giovedì 22 luglio 2010
Il consiglio d'amministrazione approva i conti. Previsto un rialzo dei targhet 2010. Boom in borsa (più 7%). Via libera alla creazione di due società separate: una per l'auto e una per le macchine industriali.
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«Eccezionale». Sergio Marchionne guarda i conti del trimestre appena chiuso, approvati dal Cda del gruppo Fiat in seduta Oltreoceano, a Auburn Hills, quartier generale della Chrysler, nel Michigan. E non usa mezzi termini. «È stato un trimestre eccezionale per il gruppo che ha superato quasi tutte se non tutte le attese del mercato». Il Lingotto torna in positivo. Con un utile netto a 113 milioni di euro, contro una perdita di 179 milioni di euro nel secondo trimestre 2009; un utile della gestione ordinaria più che raddoppiato a 651 milioni; ricavi in rialzo del 12,5% a 14,8 miliardi di euro. Dati incoraggianti anche per l’altra sfida del Lingotto, lo spin off dell’auto annunciato ad aprile nell’Investor Day di Torino, il cui percorso è stato definito proprio ieri. Il cda ha dato infatti il via libera alla nascita di due Fiat: Fiat Spa, con le attività automobilistiche e la componentistica (Fiat Group Automobiles, Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau e FPT Powertrain Technologies) e Fiat Industrial Spa, con le attività di Cnh (macchine agricole e per le costruzioni), i veicoli industriali Iveco e i motori "industrial e marine" di Fiat Powertrain Technologies. Uno spin off atteso da tempo che partirà dal 1 gennaio 2011 e che – secondo il Lingotto – «darà chiarezza strategica e finanziaria ad entrambi i business e permetterà loro di svilupparsi strategicamente in modo indipendente l’uno dall’altro». Le azioni di Fiat Industrial saranno assegnate agli azionisti Fiat «sulla base di un rapporto uno a uno». Il 16 settembre la proposta sarà definitivamente approvata dall’Assemblea.Numeri e trasformazioni strutturali che sono stati premiati in Borsa con una corsa durata tutta la giornata. La chiusura è stata brillante, con il titolo in rialzo del 6,74% a 9,66 euro, tra scambi fiume per 49 milioni di pezzi, pari al 4,5% del capitale. Qualche timore invece da Moody’s, che ha posto sotto revisione il rating Ba1 assegnato a Fiat in vista di un possibile declassamento, alla luce dello spin off annunciato dal gruppo. «Lo scorporo di Fiat Industrial – ha spiegato l’agenzia di rating – si tradurrà in un indebolimento del profilo di business di Fiat rispetto a quello attuale delle attività unite in Fiat Group, a tal punto da ridurre la portata e la diversificazione di ciascuna delle due entità separate».Ma Marchionne va dritto su risultati e obiettivi. Il manager di timori non ne ha. Anzi il momento è estremamente positivo, nonostante in Italia, resistano ancora polemiche e tensioni a livello sindacale. «Il business è in buona forma», ha detto, sottolineando poi che i target 2010 sono «decisamente sottostimati». «Il lavoro fatto nel 2008-2009 – ha aggiunto – sta portando i suoi frutti. Ed è molto probabile che rivedremo le stime al rialzo per il 2010». Un rialzo che potrebbe essere «significativo». Quanto alle polemiche dopo l’accordo su Pomigliano, il manager ha assicurato: «Fiat non può assumere rischi non necessari in merito ai suoi progetti» sugli impianti italiani: «Dobbiamo essere in grado di produrre macchine senza incorrere in interruzioni» dell’attività. La discussione, ha spiegato Marchionne, «si è inquinata sia in merito alle intenzioni sia agli obiettivi di Fiat». Adesso il Lingotto ha intenzione di portare «avanti l’investimento, lavorando insieme alla maggioranza dei sindacati che lo ha approvato». Un modello da «esportare»? No, «non duplicheremo Pomigliano», ha risposto Marchionne. «Decideremo impianto per impianto. Soprattutto, dobbiamo convincere i sindacati sull’assoluta necessità di modernizzare» i rapporti industriali in Italia.
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