venerdì 30 giugno 2017
Circa 26.500 assunzioni nel 2016, oltre 3mila in più rispetto all'anno precedente. Crescono gli immatricolati. Tra le questioni aperte: l'equo compenso, l'assicurazione e le società tra professionisti
Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri

Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri

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«Noi ingegneri dobbiamo essere più umili, stare più con i piedi per terra. La politica ci darà risposte solo se saremo più forti, se diventeremo più numerosi, se sapremo metterci assieme, come è stato già fatto con la Rete professioni tecniche». Queste le parole di Armando Zambrano, presidente del Cni, il Consiglio nazionale degli ingegneri, al 62° congresso degli Ordini degli ingegneri d'Italia ad Assisi.

«Questo - ha spiegato Zambrano - è necessario ma ancora non basta. Come Rete abbiamo fatto un grande lavoro sul rischio sismico, ottenuto dei risultati col Jobs Act autonomi. Tuttavia, lavorando ci siamo resi conto che oggi nemmeno l'attività di lobbing svolta all'interno delle istituzioni è più sufficiente. Dobbiamo trovare il coraggio di aumentare la nostra massa critica, ragionando anche assieme alle altre
professioni ordinistiche. Abbiamo l'assoluta necessità di essere ascoltati».

«Il numero di laureati in Ingegneria assorbiti dal sistema produttivo italiano - ha aggiunto Zambrano - ha
registrato il picco massimo da quando il Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri ha cominciato, 16 anni fa, l'analisi dei dati sulle assunzioni di profili ingegneristici nelle imprese: ci sono state circa 26.500 assunzioni nel 2016, oltre 3mila in più rispetto all'anno precedente. I corsi in Ingegneria sono in assoluto i
più richiesti nel panorama universitario italiano, tanto che la quota di immatricolati è pari al 15,6% del totale, risultando così il primo gruppo disciplinare per numero di matricole».

Zambrano, poi, ha lamentato la scarsa attenzione del ministero della Giustizia nei confronti delle questioni ancora aperte del mondo della professione ingegneristica. «L'attuale ministro della Giustizia non ha fatto nulla per la nostra categoria. Eppure, sul piatto ci sono questioni di vitale importanza per noi quali, per esempio: l'assicurazione professionale; le società tra professionisti e il loro complesso inquadramento fiscale; le società di ingegneria e il loro tentativo di operare nel mercato privato senza rispondere agli obblighi cui sono sottoposti i professionisti; il tirocinio e la riforma dell'esame di Stato; la riforma dell'organizzazione territoriale e quella del sistema elettorale; l'equo compenso».

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