martedì 7 febbraio 2012
Il governo greco si riunirà domani per approvare l'accordo sul piano di austerità e ottenere in cambio gli aiuti internazionali. Solo qualche tafferuglio alle manifestazioni di protesta. Il presidente Ue frena: «Un fallimento ci costerebbe di più che continuare ad aiutarla».
COMMENTA E CONDIVIDI
Il governo greco si riunirà domani verso mezzogiorno per approvare l'accordo sulle misure di austerità e ottenere in cambio gli aiuti internazionali. Lo ha detto un portavoce del governo di Atene  precisando che stanotte il premier Lucas Papademos diramerà un comunicato al termine dell'incontro con i leader dei partiti politici sul nuovo piano di tagli e che l'Eurogruppo sul salvataggio della Grecia potrebbe essere convocato il 9 febbraio.SCIOPERO SENZA GRAVI INCIDENTISi sono concluse questo pomeriggio senza gravi incidenti le manifestazioni di protesta svoltesi ad Atene contro le nuove misure di austerity richieste al governo ellenico dai rappresentanti della troika. Con la consueta marcia fino al Parlamento si è conclusa la dimostrazione del Pame, il sindacato vicino al Partito Comunista, iniziata stamani alle 11 con il raduno degli aderenti in Piazza Omonoia, una delle più centrali piazze di Atene. Giunti davanti al Parlamento, pur sotto una pioggia battente, i manifestanti hanno scandito slogan contro il governo e la troika e si sono quindi dispersi senza incidenti.Alla manifestazione era presente, come di consueto, il segretario generale del partito Aleka Papariga la quale, alla fine della manifestazione, ha dichiarato che «a questo punto, tutto è nelle mani del popolo. O li spazzerà via tutti, oppure butterà via inutilmente e senza risultato le lacrime e la rabbia per i vecchi e i nuovi pseudo-salvatori». In precedenza, durante la marcia verso il Parlamento dei partecipanti alla manifestazione di Gsee e di Adedy, i due maggiori sindacati del Paese che raggruppano il lavoratori del settore privato e di quello pubblico, è avvenuto qualche lieve tafferuglio fra la polizia e i dimostranti che sono arrivati fino alla scalinata che porta al Parlamento, a fianco del monumento al milite ignoto. La polizia in assetto antisommossa ha fatto uso di lacrimogeni per respingere i manifestanti che avevano già dato alle fiamme una bandiera tedesca e stavano per fare altrettanto con un vessillo recante la svastica nazista.IL PRESIDENTE UE BARROSO: "NO AL DEFAULT, CI COSTEREBBE PIU' DEGLI AIUTI"La prospettiva di un default della Grecia non è più tabù tra i corridoi dei palazzi di Bruxelles. Il giorno dopo il duro monito di Germania e Francia, che hanno ricordato ad Atene che il tempo per chiudere un accordo sta scadendo, ha fatto scalpore una dichiarazione del commissario europeo all'Agenda Digitale, Neelie Kroes, secondo cui l'eurozona può sopravvivere a un addio di Atene alla moneta unica.  "Quando un paese membro lascia non significa che c'è un uomo in mare - ha affermato il commissario olandese - Forse ho scelto delle parole infelici ma si dice sempre che se un paese viene lasciato uscire o chiede di andarsene allora l'intero edificio crollerà e ciò non è vero". Dalla Commissione Europea hanno provveduto subito a gettare acqua sul fuoco. "Vogliamo che la Grecia resti nell'Euro" ha affermato il portavoce Olivier Bailly, parlando di "uno scenario speculativo e poco probabile" ma aggiungendo che "tale scenario esiste". Più categorico il vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, secondo il quale l'addio di Atene alla moneta unica "è un periodo ipotetico dell'irrealtà". A sgombrare il campo è intervenuto lo stesso presidente della Commissione europea Jose Manuel Durao Barroso: "Vogliamo che la Grecia resti nell'euro, il costo di un default e della sua eventuale uscita sarebbe molto più elevato del costo di continuare a sostenerla".VERSO LA SCADENZA ULTIMATIVA DEL 13 FEBBRAIOMa intanto il termine ultimativo del 13 febbraio si avvicina sempre di più. Se sembra definito, almeno a grandi linee, l'accordo con i creditori privati sullo swap del debito, il fronte più caldo riguarda le durissime misure di austerità che il primo ministro greco Lucas Papademos ha negoziato con la troika composta da Ue, Fmi e Bce. Senza l'approvazione dei provvedimenti - che includono una riduzione del salario minimo pari al 20% e il taglio di 150 mila posti di lavoro nella pubblica amministrazione - non potrà essere avviato il nuovo programma di salvataggio da 130 miliardi senza il quale Atene non potrà rimborsare i 14,5 miliardi di obbligazioni in scadenza a marzo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: