mercoledì 25 ottobre 2023
I corsi, a un costo accessibile, sono organizzati da Avvenire e da Rete Sicomoro: «Buone pratiche da valorizzare»
«Formarsi sulla gestione dei rischi»: a novembre il nuovo corso online

Ansa

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«Perché mi sono scritta? Perché ritengo, e così i miei colleghi, che anche in un ambiente come quello del Terzo settore servano professionisti ben formati e che non si limitino alle conoscenze già acquisite, ma che le rinnovino stando sempre al passo con regolamenti e innovazioni che coinvolgono questo comparto». Luisa Rozio, una formazione e diversi anni di lavoro alle spalle da assistente sociale, oggi lavora a Mondovì, in provincia di Cuneo, per il gruppo assicurativo Gastaldi-Assicuraci, seguendo tra l’altro proprio il Terzo settore insieme ad altri due colleghi. Rozio è tra gli iscritti al corso di formazione organizzato da Avvenire e Rete Sicomoro sul tema “La gestione integrata dei rischi: responsabilità, sicurezza, privacy e altre tutele”, in programma online dall’8 al 29 novembre e al quale è ancora possibile iscriversi per una durata totale di 8 ore di lezioni. Il corso si rivolge a tutti coloro che intendono acquisire competenze da utilizzare soprattutto nell’ambito delle realtà non profit, ma non solo. «Non sono molti i corsi di formazione sul terzo settore – spiega Rozio –. Una volta finito, cercherò di trasmettere le informazioni acquisite anche ai miei colleghi».

Le norme che cambiano continuamente, la sicurezza sul lavoro che non è mai abbastanza, il tema cruciale della privacy, le buone pratiche da cui prendere esempio e a cui ispirarsi: sono tanti i motivi per cui aggiornarsi resta fondamentale. La responsabilità di amministratori e dipendenti che si occupano sia di strutture più semplici che complesse è sempre più chiamata in causa. Emanuele Occhipinti, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Ragusa, è un altro degli iscritti al corso. «Anche nel Terzo settore c’è bisogno di una maggiore “compliance”, di ottemperare in maniera corretta alle normative, dal punto di vista della trasparenza, dell’attenzione alla privacy, delle pratiche gestionali, non si può essere approssimativi – sottolinea –. Grazie alla formazione, credo si possa essere più tranquilli sia per le proprie responsabilità che per la reputazione degli organismi che si gestiscono». Anche Occhipinti, dunque, evidenzia la «necessità di avere una formazione permanente, perché le circolari non bastano». L’avvocato Tomas Chiaramonte, docente del corso, chiarisce quali sono alcuni dei rischi che corrono enti profit e non profit, che magari si occupano di servizi alla persona. «I rischi – spiega – sono quelli tipici delle aziende di produzione di beni e servizi con l’aggiunta della delicatezza ulteriore legata alla cura di persone talvolta molto vulnerabili: dai rischi di infortunio dei lavoratori (Tu 81/2008), al rischio di commettere reati (D. Lgs 231/2001), dai rischi derivanti dalla trasformazione e dal confezionamento di cibi (Haccp), a quelli relativi alla salute dell’utente (Legge Gelli-Bianco), fino al più conosciuto rischio legato al trattamento di dati personali (Gdpr 679/2016). Secondo Chiaramonte, inoltre, «la (spesso taciuta) convinzione per cui concentrarsi sulla capacità di minimizzare i rischi aziendali sia un costo più che un investimento è purtroppo ancora piuttosto diffusa. Ancora più diffusa è la tendenza ad esternalizzare totalmente la gestione dei modelli organizzativi di minimizzazione dei rischi per mantenere velocità ed economicità dei processi». «Spesso, invece, – conclude il docente – sviluppare processi interni volti quantomeno alla valorizzazione di buone pratiche per la gestione integrata dei rischi aumenta le competenze specifiche e le diffonde tra i lavoratori, sviluppa una cultura organizzativa e riduce notevolmente il pericolo di dover far fronte, quando oramai è troppo tardi, a danni che possono avere anche notevoli impatti negativi dal punto di vista umano, economico e reputazionale».

Quello sulla gestione integrata dei rischi è il terzo corso del primo ciclo di formazione organizzato da Avvenire ad un costo accessibile. Il primo, a settembre, ha avuto come tema l’organizzazione delle raccolte fondi, il secondo, nelle scorse settimane, la partecipazione ai bandi di finanziamento europei. Altre proposte sono poi in arrivo per il nuovo anno, rivolte non solo a chi lavora nel Terzo settore, ma anche ad imprese pubbliche e private, così come a liberi professionisti o a studenti che intendano specializzarsi in questi ambiti.

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