giovedì 27 aprile 2017
Il progetto "Ampere" partirà il 1° maggio e creerà circa 200 posti di lavoro diretti al 2020 e più di 500 al 2022. Il sito di sviluppo sarà lo stabilimento di 3 Sun a Catania (nella foto)
Più occupati con il fotovoltaico
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Il 1° maggio parte ufficialmente il progetto Ampere finanziato dalla Unione Europea all’interno della piattaforma H2020 con un budget di circa 15 milioni di euro. L'obiettivo principale è la realizzazione di una linea di moduli fotovoltaici, in configurazione bifacciale, da 100 MWp/anno, a forte automatizzazione, basata sulla tecnologia a eterogiunzione. «Il progetto avrà la durata di tre anni - spiega Massimo Izzi, fisico e responsabile del progetto per Enea -. Il sito di sviluppo sarà lo stabilimento di 3 Sun a Catania che sostituirà la precedente produzione di moduli a film sottile multi-giunzione, nata da una Joint Venture tra Enel Green Power, Stmicroelectronics e Sharp, con la nuova tecnologia ad alta efficienza. Successivamente, a partire dal 2020 e sulla base dei risultati del progetto, la linea di produzione sarà ampliata a 250 MWp/anno con investimenti istituzionali e privati. Tale adeguamento servirà poi a preparare il terreno per il possibile sviluppo industriale verso la dimensione del GWp/anno negli anni susseguenti al 2022».

Il progetto è legato sinergicamente anche agli investimenti da 100 milioni di euro che Enel Green Power sta facendo sulla controllata 3 Sun di cui 20 destinati all’Enel Innovation Lab, «dove sono già presenti laboratori specialistici dell’azienda sulle fonti rinnovabili che permettono di sperimentare tecnologie innovative nel solare termico e fotovoltaico, nelle microgrid, nello storage e nell’eolico, con apparecchiature per test indoor e outdoor». Grazie alle nuove risorse, il polo catanese diventerà un campus tecnologico ed un acceleratore di imprenditorialità giovanile destinato a stimolare la ricerca e l’innovazione nel settore energetico; ospiterà start up locali e nazionali, centri di ricerca di grande rilevanza nazionale e internazionale, avrà collegamenti con il mondo dell’innovazione in modo da costituire un luogo d’incontro delle eccellenze nel campo delle tecnologie rinnovabili.

Per la competitività del prodotto sui mercati l’obiettivo tecnico finale è il raggiungimento di efficienza della cella fotovoltaica pari al 23% e con una potenza di modulo di 390 Wp; inoltre i costi di produzione della nuova tecnologia scenderanno a circa 42 centesimi di euro/Wp nella configurazione produttiva finale da 250MWp. L’alta efficienza e la riduzione dei costi del dispositivo renderà possibile la competitività del fotovoltaico nel campo della produzione energetica anche in assenza di politiche incentivanti. Le strategie di produzione di Ampere, in particolare grazie alla elevata automazione e controllo di processo consentiranno una riduzione dei costi globali di circa il 30% perché il progetto si concentrerà sull'ottimizzazione costo a ogni livello (wafer, celle, moduli e riutilizzo dei materiali). Inoltre si può stimare una riduzione significativa di Lcoe (Levelized cost of energy, il parametro che indica il prezzo di vendita dell’energia fotovoltaica e che è un indice della competitività della fonte che la genera) stimata in un 15% nel 2020 (100 MWp) e del 18% nel 2022 (250 MWp).

«Per quanto riguarda i potenziali impatti in termini di competitività dell'industria europea del fotovoltaico e di ricadute occupazionali - precisa Izzi - assumendo un rapporto di un lavoro/100mila euro di fatturato annuo (rapporto classico nel settore fotovoltaico), Ampere creerà circa 200 posti di lavoro diretti al 2020 e più di 500 al 2022; i posti di lavoro indiretti, la maggior parte dei quali verranno dalle attività dell’indotto intorno a 3 Sun nel passaggio a larga scala industriale, sono stimabili intorno a 800 e 2000 rispettivamente. Gli sviluppi occupazionali che potrà dare il futuro incremento industriale di 3 Sun verso la dimensione del GWp dipenderanno dal ruolo che il fotovoltaico avrà come fonte primaria di energia nella prossima decade. Importanti studi basati su previsioni della Associazione Europea Industriale del settore Fotovoltaico Solarpower (“2016 low and high scenario”) indicano una forbice tra i 13mila e 19mila unità lavorative al 2026 per il settore della produzione di moduli ad eterogiunzioni in una prospettiva di basso ed alto scenario rispettivamente».


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