martedì 25 settembre 2018
Servono politiche industriali che facciano crescere le aziende e politiche formative che facciano crescere le persone. Il 48% delle imprese non trova personale
Manifesto in cinque punti per aumentare l'occupazione
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Per aumentare l'occupazione servono politiche industriali che facciano crescere le aziende e politiche formative che facciano crescere le persone. Questa la convinzione di Federmeccanica che lancia il manifesto Più impresa! articolato in cinque punti: «Più metalmeccanica, più istruzione e formazione, più innovazione, più flessibilità, più competitività». Anche in vista della legge di Bilancio, Federmeccanica chiede di rendere strutturali i finanziamenti degli investimenti, di ridurre il costo del lavoro, di non abbandonare ma anzi di incentivare l'alternanza scuola-lavoro, di combattere la burocrazia.

L'obiettivo - ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il direttore generale Stefano Franchi - è affermare la centralità del manifatturiero e in particolare della metalmeccanica, «motore dell'economia italiana»: il settore rappresenta infatti l'8% del Pil, quasi il 50% dell'export nazionale e occupa 1.700.000 lavoratori. «Servono - recita il manifesto - politiche industriali mirate e
azioni coordinate a livello europeo per fronteggiare le tensioni commerciali globali».

Secondo Federmeccanica, il 48% delle aziende del comparto non riesce a reperire persone per le competenze necessarie: di conseguenza, occorre incentivare l'alternanza scuola lavoro e l'apprendimento permanente. La metalmeccanica produce il 100% dei beni di investimento attraverso i quali trasferisce tecnologia a tutti i settori e ai diversi rami dell'economia: per questo Federmeccanica chiede a governo e Parlamento di "rendere strutturali e potenziare i finanziamenti degli investimenti in macchinari, processi, modelli di business innovativi e nella creazione di competenze funzionali ad Industria 4-0. La federazione invoca poi maggiore flessibilità per dare alle aziende la possibilità di adattarsi ai cambiamenti: «La flessibilità - ha tenuto a far notare Franchi - non è precarietà. Il 96% dei lavoratori metalmeccanici è a tempo indeterminato e il 40% dei contratti stabili sono trasformazioni di contratti flessibili. Gli imprenditori chiedono poi all'esecutivo di ridurre il costo del lavoro e di incentivare con detassazione e decontribuzione ogni forma di collegamento tra salari e produttività. Infine, sostengono la necessità di abbattere la burocrazia, che secondo il World economic forum è al primo posto tra i fattori problematici per fare impresa in Italia.

«Ci deve essere più attenzione alle nostre imprese e l'industria deve essere al centro del dibattito in ogni occasione. Lanciamo un messaggio forte, chiaro e semplice con due sole parole: più impresa», ha dichiarato il vicepresidente Fabio Astori, sottolineando la «necessità che gli imprenditori possano sedersi al tavolo di confronto con chi definisce le politiche economiche».

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