lunedì 6 maggio 2019
Al giro di boa la rivoluzione introdotta a gennaio e che coinvolge circa il 56% delle partite Iva
Controlli anti-evasione della GdF. L'introduzione della fattura elettronica dovrebbe portare ad una riduzione dell'evasione

Controlli anti-evasione della GdF. L'introduzione della fattura elettronica dovrebbe portare ad una riduzione dell'evasione

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Con l’introduzione della fatturazione elettronica, il termine per la prima liquidazione trimestrale è il 16 maggio 2019. Entro tale data dovrà essere effettuata la comunicazione Iva per i regimi trimestrali, per evitare sanzioni e interessi.

Si compie così un altro passaggio della rivoluzione che ha segnato il mondo delle imprese dal 1° gennaio scorso, interessando circa il 56% delle partite Iva. L’emissione della fattura digitale è un obbligo per la cessione di beni o la prestazione di servizi ad altre aziende, anche nei rapporti tra i privati, escluse alcune categorie di forniture. Il quadro normativo ha introdotto il Sistema di Interscambio (Sdi), una struttura informatica istituita dal ministero dell’Economia e gestita dall’Agenzia delle Entrate, per trasmettere le fatture e le relative notifiche e per l’archiviazione, fino al 31 dicembre dell’anno successivo, delle stesse. Un altro “compito” dello Sdi è il controllo che i file trasmessi siano conformi ai "tracciati record" prestabiliti.

Prima di Pasqua erano già 541 milioni le fatture elettroniche inviate da circa 2,9 milioni di operatori Iva, per un imponibile di oltre mille miliardi (il 27% è partito da Milano e provincia). Dati ritenuti dalle Entrate in linea con le attese, tenendo conto del rallentamento iniziale (a gennaio le e-fatture non hanno superato quota 100 milioni) e anche che per quest’anno sono esentati medici, farmacisti e società sportive dilettantistiche. Aspetto non secondario: questo documento agevola, come ricorda l’Agenzia fiscale, il contrasto alle frodi fiscali che si possono ottenere dichiarando importi bassi di vendite al cospetto di importi elevati di acquisti inesistenti e dichiarando vendite non imponibili a fronte di somme elevate di acquisti non veritieri.

Ma la nuova fatturazione ha anche cambiato il modo di lavorare di liberi professionisti, studi, piccole e medie imprese: basti pensare al cosiddetto “codice destinatario”, entrato nel lessico comune di qualsiasi imprenditore, in quanto consente di fruire - in alternativa alla Pec - di un canale di ingresso delle fatture in arrivo. Tra i vantaggi per l’efficienza aziendale si riscontrano: la digitalizzazione dei documenti, lo snellimento dei processi di comunicazione, la condivisione delle fatture tra clienti e fornitori utilizzando il cloud e anche da sistemi mobili (smartphone e tablet). Tutte le imprese hanno formato i propri dipendenti all’era nuova. Spesso, soprattutto agli inizi, è stato vissuto come un “complicato” adempimento fiscale, invece con il trascorrere del tempo ci si è resi conto che si tratta di una innovazione completa, ma tutto sommato semplice. Diversi commercialisti in questi mesi hanno però perso clienti, a favore di altri che hanno saputo cogliere per tempo tale cambiamento normativo rispetto a chi, a esempio, ancora a fine 2018 rassicurava i propri clienti che la fatturazione elettronica sarebbe stata posticipata.

Nonostante qualche ovvio intoppo, invece, la novità ha preso il posto della tradizione, generando un valore aggiunto per tutto il sistema: Stato, contribuenti, commercialisti. Quest’ultimi, in particolare, oggi non sono più solo coloro che “registrano” le fatture, caricandole sui sistemi informatici, ma hanno visto schiudersi nuove opportunità di business con la fornitura sempre più di servizi di consulenza, modulando la propria offerta sulla base dei servizi di base e avanzati per i clienti. «Tenersi aggiornato per un professionista – ricorda il commercialista romano Giuseppe Greco – costituisce la prima opportunità per migliorare». In passato circa un terzo delle fatture erano emesse con strumenti spesso “fatti in casa”, come Word ed Excel, a cui aggiungere un altro 10-15% di imprese che emettevano fattura manuale; solo la metà usava un sistema gestionale. Ora invece almeno l’80%, tendenzialmente il 90% utilizza un programma di fatturazione.Nel mondo imprenditoriale, non mancano esempi di chi si è ingegnato per far fronte al "nuovo mondo".

Giuseppe Rotundo, responsabile dello sviluppo commerciale di Tibex (circuito di moneta complementare del Lazio), spiega così come anche «la modalità di pagamento in Tibex si integra perfettamente, basta aggiungere nella causale o nel campo note "Pagamento effettuato in compensazione Tibex"». Pietro Vultaggio, titolare della TiberADV, ha realizzato un tipo di biglietto da visita che riporta il QRCode dell’Agenzia delle Entrate, il codice destinatario con i dati dell’azienda cliente, infine lo spazio dove trascrivere quelli dell’azienda fornitrice. Non costituisce un documento ai fini fiscali, ma in tal modo è facile tener traccia delle spese sostenute in attesa dell’arrivo finale della fattura elettronica.L’introduzione della fattura elettronica ha determinato infatti nuovi modelli nella relazione fornitore-cliente, consentendo di aggiungere in fattura delle informazioni aggiuntive, anche di carattere grafico.

Ormai quasi tutti i "gestionali" professionali prevedono l’invio di email di pre-vendita e post-vendita, senza trascurare quelle che ricordano un pagamento non ancora pervenuto. E questo permette di effettuare analisi di "customer profiling", per mettere poi in campo delle azioni focalizzate all’invio di specifiche iniziative commerciali.Per non parlare dei risparmi, quantificati in qualche euro a fattura per poi salire, a seconda di quanta parte del processo è digitalizzato. Qualcosa va ancora messo a punto, si segnalano ancora problemi sugli importi finali delle fatture. Sul punto, tuttavia, Roberto Bellini, direttore generale di AssoSoftware, ha dichiarato che «siamo in contatto con l’Agenzia per dare supporto ai nostri soci e ai clienti». La strada, ormai, è tracciata.

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