giovedì 15 ottobre 2020
Le intenzioni d’acquisto risentono del clima di incertezza e calano complessivamente a settembre del 6,3% rispetto ad agosto
Clima d'incertezza per i consumatori italiani

Clima d'incertezza per i consumatori italiani - Findomestic

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Pur restando sui livelli pre-Covid, le intenzioni d’acquisto risentono del clima di incertezza e calano complessivamente a settembre del 6,3% rispetto ad agosto. Gli incentivi mantengono in positivo i settori dell’efficienza energetica e il mercato dell’auto ma calano informatica, elettrodomestici e tempo libero. Gli italiani non vedono avvicinarsi la fine dell’emergenza Covid: il 47% prevede che ci vorrà l’intero 2021 per poter uscire da questa difficile situazione, il 36% confida che l’emergenza Covid possa risolversi fra 3-6 mesi. È quanto rileva l’Osservatorio mensile Findomestic di ottobre, realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Eumetra. I timori degli italiani, seppur in calo rispetto a prima dell’estate, rimangono comunque su livelli elevati: il 39% degli intervistati è molto preoccupato per l'economia del Paese, il 27% per i redditi familiari e il 24% per la salute. E, sebbene sette italiani su dieci pensino che l’Italia abbia gestito meglio rispetto ad altre nazioni l'emergenza sanitaria, l’impatto sui consumi della recrudescenza dei contagi si fa già sentire: dopo l’ottimismo di agosto, figlio anche della spensieratezza del momento, a settembre si registra un arretramento medio delle intenzioni d’acquisto del 6,3% con 14 segmenti in calo e solo sette in positivo.

C’E’ PIU’ OTTIMISMO RISPETTO A GIUGNO PER I REDDITI. Migliora la situazione dei redditi familiari o almeno la percezione che si ha della propria situazione economica: crescono dal 32% di giugno al 38% di settembre gli intervistati che ritengono di contare su un reddito pari a quello del pre-Covid e diminuiscono dal 27% al 20% quelli che dichiarano di averlo "molto più basso". Il miglioramento del quadro economico familiare si riscontra anche nella gestione del risparmio: la percentuale di chi si dichiara costretto ad intaccare il risparmio accumulato passa dal 41% di giugno al 34% di settembre. In prospettiva, sempre per quanto riguarda i redditi, se un 60% ritiene che resteranno stabili, gli altri si dividono tra gli ottimisti (19%) che prevedono un incremento dei guadagni e i pessimisti (21%) che al contrario si aspettano un peggioramento. Una divisione nel campione che si accentua quando si tratta di descrivere il clima di lavoro: se una metà degli intervistati (52%) ritiene che nella propria azienda si sia tornati a lavorare come o più di prima, l'altra metà (48%) lamenta invece un clima preoccupante.

SI TORNA A SPENDERE COME PRIMA, MA I PREZZI SONO GIUDICATI PIU’ ALTI DI PRIMA. A settembre oltre la metà degli italiani (53%) è tornata a spendere come prima della crisi e il 6% spende addirittura di più mentre a giugno la maggioranza del campione spendeva meno (63%). Non cambia, invece, rispetto a prima dell’estate la percezione che si ha dei prezzi: erano più alti del pre-Covid per il 73% a giugno, restano più alti per il 71% a settembre. Ciò nonostante il 70% degli intervistati ha notato la presenza di promozioni che si rivelano interessanti per il 57% di loro. L’Osservatorio Findomestic di ottobre conferma che molti consumatori continuano a strizzare l’occhio all’e-commerce anche dopo il lockdown: il 60% dichiara di utilizzare l'online per fare acquisti nella stessa misura adottata durante la quarantena. Solo il 31%, a 5 mesi dalle riaperture dei negozi, dichiara di aver fatto un passo indietro e di aver ridotto la spesa sul web. Stabile la propensione al ricorso al credito: il 50% dei consumatori interpellati sta progettando l’acquisto di un bene o di un servizio a rate e la maggior parte di questi consumatori (65%) è orientata verso un finanziamento direttamente sul punto vendita.

L’ALTALENA DELLE INTENZIONI D’ACQUISTO: PEGGIO DI AGOSTO, MEGLIO DI LUGLIO. Dopo l’impennata di agosto (+18,7%), l’Osservatorio Findomestic ha registrato in settembre un arretramento della propensione d’acquisto (calo medio del 6,3%) che comunque si colloca su livelli migliori di luglio e vicini a quelli pre-Covid. L’”Effetto incentivi” pubblici spinge il settore dell’efficienza energetica: +12,5% per le intenzioni d’acquisto di stufe e caldaie rispetto al mese precedente, +0,7% per gli impianti solari termici e +0,6% per infissi e serramenti. Battuta d’arresto, invece, per gli impianti fotovoltaici (-19,9%). In ripresa per il sesto mese consecutivo la propensione all’acquisto di un’auto nuova (+12,5%), mentre auto usate (-18%), motocicli e scooter (-20,3%) e e-bike (-21,2%) hanno fatto segnare flessioni sensibili pur rimanendo sui livelli di febbraio. Sono stabili da tre mesi le intenzioni di acquisto di case e appartamenti, in calo il desiderio di ristrutturare (-11,7%) e acquistare mobili (-8,6%). Sembra affievolirsi l'effetto generato dal battage comunicazionale sugli incentivi. I settori dell’informatica e degli elettrodomestici stanno vivendo dinamiche simili: dopo gli entusiasmi di fine agosto, a settembre sono calate le intenzioni di acquistare pc (-7,5%), tablet (-2,0%) e telefoni (-7,9%) così come l’interesse per elettrodomestici grandi (-13,5%), piccoli (-5,7%) e tv e Hi-fi (-12,1%). La fine dell’estate e l’incertezza del momento frenano ancora le propensioni di acquisto di viaggi e vacanze (-9,0% su agosto) mentre, sarà per la voglia di rimettersi in forma dopo le vacanze, torna a crescere l’interesse per le attrezzature sportive (+1,8%).




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