giovedì 10 luglio 2014
La scomparsa del lavoro per i giovani è costata al nostro Paese più di 152 miliardi di euro.
COMMENTA E CONDIVIDI
In quasi dieci anni si sono persi 2,3 milioni di posti di lavoro tra i ragazzi di 18-34 anni e gli occupati under 35 sono diminuiti di 12,7 punti percentuali dal 58,7% del 2004 al 46% del 2013. Sono i dati del Censis e del Forum Ania-Consumatori. La scomparsa del lavoro per i giovani è costata al nostro Paese più di 152 miliardi di euro. La mancata creazione di valore economico dovuta alla crisi del lavoro giovanile corrisponde alla somma del Pil di tre Paesi europei come la Croazia, la Slovacchia e la Lituania. Sono 3,2 milioni i ragazzi che pensano che sarebbe il caso di emigrare e trasferirsi all'estero. Anche perché, anche tra quelli vivono fuori casa, 980mila non riescono a coprire le spese mensili con il proprio reddito e 2,3 milioni ricevono regolarmente o frequentemente una ''paghetta'' dai genitori. Il 43,2% dei millennials, i nati tra gli anni '80 e il '96, si dice preoccupato per il proprio futuro, rispetto al 29,2% dei cittadini italiani. Il 26,6% dei giovani prova ansia per l'assenza di una rete di protezione, il 17,9% vive uno stato di incertezza e solo il 12,3% si dichiara abbastanza sicuro. ''La crisi e i suoi riflessi negativi sull'occupazione - afferma il presidente del Forum Ania-Consumatori, Silvano Andriani - in particolare quella giovanile, hanno contribuito a portare a un impoverimento materiale di ampie fasce di cittadinanza. Assicuratori e consumatori concordano sulla urgenza di intervenire su questo fronte, per un welfare più equo, efficace ed economicamente sostenibile, che sia in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini''.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: