martedì 17 maggio 2016
​Sostenuti 800 progetti con 5mila soggetti tra ong ed enti. Coinvolti 280mila cittadini (nella foto Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud).
Fondazione con il Sud, dieci anni di rivoluzione
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Creata da un’alleanza inedita tra le fondazioni di origine bancaria, il mondo del terzo settore e del volontariato, che ancora oggi, insieme, la governano, la Fondazione con il Sud è nata nel 2006 per promuovere «l’infrastrutturazione sociale» del Mezzogiorno, ovvero sostenere percorsi di coesione sociale per favorire lo sviluppo. Nel 2011 attua un passaggio significativo variando il nome da Fondazione «per» a Fondazione «con» il Sud: un ulteriore modo per dare maggior sottolineatura alla visione partecipativa e condivisa della mission e già presente, di fatto, nelle azioni promosse e realizzate. Come spiega il suo presidente Carlo Borgomeo, convinto sostenitore di un «cambio di paradigma, secondo il quale per creare sviluppo economico al Sud si deve partire dal capitale sociale e non dalla crescita economica: la coesione sociale è la precondizione e non l’esito dello sviluppo economico». In questi dieci anni la Fondazione ha sostenuto oltre 800 iniziative, tra cui la nascita delle prime 5 fondazioni di comunità meridionali, coinvolgendo 5.000 organizzazioni tra non profit, enti pubblici e privati, e più di 280 mila cittadini, «destinatari diretti» degli interventi. «L’azione di monitoraggio che effettuiamo per tutta la durata dei progetti e a 3 anni dalla loro conclusione, mostra che il 40% delle iniziative prosegue dopo il finanziamento e che nel 56% dei progetti proseguono anche le partnership: ciò ci conferma di aver raggiunto l’obiettivo della Fondazione. Ma stiamo cercando di sviluppare l’effetto 'rete' in ogni ambito, compresa la comunicazione. Si deve all’intuizione del nostro ufficio comunicazione l’idea di fare un 'sito di siti': ogni progetto ne ha uno proprio e tutti sono inseriti nel nostro». «Spiace vedere che possiamo finanziare solo il 6-7% dei progetti che partecipano ai bandi, quando almeno il 30% avrebbe le carte in regola per essere supportato. Sapere che i progetti sostenuti hanno permesso l’inserimento lavorativo di 1.300 persone, di cui quasi un quarto a tempo indeterminato, e l’avvio di 400 borse lavoro e tirocini retribuiti, rende comprensibile il mio rammarico. Con più risorse potremmo rispondere a più richieste. Al Sud c’è ancora tantissimo da fare, anche se non è più tempo di rivendicazioni e contrapposizioni con il Nord: ad esse si deve sostituire il partenariato». La stessa relazione che dovrebbe esserci tra privato, quale è la Fondazione con il Sud, e pubblica amministrazione per la quale «noi siamo felicemente condannati a fare azioni che siano di esempio. Le nuove politiche di welfare devono passare per la corresponsabilità a cui sono chiamati tutti, dai cittadini alle istituzioni private agli enti pubblici ».
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