martedì 25 agosto 2009
Nasce la Federazione dei ««social network» italiani finalizzati al business: sono quelle comunità economiche che permettono di fare affari, cercare e trovare lavoro o trovare un partner per un progetto su Internet. Che negli ultimi anni si sono sviluppate legandosi al territorio, da «MilanoIn» a «VenetoIn» e CagliariIn. Ecco i settori industriali all'epoca del Web.
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La crisi non ha risparmiato nessuno, senza fare differenze fra aree geografiche, grado di sviluppo o tipo di attività economica. Ma c’è un settore, legato ad Internet, che continua a crescere: è quello dei social network, che hanno in Facebook il loro esponente senz’altro più famoso. All’interno dei social network, c’è poi una categoria nata e sviluppatasi, in modo trasparente, con specifiche finalità di business, allo scopo cioè di creare relazioni fra chi vuol fare affari o semplicemente cambiar lavoro, o trovare partner per un progetto. Sono detti business social network e il loro capostipite è stato LinkedIn, ora incalzato da concorrenti come Xing o Viadeo. Proprio al modello di LinkedIn si sono ispirati una serie di piccoli business social network italiani, che hanno però operato una scelta in un certo senso opposta alla tendenza verso il globale che è propria di Internet: si sono caratterizzati su base locale, città per città, legandosi cioè alla realtà del proprio territorio e in qualche modo volendola rappresentare. E insieme alle relazioni virtuali hanno coltivato quelle reali, organizzando incontri, eventi, dibattiti, per conoscersi e frequentarsi non solo sul web ma anche dal vivo. Ora, dopo una partenza avvenuta in sordina, quasi per gioco (il primo è stato MilanIn, che ha tratto evidente ispirazione da LinkedIn anche nel nome), e dopo essere costantemente cresciuti nel corso degli anni, hanno deciso di darsi una struttura più stabile, e visibile, a livello nazionale. È nata così la Federazione nazionale ClubIn (sito web ufficiale www.clubin.biz), formalmente costituita proprio quest’estate, che si auto-definisce «la più grande operazione di social networking in Italia», probabilmente a ragione. La federazione si compone attualmente di 13 ClubIn locali: oltre a MilanIn (da solo raccoglie più di 5mila iscritti e festeggerà le sue prime quattro candeline il 21 settembre, ovviamente a Milano) ci sono FlorenceIn (la cui presidente aveva ricevuto una proposta per candidarsi con una lista civica alle ultime elezioni amministrative), CagliariIn (sta preparando le attività in vista di Expo 2015, dato che Cagliari è stata nominata Porta Sud di Expo), LiguriaIn e VenetoIn, che costituiscono i 5 club ufficiali rappresentati nella giunta della federazione. E poi MarcheIn, FriuliIn, TurinIn, BresciaIn, PalermoIn, TrentoIn, ModenaIn e NaplesIn. Con un’altra trentina di città che hanno già manifestato interesse ad unirsi alla federazione, alcune anche dall’estero, appena oltre confine, come Lugano o Montecarlo. Gli iscritti hanno ormai superato le 10mila persone, fra le quali figurano soprattutto imprenditori, dirigenti e manager, liberi professionisti e lavoratori autonomi free-lance, provenienti un po’ da tutti i settori. L’appuntamento è ora per l’inizio del 2010, quando è prevista la prima convention nazionale con cui i ClubIn italiani, che stanno anche preparando il lancio di una web tv, si presenteranno al mondo. Per andare ancora più lontano, non solo virtualmente.
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