano le flessioni per le ristrutturazioni (-21%) che risentono dello stop al superbonus, e per le auto usate (-18,3%). Il trend negativo accomuna buona parte dei veicoli (auto nuove -2,1%, motoveicoli -8,3% ed e-bike -4%), con la sola eccezione dei monopattini elettrici (+8,1%). Bene anche i piccoli elettrodomestici (+6%) mentre i grandi cedono l'1%; in ribasso l'elettronica (Pc -7,9%, smartphone -7,4%).

Gli italiani spendono mediamente quasi 500 euro (462) al mese per ogni figlio che abita in famiglia, il 15% in più rispetto a un anno fa. I costi che incidono di più sono quelli legati all'abbigliamento, alle spese scolastiche e agli alimentari, percepiti dal campione come i settori maggiormente colpiti dai rincari. Seguono nella classifica degli aumenti, viaggi, trasporti e salute. Anche se in aumento, solo il 14% degli italiani taglia le spese non strettamente necessarie dedicate ai figli, il 36% rinvia altri acquisti per la famiglia, il 32% rinuncia ad altre spese. Le motivazioni di natura economica incidono sulla scelta di avere o meno figli: tra chi non ne ha oggi, 4 su 10 non ha intenzione di averne in futuro. Chi ha figli e chi non li ha è d'accordo sulla necessità di maggiori sostegni economici da parte dello Stato per sostenere la genitorialità (53%), mentre per chi non è ancora genitore anche la stabilità lavorativa (55%) o il sostegno nelle spese per asilo o baby-sitter (51%) rappresentano elementi chiave per avere un figlio.

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