giovedì 3 gennaio 2019
McKinsey lancia in Italia il progetto «Generation». Ha già diplomato 23mila studenti in 90 città di nove Paesi diversi
Il non profit contro la disoccupazione
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Un progetto non profit per ridurre la disoccupazione giovanile. Si chiama Generation ed è stato avviato da McKinsey & company. Sono circa 1,5 milioni i giovani senza lavoro e 600mila le posizioni aperte ogni anno difficili da coprire per le imprese. Per questo motivo, McKinsey & company ha deciso di avviare anche nel nostro Paese un progetto globale creato nel 2015 con l’obiettivo di contribuire a colmare questo divario.

A tre anni dalla sua costituzione, Generation ha diplomato oltre 23mila studenti in 90 città in nove nazioni. In Italia, secondo Paese europeo dopo la Spagna in cui è stato avviato il programma, McKinsey ha costituito una fondazione non profit e lanciato a Roma il primo progetto pilota in ambito retail, con due classi del corso Eccellenza nel punto vendita in partnership con due importanti centri commerciali della città. I partecipanti sono stati selezionati tra oltre 800 candidature: 260 candidati hanno superato il test on line e 150 sono stati intervistati dal team di Generation. Cinquanta di questi – tra i 18 e 29 anni, metà uomini e metà donne, nove laureati e 41 diplomati – sono stati individuati per partecipare ai corsi, al termine dei quali hanno sostenuto colloqui per le posizioni aperte all’interno dei negozi partner dell’iniziativa. A quattro settimane dal completamento della formazione, l’82% dei giovani ha ottenuto un contratto.

«La disoccupazione giovanile rappresenta uno dei temi più rilevanti nel nostro Paese e riteniamo debba essere affrontato con assoluta priorità – ha affermato Massimo Giordano, Managing Partner McKinsey Mediterraneo –. Con il progetto Generation, McKinsey offre il proprio contributo per facilitare l’incontro tra imprese e giovani motivati e in possesso delle competenze richieste. In Italia abbiamo costituito una fondazione non profit che ha l’obiettivo di aiutare fino a 5mila ragazzi a trovare un’occupazione nei prossimi 3-4 anni. La metodologia utilizzata si differenzia poiché parte dalle esigenze delle aziende per identificare i gap formativi».

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