lunedì 22 aprile 2024
La minore frequenza di eventi infortunistici è pari al 22,6%, fino a un massimo del 40,9% nel settore chimico, al 13,6% in quello delle lavorazioni meccanico agricole
Un cantiere edile

Un cantiere edile - Archivio

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Prevenire gli incidenti sul lavoro si può. Anzi si deve. Visto anche le tanti "morti bianche" che sconvolgono il nostro Paese. Il record negativo di tre vittime al giorno non è più sostenibile. In soccorso arriva il IV studio realizzato dall’Inail in collaborazione con Accredia. Ad ottobre 2023 erano circa 32mila i siti aziendali con un sistema di gestione per la salute e sicurezza certificato Uni En Iso 45001 da un organismo accreditato da Accredia. Dall’introduzione della norma internazionale la sua diffusione tra le imprese è aumentata ogni anno dimostrandone l’efficacia nel mitigare i rischi sul lavoro. I risultati ottenuti analizzando le informazioni sulle aziende certificate provenienti dalla banca dati Accredia e dal database Inail confermano la riduzione degli indici statistici di frequenza e gravità degli infortuni. Il report, basato su dati relativi al periodo 2017-2021, mostra una minore frequenza di eventi infortunistici presso le imprese certificate pari al 22,6%, con risultati altamente differenziati a seconda del settore economico di riferimento. La riduzione della frequenza degli infortuni arriva fino ad un massimo del 40,9% nel settore chimico, al 13,6% nel settore delle lavorazioni meccanico agricole. La riduzione complessiva per le aziende certificate dell’indice di gravità è pari al 29,2 %, anche in questo caso con un’ampia variabilità tra settori.

Nelle aziende con una certificazione accreditata del proprio Sgsl-Sistema di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro gli infortuni diminuiscono in media del 22,6% per indice di frequenza e del 29,2% per gravità, con riduzioni importanti anche in settori ad alto rischio come quello delle costruzioni edili. Analizzando le diverse tipologie di attività, per le imprese certificate l’indice di frequenza si riduce rispetto alle non certificate da un minimo del -13,6% nelle lavorazioni meccanico agricole, pesca, allevamenti a un massimo del -40,9% nella chimica, mentre la diminuzione dell’indice di gravità è compresa tra il -12,9% della metallurgia e il -38,8% delle industrie tessili e della confezione.


A sei anni dall’edizione precedente il nuovo studio Inail-Accredia, realizzato su un campione composto da circa 26mila aziende certificate e altrettante non certificate utilizzando la serie storica degli infortuni accaduti nel periodo 2017-2021, rileva anche la crescita progressiva delle aziende italiane che hanno certificato il proprio Sgsl, comprese moltissime piccole imprese, e degli enti di certificazione che si sono accreditati per operare sul mercato seguendo le regole adottate a livello internazionale. Con l’unica eccezione del 2018, anno in cui sono stati rilasciati i primi certificati per la Uni Iso 45001, che ha sostituito lo standard britannico Ohsas 18001 come norma di riferimento, negli ultimi 12 anni il numero delle aziende certificate è aumentato costantemente, dalle 9.168 del 2012 alle 32.002 del 2023. Il principale comparto per numero di siti con Sgsl certificato sotto accreditamento sono le costruzioni con 4.701 unità. Quote elevate di diffusione dei Sgsl rispetto al totale dei sistemi certificati sotto accreditamento (qualità, ambiente, sicurezza eccetera), pari a circa il 50%, si rilevano nei settori del rifornimento di energia elettrica e della fornitura di acqua, mentre nei trasporti, nella logistica e nelle
comunicazioni il rapporto è di un sito aziendale su tre.

Per il commissario straordinario dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo, «l’evidenza di una significativa riduzione della frequenza e della gravità degli infortuni nelle aziende con Sgsl certificato confermata da questo studio, che ci spinge a rinnovare il nostro impegno per sostenere la redazione delle norme gestionali, creare strumenti applicativi e linee di indirizzo di settore, collaborare nella predisposizione delle regole di accreditamento e certificazione, e aiutare economicamente le aziende che decidono di dotarsi di questi strumenti di gestione aziendale della salute e sicurezza sul lavoro. L’evoluzione normativa e regolamentare avvenuta nel corso degli anni che ha portato a questi notevoli risultati non va però considerata un punto di arrivo, ma il frutto di un percorso
ancora in essere. Ci attendiamo, infatti, ulteriori miglioramenti che contribuiscano, da un lato, ad aumentare la diffusione dei Sgsl
certificati e dei modelli di organizzazione, gestione e controllo asseverati e, dall’altro, a ridurre ancora di più gli infortuni anche
tra le aziende certificate».

«Il primo vero strumento per fare prevenzione sono le statistiche - spiega Massimo De Felice, presidente di Accredia - perché avere la capacità di raccogliere una ricca base dati sul fenomeno permette di identificare cause e criticità da affrontare. Occorre inoltre sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale per migliorare le attività di vigilanza e investire su ambiti di formazione che siano molto operativi, ispirati alla soluzione dei problemi e volti a mostrare come la prevenzione debba essere effettivamente fatta dalle imprese». I risultati della ricerca realizzata con l’Inail, ha aggiunto De Felice, «indicano linee strategiche utili da considerare e generalizzare, in cui il ruolo della certificazione sotto accreditamento dei Sgsl e dei modelli organizzativi e gestionali risalta come fattore rilevante per mitigare il rischio. La certificazione, se ben realizzata, può infatti offrire un sostegno prezioso per dare concreta efficacia alla ottemperanza delle norme».

Per contribuire all’adozione sempre più diffusa dei Sgsl e dei modelli organizzativi e gestionali da parte delle imprese che operano in Italia, a partire dall’edizione 2018 l’Inail ha introdotto uno stanziamento dedicato nel bando Isi, l’iniziativa che dal 2010 sostiene con incentivi a fondo perduto la realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il bando 2023, in particolare, ha messo complessivamente a disposizione per questo tipo di interventi cinque milioni di euro. Il contributo copre il 65% delle spese ammissibili ed è compreso tra un minimo di 5mila e un massimo di 130mila euro, stabilito in base alla complessità dell’azienda e al numero dei dipendenti. Altri strumenti per supportare il mondo produttivo comprendono il software Co&Si, applicativo per la stima dei costi economici per la salute e la sicurezza sostenuti dal datore di lavoro, e il rating di sinistrosità e prevenzione messo a punto dall’Istituto per una valutazione complessiva delle imprese, a partire da quelle della committenza pubblica, dal punto di vista della sicurezza.


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