martedì 17 ottobre 2017
Sono soprattutto i singoli cittadini con grandi patrimoni i sostenitori delle attività socialmente utili. Salute, ambiente e inclusione sociale gli ambiti più finanziati
L'Italia è un paese di filantropi: raccolti più di 9 miliardi l'anno
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L’Italia è un paese di filantropi. Lo dicono i numeri che per una volta non ci vedono in fondo alla classifica europea ma sul podio, con buon terzo posto. Più di nove miliardi (9,1 per l’esattezza) destinati al sostegno di attività socialmente utili da singoli cittadini e Fondazioni che mettono le proprie ricchezze a disposizione di chi ha bisogno. A donare di più sono solo il Regno Unito e la Germania, rispettivamente con 25,3 e 23,8 miliardi.

Sul totale delle donazioni italiane circa 1,5 miliardi arrivano dalle Fondazioni, 4,6 miliardi da elargizioni individuali e il rimanente da lasciti testamentari, erogazioni da parte di imprese e altre modalità informali. Il fatto è che di queste risorse c’è un disperato bisogno. Si stima infatti che nel 2025 il divario tra risorse pubbliche e domanda di servizi sociali crescerà in maniera esponenziale sino a raggiungere i 70 miliardi. Da qui l’evoluzione, già in atto ma assolutamente indispensabile per il futuro, della filantropia che da semplice "buona azione" deve diventare un modello efficiente di allocazione delle risorse, adottando strategie specifiche e avviando collaborazioni con il mondo delle aziende e della finanza. Le Fondazioni erogative, in questo senso, rivestono sempre più il ruolo di "operatori qualificati" a cui i filantropi si rivolgono. Proprio questo nuovo modello di filantropia sarà al centro martedì 24 ottobre a Milano del V Lang Philanthropy Day. Evento realizzato grazie al sostegno di UBI Banca e dello studio legale internazionale White&Case, con il patrocinio di Fondazione Cariplo e che vedrà la partecipazione di esperti da tutto il mondo, dal Giappone alla Svizzera.

Le Fondazioni italiane sono circa 6.200, principalmente di origine bancaria e privata. In poco meno di un decennio il loro numero è quasi raddoppiato. Nel 2016 le 88 Fondazioni bancarie hanno erogato oltre 1 miliardo di euro (+10% rispetto ai 936,7 milioni del 2015). La media di importo destinato a ogni progetto sale a 50.806 euro (dai 43.437 euro del 2015), mentre diminuisce leggermente il numero medio di interventi per singola Fondazione, a riprova di una maggiore focalizzazione: se ne contano 231 contro i 251 nel 2015. Le Fondazioni di impresa, che sono invece 131, nel 2015 hanno erogato circa 200 milioni di euro. Negli ultimi dodici anni anni il numero complessivo di donatori individuali è sceso dal 31% al 19%, tuttavia l’ammontare di risorse per il settore del non profit si mantiene è mantenuto stabile o in ripresa grazie all’aumento della donazione media.

Tra i donatori più generosi ci sono i super-ricchi (vale a dire coloro che in Italia detengono un patrimonio superiore al milione di euro). Nel 2015 il 91% di loro ha effettuato una donazione e il 27% ha aumentato le proprie elargizioni destinandole principalmente a tre grosse aree: salute (72%), ambiente (60%) e inclusione sociale (40%). A fronte di questo impegno, emerge la necessità per questi soggetti che hanno a disposizione ingenti capitali di dotarsi di competenze qualificate per realizzare il proprio disegno filantropico. Tra le difficoltà prevalgono la scelta del bisogno sociale, l’orientamento tra le diverse organizzazioni e infine le modalità di donazione. A indirizzare le scelte dei filantropi ci sono quasi sempre i familiari ma anche i consulenti professionali e le conferenze di settore.

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