giovedì 29 settembre 2022
Pil con il segno negativo a partire dal terzo trimestre dell'anno e per tutto il 2023, inflazione all'8,8%. La fiducia dei consumatori europei (indice Esi) ai minimi storici
Germania in recessione per il caro-energia

Germania in recessione per il caro-energia - Ansa

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La crisi economica legata al caro-energia mette a terra la Germania che si avvia verso la recessione. A comunicarlo in conferenza stampa i responsabili dei maggiori istituti economici tedeschi, Ifo-Ifw-Iwh-Rwi presentando il rapporto "Crisi energetica: inflazione, recessione, perdita di ricchezza". La commissione di esperti è formata da professori dell'Istituto Leibniz per la ricerca economica di Essen e Halle, l'Istituto Ifo di Monaco, l'Istituto di studi avanzati di Vienna e l'Istituto di Kiel per l'economia mondiale.

L'inflazione salirà dalla media dell'8,4% nel 2022 a una media dell'8,8% nel 2023. Solo nel 2024 la soglia del 2% sarà "di nuovo gradualmente raggiunta". A pesare sono soprattutto gli alti prezzi di gas ed energia. Il Pil tedesco è atteso in riduzione nel finale del terzo trimestre, nell'ultimo quarto e all'inizio del 2023. Per quest'anno gli esperti prevedono una crescita economica di solo 1,4% circa e per il 2023 un calo del Pil tedesco di circa lo 0,4%. Nel 2024 l'economia tedesca dovrebbe di nuovo crescere dell'1,9%.

A livello europeo si registra un crollo della fiducia dei consumatori europei nelle prospettive dell'economia. Una nuova flessione di 3,5 punti che porta il dato al "livello più basso di sempre" come emerge dai dati sull'andamento dell'indice Esi diffusi oggi dalla Commissione Ue.Nel complesso l'Esi - che misura il sentimento economico di industria, consumatori, servizi, commercio, costruzioni - ha registrato cali di 3,5 e 3,6 punti rispettivamente per l'insieme dell'Ue e per l'Eurozona. Per l'Italia la flessione dell'Esi è stata di 3,7 punti, la stessa dell'Olanda e inferiore solo a quella della Germania (4,8 punti).

Per l’Italia non è ancora arrivato il momento delle recessione, ma le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso. Ieri il governo ha ridotto da + 2,4 a + 0,6% le stime di crescita economica per il 2023. Un altro segnale poco incoraggiante arriva dai prezzi alla produzione dell’industria che fanno registrare nel mese di agosto una crescita del 40,1% rispetto all’anno scorso e del 2,8% su base mensile. Un aumento, particolarmente significativo per le costruizioni, legato anche in quetso caso ai prezzi delle forniture di gas ed energia elettrica.

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