mercoledì 7 settembre 2016
In 63mila al test di Medicina (nella foto alcuni candidati in fila), ma solo uno su sei potrà iscriversiStudenti contro il numero chiuso. Il sindacato: «Nel 2020 avremo 20mila disoccupati».
Il fascino del camice bianco
COMMENTA E CONDIVIDI
Dalla sindrome di Klinefelter alle triplette che costituiscono il codice genetico, dalle cellule eucariotiche al peso di una molecola di anidride carbonica, passando per il Piano Marshall e il pensiero illuminista in Italia. Sono alcune delle sessanta domande (di logica, cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica) del test di Medicina e Odontoiatria, sottoposte ai 62.695 candidati che ieri si sono cimentati nel test d’ingresso alle Università. Rispetto allo scorso anno accademico, i candidati sono stati duemila in più, segno che la professione medica è ancora un’opzione preferenziale per i giovani, anche se per tanti è destinata a restare un miraggio. Complessivamente, infatti, i posti a disposizione sono 10.132 (9.224 per Medicina e 908 per Odontoiatria) e questo significa che, mediamente, soltanto un candidato su sei alla fine riuscirà a immatricolarsi. Contro il sistema del “numero chiuso”, anche quest’anno è andata in scena la protesta delle associazioni studentesche, con tanto di blitz notturno al Ministero dell’Istruzione dell’Udu e della Rete degli studenti medi. «Quella che avviene con il test – spiega Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu – è una selezione che di fatto si basa su elementi aleatori, e su cui incidono fortemente una serie di fattori che nulla hanno a che vedere con la capacità e la volontà del candidato di affrontare un determinato corso di studi». Al termine della prova, comunque, i candidati hanno “promosso” il test. Secondo una rilevazione di Skuola.net (che ha calcolato anche che, soltanto con le tasse di iscrizione al test, le Università hanno incamerato circa 3 milioni di euro), circa il 34% dei candidati ammette di aver trovato molto facile la prova e un ulteriore 42% non ha comunque trovato grosse difficoltà. Contro il numero chiuso si è schierato anche il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che propone di adottare il “modello francese”. «In Francia – spiega Rienzi – le matricole del corso di medicina devono finire il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami: così facendo la selezione avviene sulla base di reali meriti e non sulla base di una prova spesso irregolare e priva di ogni senso logico». Contro il sistema di «formazione dei medici» punta il dito il segretario del sindacato Anaao Assomed, Costantino Troise. «La formazione dei medici rimane un buco nero che rischia di ingoiare il futu- ro non solo delle nuove generazioni, ma anche del Servizio Sanitario Nazionale, producendo schiere di futuri medici inoccupati o disoccupati», dice Troise. La mancanza di una programmazione numerica rispetto alle reali esigenze, osserva Troise, «vede crescere medici laureati, ma inoccupati e disoccupati, all’inseguimento di un accesso alla formazione specialistica. Tra il 2020 ed il 2022 essi costituiranno una sacca di almeno 20mila medici, ideale serbatoio per precariato e caporalato 2.0». Dopo quelli di Medicina, oggi sarà la volta delle prove per Veterinaria (655 posti) mentre domani si svolgeranno i test per i 6.991 posti di Architettura. Le graduatorie nazionali saranno pubblicate su www.universitaly.it il 4 ottobre, giorno di apertura delle immatricolazioni. 
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: