mercoledì 28 marzo 2018
Bloccati i 497 licenziamenti grazie all'intesa raggiunta da sindacati e azienda: dai 30 ai 60mila euro per chi si dimetterà
Esuberi «congelati», si parte con gli incentivi all'esodo
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Salvi, per ora. Si è chiusa ieri pomeriggio, la trattativa per bloccare fino alla fine dell’anno i 497 licenziamenti dei lavoratori di Embraco-Whirlpool. Campo aperto, adesso, alle prove di reindustrializzazione dell’area di Riva di Chieri ( Torino), dov’è l’unico stabilimento italiano dell’azienda. Chiusura al cardiopalma comunque: i licenziamenti sarebbero scattati domani 29 marzo. Tutto avrebbe già dovuto concludersi giovedì scorso, ma i colloqui finali si erano incagliati sugli incentivi a disposizione dei lavoratori in grado di lasciare l’azienda prima della fine dell’anno. L’azienda aveva offerto troppo poco secondo i sindacati. Ieri, invece, in relativamente poco tempo l’accordo è stato raggiunto con un meccanismo a passi graduali. Chi lascerà l’azienda entro aprile otterrà 60mila euro, 50mila andranno a chi andrà via entro maggio, 35mila a chi lascerà tra giugno e agosto, 30mila a chi lascerà da settembre a dicembre. L’intesa ratificata ieri prevede anche la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri. Su questa operazione, per la quale è al lavoro Invitalia, è già stato convocato un incontro il 9 aprile al Ministero dello Sviluppo economico quando sarà attivata una commissione paritetica che periodicamente verificherà l’avanzamento del lavoro e l’attivazione di tutti gli strumenti messi a disposizione delle istituzioni.

La vicenda di Embraco, che produce in Italia motori per frigoriferi, è esplosa il 26 ottobre scorso con la cancellazione dei contratti di solidarietà e l’annuncio della volontà di chiudere lo stabilimento a causa dello spostamento della produzione in altri Paesi. La notizia aveva fatto subito scattare lo sciopero dei lavoratori. Per molte settimane però, gli incontri fra Torino e Roma non ha dato risultati, con momenti di tensione con il Governo ('gentaglia' è stato il termine usato nei confronti dell’azienda dal ministro Carlo Calenda). A mobilitarsi con i sindacati anche le Istituzioni locali e il Parlamento Ue. I lavoratori avevano anche ricevuto la visita dell’Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia; un incontro informale era avvenuto anche con Papa Francesco. Messi in congelatore i licenziamenti, i sindacati però non cantano vittoria. «Da oggi – hanno commentato Dario Basso, Se- gretario della Uilm di Torino, e Vito Benevento, Responsabile Embraco per la Uilm – inizia l’attività concreta finalizzata alla conferma di tutti gli strumenti per riconoscere ai lavoratori le giuste aspettative occupazionali ». Mentre Lino La Mendola (segreteria Fiom di Torino), e Ugo Bolognesi, Responsabile Embraco per la Fiom hanno precisato di aspettarsi dalla riunione al Mise un approfondimento «dei progetti industriali e che finalmente si materializzino i potenziali investitori».

I sindacati poi fanno trapelare una certa preoccupazione per il proseguimento della vicenda: «Ci aspettiamo – viene spiegato in una nota – il rispetto degli impegni assunti da tutti i soggetti coinvolti a partire dalle istituzioni nazionali e locali e Whirlpool Embraco». Più ottimista la Regione Piemonte. «La firma di oggi (ieri, ndr ) è un passo avanti importante, anche se naturalmente non conclusivo », ha detto l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, che ha confermato anche «l’impegno nel percorso di riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori».

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