giovedì 13 gennaio 2011
Lo ha affermato il segretario generale della Cgil a proposito del referendum sull'accordo che parte da questa sera. Operai e impiegati dello stabilimento Fiat di Torino dovranno decidere se dire «sì» o «no» all’accordo siglato tra l’azienda e i sindacati Fim, Uilm, Ugl e Fismic sulla nuova organizzazione del lavoro. La consultazione si tiene in un clima surriscaldato. In caso di assenso, l’azienda investirà 1 miliardo di euro.
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«Comunque vadano le cose la Fiom tornerà sicuramente in fabbrica». Lo ha affermato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso a proposito del referendum sull'accordo di Mirafiori che parte da questa sera. «Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fa spettacolo e ha abdicato al suo mestiere» aggiunge. «Vorrei non partecipare a un terno al lotto che mi pare irrispettoso dei lavoratori». Con queste parole il segretario generale della Cgil evita di rispondere a chi le chiede previsioni sull'esito del referendum, a margine del convegno Geco 2011 sul lavoro cooperativo in corso a Milano. Secondo la Camusso, a cui è stato chiesto di commentare il clima teso nello stabilimento torinese, «è evidente che si sta commettendo nei confronti di quei lavoratori uno straordinario torto».Secondo la leader sindacale «se tutti facessero un passo indietro e fossero più rispettosi credo che sarebbe giusto perché i lavoratori dovranno decidere se il loro futuro può essere a quelle condizioni di lavoro, a quelle condizioni di diritto alla rappresentanza oppure no». «È evidente - ha proseguito - che è una scelta difficile, che non si può trasformare in una partigianeria di soggetti diversi». Per questo la segretaria generale della Cgil ritiene che «bisognerebbe lasciare alle organizzazioni sindacali e alle assemblee il diritto di discutere». «Vorrei anche - ha aggiunto - che si fosse rispettosi delle assemblee che sono in corso, di quello che pensano e decidono i lavoratori». Infine, a chi le ha chiesto un commento sulla ipotesi che anche in caso di vittoria del sì ci sia comunque uno spazio per migliorare l'accordo giudicato negativamente dalla sua organizzazione, Camusso ha replicato che «la storia del sindacato è fatta di organizzazione di rapporti di forza migliori per migliorare le condizioni delle persone e i lavoratori che lo sostengono, pensano esattamente alla nostra storia e a come abbiamo cambiato le condizioni di lavoro». LANDINI, C'È RABBIA E PREOCCUPAZIONETra i lavoratori di Mirafiori «regnano la rabbia per i peggioramenti che la Fiat vuole introdurre e preoccupazione per il loro futuro. E consenso per la posizione della Fiom». Lo dice Maurizio Landini, segretario generale del sindacato metalmeccanico della Cgil al termine dell'assemblea del mattino convocata dalla Fiom in fabbrica. «C'è stata grande partecipazione - afferma Landini - serenità, voglia di capire. Sull'esito del voto non facciamo previsioni, di certo non è un referendum libero, ma un plebiscito. La Fiom farà tutto ciò ché possibile, sul piano sindacale e giuridico, contro un modello di accordo che è inaccettabile».LE TENSIONI DELLA VIGILIAAlta tensione alla vigilia del referendum di Mirafiori. Da stasera i lavoratori inizieranno a votare sull’intesa firmata tra i sindacati, Fiom-Cgil esclusa, e la Fiat, mentre i toni e il clima del confronto si scaldano dentro e fuori la fabbrica, nella città di Torino e nel Paese. Ieri è scoppiata una nuova polemica tra le tute blu della Cgil e l’azienda, con il sindacato che ha accusato la Fiat di fare pressione diretta sui lavoratori per spingerli al sì e il Lingotto che ha replicato che le attività svolte «rientrano nelle prerogative aziendali». Un messaggio distensivo è arrivato in serata da Sergio Marchionne che, parlando da Detroit, ha affermato: «Ai lavoratori di Mirafiori dico di avere fiducia nel futuro e in loro stessi. Niente altro». «Mi piacerebbe tanto avere con Landini (il leader Fiom, ndr) lo stesso rapporto che ho con Bob King», ha aggiunto quindi l’amministratore delegato della Fiat, abbracciando calorosamente all’uscita di un hotel il presidente dello Uaw, il sindacato americano che è anche azionista Chrysler. «Mi piacerebbe, perché bisogna condividere il futuro con le parti sociali e noi ci abbiamo provato», ha sottolineato Marchionne. Un invito sdrammatizzante a fronte di un clima che davanti ai cancelli delle Carrozzerie, dove si fronteggiano le diverse pattuglie sindacali, è invece pesante. Mentre rimbalza a Torino anche la dura polemica che coinvolge i vertici politici e sindacali. Momenti di tensione si sono avuti in tarda mattinata a Mirafiori quando il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola è arrivato per un comizio davanti alla fabbrica parlando di «referendum porcata» ed è stato contestato da alcuni attivisti della Fismic, una delle sigle firmatarie dell’accordo. Tra contestatori e sostenitori del presidente pugliese si è sfiorato lo scontro.Il capo della Fim torinese Claudio Chiarle ha annunciato che la sua organizzazione ha bloccato i volantinaggi ai cancelli «perché non c’è più l’agibilità democratica». Ieri pomeriggio, ha raccontato, alcune tute blu della Cisl «sono state aggredite verbalmente da un gruppo di persone che sono estranee a Mirafiori». Per la stessa ragione il fronte sindacale del sì all’intesa ha deciso di organizzare oggi assemblee informative fuori dall’orario di lavoro e fuori dalla fabbrica, invitando i lavoratori nei locali della vicina parrocchia del Redentore. Assemblee interne agli stabilimenti saranno tenuto invece oggi dalla Fiom.Nella serata di ieri la stessa federazione Cgil, che contesta tanto l’accordo quanto la validità de voto dei lavoratori giudicandolo non libero, ha organizzato una fiaccolata nel centro di Torino. Ma fin dal mattino le tute blu Fiom avevano aperto le ostilità accusando il Lingotto di «sostituirsi ai sindacati» perché durante i turni di lavoro rappresentanti dell’azienda avrebbero fermato la produzione e riunito i lavoratori per spiegare i termini del nuovo contratto. «La Fiat sta facendo le sue assemblee nel silenzio degli altri sindacati e ha assunto la guida del fronte del sì», ha accusato Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom. Per il Lingotto però gli incontri tenuti in fabbrica sono pienamente legittimi mentre i sindacati del fronte del sì hanno sottolineato che non si tratta di una novità nel mondo Fiat. «La Fiom si tranquillizzi, la Fiat ha sempre fatto questi incontri e in genere ottiene l’effetto contrario – ha osservato con una punta di polemica il segretario nazionale della Fim Cisl Bruno Vitali – : anche a Pomigliano la Fiat ha presentato l’accordo e infatti abbiamo perso voti».Il referendum inizia questa sera dalle 22 con i lavoratori del turno notturno e prosegue nella giornata di domani. Le operazioni di voto dovrebbero terminare alle 18 e 30 e l’esito sarà noto entro la serata. La vertenza Fiat però non sembra destinata a finire lì. Nicola Pini
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