venerdì 27 luglio 2012
«Non c'è alcuna intenzione da parte del gruppo Riva di lasciare Taranto»: lo ha affermato il presidente dell'Ilva Taranto Bruno Ferrante. Si terrà il 3 agosto l'udienza del Tribunale del Riesame sul provvedimento del gip del Tribunale di Taranto che ha disposto gli arresti domiciliari per otto dirigenti ed ex dirigenti dell'acciaieria. Squinzi: a rischio la vocazione industriale del Paese. Clini: morti del passato non imputabili agli impianti oggi in funzione.
Bivio inesorabile, conciliazione necessaria di Domenico Delle Foglie
Mirabelli: «Salute e lavoro non sono in alternativa»
Padre Nicola Preziuso, cappellano dell'Ilva e responsabile diocesano per la pastorale del lavoro (Radio inBlu)
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Lo sciopero a oltranza dei lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto, che era stato indetto ieri pomeriggio, poco prima della notifica del provvedimento di sequestro da parte della magistratura, terminerà domani mattina alle 7. Lo annunciano in una nota Fim, Fiom e Uilm. Si tratta, però solo di una tregua. È stato fissato infatti uno sciopero di 24 ore con assemblea pubblica dalle ore 7 del 2 agosto, il giorno prima dell'udienza in cui il tribunale del riesame esaminerà il ricorso dell'azienda contro il provvedimento di sequestro e l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di otto tra dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva.«GRUPPO RIVA NON VUOLE LASCIARE LA CITTA'»​"Non c'è alcuna intenzione da parte del gruppo Riva di lasciare Taranto" lo ha affermato il presidente dell'Ilva Taranto Bruno Ferrante nel corso di una conferenza stampa in cui, pur ribadendo il rispetto per il ruolo della magistratura, ha rivendicato il pieno di diritto di tutelarsi. "Se c'è diponibilità al confronto Ilva non si sottrae - ha aggiunto - noi siamo sicuri che in questo Paese si possano coniugare ambiente, salute, sicurezza, lavoro e impresa".IL 3 AGOSTO UDIENZA RIESAMEÈ stata fissata al 3 agosto l'udienza del Tribunale del Riesame sul provvedimento del gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco che ha disposto gli arresti domiciliari per otto dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva e ha sequestrato gli impianti più importanti nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento ambientale dello stabilimento siderurgico. Il collegio è presieduto da Antonio Morelli. Entro cinque giorni dovrebbe svolgersi anche l'interrogatorio di garanzia degli otto dirigenti finiti agli arresti domiciliari. Le due procedure quelle degli interrogatori davanti al gip e l'udienza del Riesame viaggiano su binari diversi, "prescindono uno dall'altro", spiega il procuratore capo Franco Sebastio.SQUINZI: A RISCHIO VOCAZIONE INDUSTRIALE DEL PAESE"Siamo molto preoccupati per lo stabilimento Ilva di Taranto", così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, interviene all'indomani dei provvedimenti del gip di Taranto. Il leader degli industriali sottolinea che "non sono solo a rischio le sorti della prima acciaieria di Europa, di decine di migliaia di lavoratori e di un intero territorio; ad essere a rischio, proprio in un momento così delicato per l'Italia, è la stessa vocazione industriale del nostro paese. Un provvedimento di questo tipo colpisce un'azienda che ha lavorato nel corso degli anni per adeguarsi alle norme ambientali e rappresenta un segnale difficile da comprendere per gli investitori, soprattutto esteri".LA PERIZIA: IN 13 ANNI 386 DECESSI PER EMISSIONI IMPIANTOIn 13 anni di osservazione, dal 1998 al 2010, "sono attribuibili alle emissioni industriali 386 decessi totali (30 per anno), ovvero l'1.4% della mortalità totale, la gran parte per cause cardiache". È quanto emerge dagli atti giudiziari che hanno portato al sequestro dell'Ilva di Taranto. Il dato - contenuto nel provvedimento cautelare - è stato riferito dal perito Francesco Forastiere durante la sua audizione nel corso dell'incidente probatorio.Il perito ha spiegato che l'esame ha riguardato una coorte di 321.356 residenti nei Comuni di Taranto, Statte e Massafra. "Sono altresì attribuibili - scrive il gip riportando passaggi dell'audizione di Forastiere - 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 937 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno), in gran parte nella popolazione di età pediatrica (638 casi totali, 49 per anno)". "In conclusione - annota il gip Patrizia Todisco - l'esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte". "I periti hanno più volte ribadito, nel corso dell'esame orale, come - sottolinea il gip - 'lo stato di salute della popolazione di Taranto sia di indubbia compromissione, e che a causa dell'inquinamento ambientale in atto 'la situazione sanitaria di Taranto sia grave, tenuto anche conto del confronto con la popolazione dell'intera regione Puglia".

CLINI: MORTI E MALATI NON CAUSATI DA IMPIANTI IN FUNZIONE"Deve essere separata dal punto di vista temporale, l'origine delle malattie" rilevate nelle analisi epidemiologiche "dalla situazione attuale. L'inquinamento da diossina in atmosfera, negli ultimi tre anni, è diminuito di centinaia di volte". Lo dice il ministro dell'ambiente Corrado Clini a Skytg24. "È un errore pensare che le morti che ci sono state in decenni siano causate dagli impianti di oggi", aggiunge Clini. E ribadisce quando scandendo: "I casi di morte e di malattia riscontrati in decenni di analisi, non possono essere riferiti alla situazione attuale degli impianti, che sono diversi, per emissioni e tecnologie, da quelli in uso 15 anni fa".

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