mercoledì 16 dicembre 2009
È diminuita la ricchezza netta delle famiglie italiane nel 2008. E risulta anche sempre più concentrata: il 10% più ricco ne detiene il 44%, mentre la metà più povera arriva appena al 10%. Alla fine del 2008, segnala la Banca d'Italia, la ricchezza netta per famiglia ammontava complessivamente a circa 348 mila euro.
  • Solco senza argini tra «ricchi» e «poveri», di G. Galli
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    «»È diminuita la ricchezza netta delle famiglie italiane nel 2008. E risulta anche sempre più concentrata: il 10% più ricco ne detiene il 44%, mentre la metà più povera arriva appena al 10%. Alla fine del 2008, segnala la Banca d'Italia, la ricchezza netta per famiglia ammontava complessivamente a circa 348 mila euro. A prezzi costanti si tratta di un calo del 6,5% (-3,5% a prezzi correnti), tale da riportare il dato sui livelli di inizio decennio. La ricchezza netta pro capite ammontava invece a circa 138 mila euro: a prezzi correnti è scesa del 2,6% sul 2007, a prezzi costanti del 5,6%. Nel complesso, la somma delle attività reali e finanziarie al netto delle passività finanziarie risultava alla fine dell'anno scorso pari a circa 8.284 miliardi di euro. Il calo a prezzi correnti è pari all'1,9% (161 miliardi), come risultato di una rilevante riduzione delle attività finanziarie (-8,2%) e di un aumento delle passività (+3%), mentre la dinamica delle attività reali è risultata positiva benchè meno sostenuta (3%) di quella degli anni precedenti. A prezzi costanti, la riduzione della ricchezza complessiva rispetto al 2007 è risultata pari al 5% (circa 433 miliardi del 2008). Secondo stime preliminari, nel primo semestre 2009, la ricchezza netta delle famiglie sarebbe rimasta sostanzialmente invariata. Alla fine del 2008 le attività reali rappresentavano circa il 69% della ricchezza netta (5.715 miliardi), le attività finanziarie circa il 41% (3.374 miliardi) e le passività finanziarie circa il 10% (805 miliardi). "Rispetto ai precedenti anni", si legge nel documento di via Nazionale, "la quota di ricchezza netta in attività reali è cresciuta, mentre quella detenuta in attività finanziarie ha subito una riduzione. La crescita della quota in passività finanziarie è stata "lenta ma costante", sebbene il livello resti ancora piuttosto basso nel confronto internazionale. L'ammontare dipassività delle famiglie italiane è infatti pari al 74% contro il 100% di Germania e Francia, il 130% degli Stati Uniti, il 140% del Canada e il 180% del Regno Unito. La famiglia italiana è la meno indebitata dei Paesi del G7. Nonostante la crisi, la famiglia italiana continua ad essere meno indebitata rispetto a quella delle principali economie del mondo. A fine 2008, l'ammontare di passività delle famiglie italiane era il 74 per cento del reddito disponibile, il valore più basso rispetto ai big mondiali. Infatti le famiglie di Francia e Germania presentano passività pari al 100% del reddito, che sale al 130% per gli Stati Uniti, 140% Canada e addirittura 180% in Gran Bretagna. Bankitalia rileva comunque che "questi divari in parte risentono, oltre che del diverso grado di sviluppo dei mercati finanziari, anche dei differenti livelli di efficienza dei sistemi giudiziari e della presenza di incentivi di natura fiscale sui mutui per la prima casa". Sempre a fine 2008 il rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile lordo per le famiglie italiane era pari a 7,6, in linea con quello della Francia (7,5) e del Regno Unito (7,6) e superiore a quello del Canada (5,4) e degli Stati Uniti (4,9).
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