martedì 20 febbraio 2018
Alla multinazionale francese un piano per uscite programmate destinato ai lavoratori più anziani
Incentivi alla pensione per far posto ai giovani
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Una scelta controcorrente, un segnale di speranza in una economia come quella dell’Umbria, che negli ultimi anni sta soffrendo per la crisi che ha messo a terra alcune delle principali aziende con sede nel territorio. La Faurecia, multinazionale francese leader nella produzione di impianti per il controllo emissioni di autovetture e uno dei maggiori fornitori di equipaggiamento automobilistico al mondo, con 330 sedi fra le quali una anche a Terni, ha deciso di avviare una procedura di incentivazione per l’uscita volontaria destinata ai lavoratori più anziani. Con un obiettivo chiaro: fare spazio ai giovani. Saranno inizialmente 15 le uscite program- mate, con altrettante assunzioni - dirette, non di lavoro somministrato per giovani lavoratori, ma dovrebbe essere solo l’avvio del ciclo di ricambio.

A comunicarlo sono state le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, al termine di un incontro con i vertici della multinazionale: «I lavoratori - spiegano i sindacati - andranno ad incrementare la forza lavoro a fronte del piano industriale di sviluppo già attuativo che l’azienda sta portando avanti'. Non solo: l’azienda ha comunicato che parte dei contratti attualmente a tempo determinato saranno trasformati in tempi indeterminati». Nei mesi, scorsi l’azienda aveva illustrato il piano trasformazione aziendale del sito umbro che porterà, nell’arco di tre anni, al raddoppio dei volumi, al rafforzamento della leadership nella fascia ’premium’ e alla trasformazione dello stabilimento secondo la logica digital 4.0. Il sito ternano, attivo dal 1998 ma entrato nel gruppo nel 2010, fa parte dell’area Faurecia Clean Mobility (Fcm), l’area di business del Gruppo Faurecia che si occupa di sistemi controllo emissioni per veicoli, presente in Italia con uno stabilimento produttivo a Terni e un ufficio commerciale a Torino e che conta in tutto il mondo oltre 21 mila lavoratori ed un fatturato di 4,2 miliardi di euro. «Come organizzazioni sindacali - proseguono Fi, Fiom e Ulim - crediamo che l’insieme di queste operazioni, che vedranno uno sviluppo positivo con conseguente incremento occupazionale, siano l’esempio di come investimenti, progetti e innovazione non sempre portano a razionalizzazioni ma possano, al contrario, essere l’opportunità per crescere e creare nuovo lavoro. É importante anche l’attenzione ed il riconoscimento verso le maestranze che si è concretizzato nei giorni scorsi, tra azienda e delegati Rsu, attraverso la sottoscrizione di avanzamenti di livello e ripristino del premio aziendale'. I sindacati vorrebbero esportare questo stesso modello anche nell’altra grande multinazionale cittadina, l’Ast.

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