mercoledì 4 maggio 2016
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«Siamo di fronte ad un bivio: o cambiamo davvero l’Europa e anche il nostro Paese, mettendo al centro il valore del lavoro o rincorreremo ancora la crisi, come ha confermato oggi (ieri, ndr) la Commissione Ue che ha rivisto al ribasso le stime del Pil per il nostro Paese nel 2016». Ad affermarlo in una nota è stata il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, al Consiglio generale della Cisl di Latina. Ormai, spiega Furlan, «è chiaro anche al nostro governo che non basta contrattare qualche decimale in più a livello europeo per avere più crescita, più occupazione e sviluppo. Occorre ben altro. Il Fiscal compact è il vero freno a mano per la crescita del Pil. Per questo è troppo flebile il messaggio di cambiamento dello statuto economico europeo». Per il leader della Cisl, «bisogna far passare il principio che tutte le risorse che si investono in infrastrutture immateriali e materali, ricerca, formazione, sicurezza del territorio non costituiscono allargamento del debito ma sono una opportunità di crescita per l’Europa e per il nostro Paese. Ogni euro che va agli investimenti e allo sviluppo serve a creare una economia più forte». Furlan ricorda che il sindacato chiede al governo Renzi di riformare il Fisco per alzare i salari e le pensioni e di rinnovare subito i contratti pubblici e della scuola. Ma anche di prevedere più risorse per investimenti produttivi e dare più sicurezza nei posti lavoro. «Ma soprattutto – sottolinea – bisogna cambiare la legge sulle pensioni. È difficile fare innovazione nelle imprese con tanti ultrasessantenni nei posti di lavoro. Bisogna rivedere la legge Fornero per far crescere le imprese e offrire una opportunità di lavoro a tanti giovani preparati, evitando che vadano a lavorare all’estero», conclude.
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