giovedì 11 gennaio 2018
Nel primo semestre 2017, infatti, l'inflazione ha ripreso a crescere; solo Dirigenti e Quadri hanno visto aumentare la retribuzione di più rispetto all'inflazione (1,2%)
I salari reggono grazie alla parte variabile
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Gli stipendi italiani reggono l'onda d'urto della ripresa dell'inflazione grazie alla crescita registrata per lo più dalla componente variabile delle retribuzioni. È la fotografia mostrata dalla XXIV edizione del Rapporto sulle Retribuzioni in Italia elaborato da OD&M Consulting, società di Gi Group specializzata in Hr Consulting, a partire da analisi che fanno riferimento ad un database di oltre 480mila lavoratori del settore privato.

Nel primo semestre 2017, infatti, l'inflazione ha ripreso a crescere; solo Dirigenti e Quadri hanno visto aumentare la retribuzione di più rispetto all'inflazione NIC (1,2%), mentre l'incremento dell'inflazione dei beni ad alta frequenza d'acquisto (1,9%) è stata superiore agli incrementi retributivi di tutte le categorie.
Nel dettaglio i Quadri hanno raggiunto i 59.782 euro di Retribuzione Totale Annua per un aumento medio di categoria dell'1,5% sul 2016, i Dirigenti i 129.437 euro per un più 1,2%, gli Operai i 26.650 euro segnando un incremento dell'1,1% e gli Impiegati i 31.035 euro per una crescita pari allo 0,4%. Di seguito i dettagli per singola categoria di inquadramento nel primo semestre 2017. Nel primo semestre 2017 è cresciuto il peso della retribuzione variabile su quella base raggiungendo per tutte le categorie il livello più alto del quinquennio: il 13,8% per i Dirigenti (equivalente a più di 15.600 euro), l'8% per i Quadri (4.400 euro), il 3,4% per gli Impiegati (1.000 euro), il 3,2% per gli Operai (800 euro circa).Se si esamina, però, chi ha effettivamente percepito il variabile, il peso di questa componente su quella fissa arriva al 20% per i Dirigenti, al 13% per i Quadri, al 9% per gli Impiegati e al 6% per gli Operai. In particolare, si segnala come nel periodo 2016 - primo semestre 2017 sia cresciuto in modo considerevole il numero di Quadri che ne hanno beneficiato (+8,1%).

Si conferma, poi, l'importanza di benefit e servizi di welfare aziendale in ottica di Total remuneration determinando un aumento effettivo del percepito tra il 18 e il 21% degli stipendi a seconda della categoria.
Se si valorizzano i servizi di cui si può beneficiare, i Dirigenti arrivano, infatti, a guadagnare quasi 151.918 euro, i Quadri 72.383 euro, gli Impiegati di area vendite 36.627 euro, considerando un valore medio lordo per un pacchetto composto da piano di welfare, auto e cellulare aziendale, sanità, previdenza e polizze integrative corrispondente a 22.481 euro per i Dirigenti, 12.601 euro per i Quadri, 5.654 euro per gli Impiegati delle vendite.

Rispetto alla precedente rilevazione, nel primo semestre 2017 si registra un andamento altalenante del 'gap di genere', ovvero dello scostamento tra il livello retributivo di donne e uomini a parità di inquadramento. Pur tendendo a diminuire tra le donne che hanno percepito una retribuzione variabile, aumenta per Dirigenti e Impiegati, che raggiungono rispettivamente un differenziale dell'11,8% per i primi (equivalenti a 14.076 euro) e del 13,6% per i secondi (equivalente a 3.982 euro in meno per le impiegate), mentre è in diminuzione per Quadri e Operai per i quali si registrano 4.683 euro di differenza per le donne Quadro (8,3%) e 2.032 euro di delta per le Operaie (8,1%).

Per quanto riguarda chi sta facendo il suo ingresso nel mondo del lavoro, la laurea tende a ridurre il gap di genere. Sul fronte dei giovani, infatti, il gap è più contenuto tra i laureati con una differenza di stipendio del 7,8% (pari a 2.040 euro) per i ragazzi con 1-2 anni di esperienza rispetto alle ragazze. La differenza si accentua tra i non laureati arrivando al 10,4% (circa 2.411 euro) a favore dei ragazzi rispetto alle ragazze con di 3-5 anni di seniority, mentre fra i laureati con 3-5 anni di seniority il gap di genere rimane quasi costante (8,1%).

Il Rapporto mostra come i giovani laureati percepiscano una retribuzione più alta rispetto a chi non possiede tale titolo con una differenza che oscilla tra il 17,8% e il 18,7% sulla Rta in base agli anni di esperienza lavorativa conseguita.

Inoltre, i laureati con 1-2 anni di esperienza (27.437 euro di Rta media) guadagnano più dei non laureati con 3-5 anni di seniority (25.076 euro) per una differenza del 9,4%.Il 24° Rapporto sulle Retribuzioni fotografa per la prima volta anche gli stipendi dei laureati alla prima occupazione in base alla tipologia di laurea; per chi ha conseguito una laurea triennale la Rba (Retribuzione Base Annua) rilevata è di 22.850 euro, mentre chi ha raggiunto la laurea magistrale la Rba media è di 25.600 euro.

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