venerdì 1 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
«Si è raggiunto un difficile e complicato equilibrio che speriamo non venga alterato, altrimenti servirà un ulteriore passaggio al Senato»: a dirlo è Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo settore, in riferimento all’approvazione nei giorni scorsi a Palazzo Madama della legge delega per la Riforma del Terzo settore. Alcune modifiche degli ultimi giorni, in particolare, «hanno fatto virare il nostro giudizio – dice – in senso molto positivo». Quali sono le modifiche a cui si riferisce? Per esempio il fatto che ora le associazioni che gestiscono poche decine di migliaia di euro, costantemente e non saltuariamente, con cui si autofinanziano, non siano considerate alla stregua di imprese e quindi obbligate a pratiche burocratiche come il bilancio. Ma anche la questione del rimborso spese per i volontari: dev’essere regolamentato, perché accanto a situazioni virtuose, in cui è evidente che non si tratta di secondi redditi o lavori nascosti, ve ne sono altre in cui va verificato se i rimborsi, ingenti, corrispondano a spese effettive. Ma l’esistenza dei rimborsi garantisce che tutti i cittadini, non solo i più abbienti, possano fare volontariato. Il dibattito si è acceso negli ultimi giorni soprattutto intorno alle imprese sociali, alla possibilità che distribuiscano utili… Anche qui è stato messo un paletto importante: prima la possibilità di distribuzione di utili era prevista in analogia a quanto avviene per le cooperative a mutualità prevalente, ora si dice più precisamente 'nei limiti' di quanto previsto per la cooperazione. Ciò assicura che chi entra e investe negli ambiti tipici di attività del Terzo settore lo faccia non per interesse ma per impegno civico. Se la Camera non modificherà il testo uscito dal Senato, la partita si sposterà sui decreti delegati. Quali sono i suoi auspici al riguardo? Un punto su cui richiamerei l’attenzione sono i criteri applicabili alle organizzazioni non profit nella gestione delle risorse. Non v’è alcun dubbio che si debba farlo con correttezza e trasparenza. E che il Terzo settore debba recitare il mea culpa, perché si è occupato più del fare che del rendicontare, non tanto alle istituzioni quanto alla comunità, ai cittadini. Ma quando si parla di efficienza ed economicità, occorre fare attenzione: esasperando questi concetti, costi come quelli legati alle assemblee delle associazioni di grandi dimensioni, molto partecipate da membri e simpatizzanti, non sono giustificabili. Solo che senza quei costi non esistiamo. In ambiti come questo, mi auguro i decreti delegati indichino la direzione più giusta. Il 'nuovo' Terzo settore che uscirà dalla riforma, sarà più capace di rispondere alle enormi sfide poste da una società gravemente ferita dalla crisi? Dobbiamo attendere i decreti delegati, ma le condizioni mi pare ci siano. Il tema centrale è sempre lo stesso: vogliamo facilitare l’impegno civico dei cittadini e tutto deve essere condizionato a questo elemento. Più sollecitiamo le persone a impegnarsi per il bene comune, più sapremo affrontare le fratture nella società. © RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: