giovedì 23 aprile 2020
Lunedì pre-vertice riservato dei capi di governo dei principali Paesi per trovare un accordo. I diplomatici parlano di una «buona atmosfera», ma il Consiglio Ue di oggi non sarà ancora risolutivo
Il Futuro dell'Europa. La ricostruzione passa dall'ok al Fondo

Ansa

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Se non altro, i diplomatici parlano di una «buona atmosfera », di «consapevolezza dell’urgenza». La video conferenza dei leader Ue di oggi, questo è chiaro, non sarà risolutiva. Anche se almeno vi sarà l’incarico alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen di preparare la proposta per il Fondo di ripresa, oltre a quello all’Eurogruppo di concludere entro giugno il lavoro sul pacchetto già deciso da 540 miliardi (Mes incluso).

Soprattutto, c’è voglia di ridurre i bisticci Nord-Sud, come dimostra una videoconferenza riservata, di cui si è appreso ieri, lunedì tra il premier Giuseppe Conte, la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e gli omologhi di Spagna e Olanda Pedro Sánchez e Mark Rutte. Se ne parlava da giorni, riuscire finalmente a farla è già un successo.

Un incontro definito da varie fonti «chiarificatore», servito a «rimuovere malintesi ». Raccontano di una Merkel irritata con Conte per le sue interviste alla Süddeutsche Zeitung e alla tv tedesca. Ma come, avrebbe detto, tutte le misure prese ora dall’Ue, dal piano di investimenti da 240 miliardi di euro della Bei ai 100 miliardi di Sure per le casse integrazione, vedono la Germania come maggior contributore, abbiamo appoggiato lo stop al Patto di stabilità e il libero utilizzo dei fondi Ue e tu continui a dire che non siamo solidali? Uno sfogo rientrato, dicono, grazie al tono conciliante di Conte. Il quale, insieme a Sanchez, ha ribadito che Roma e Madrid non chiedono di accollare al Nord i propri debiti.

L’Italia, ha chiarito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’intervista in uscita sul Financial Times, insisterà sulla necessità che il Recovery Fund funzioni con trasferimenti e non con prestiti, per «evitare un peso eccessivo sul peso pubblico dei singoli Stati». L’intenzione è evitare nuovi spettacoli di divisioni. Ieri un alto funzionario Ue rassicurava sulla scelta del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel di rinunciare a una dichiarazione congiunta dei 27, sostituita da una sua riassuntiva. «Non è il momento di mettersi a limare un testo in video conferenza - ha spiegato - con la dichiarazione del presidente è più facile concentrarsi sulla discussione ».

Del resto è già in programma a breve una nuova video conferenza, dopo che Von der Leyen avrà fatto la sua proposta. Il Fondo ormai non è più in discussione, e sta passando l’idea di finanziarlo con titoli Ue ad hoc emessi dalla Commissione con garanzia del bilancio Ue 2021-2027, anche se i dettagli restano da precisare. Certo è però che ci vorrà ancora tempo, le divergenze rimangono. Così Olanda, Austria, Finlandia, Germania insistono che dovrà trattarsi solo di prestiti, non sovvenzioni come chiede il Sud. Inoltre vari Paesi dell’Est, pur meno colpiti dalla pandemia, reclamano una fetta cospicua della torta. E poi c’è il legame con il bilancio a complicare le cose e la tempistica. La Germania è pronta a un netto aumento del suo contributo, mentre l’Olanda si oppone a una drastica modifica, considerando il Coronavirus «una crisi a breve termine». Sul bilancio serve l’unanimità, e, dicono fonti Ue, «si potrà trovare solo in un vertice fisico tra i leader, non in video». Si spera a giugno, dipenderà dalla pandemia.

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