martedì 6 giugno 2017
Ryanair ed Easjet insieme trasportano più passeggeri della compagnia di bandiera. Il presidente Riggio: in Italia hanno trovato ampi spazi
Le low cost superano Alitalia anche nel traffico nazionale
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I cieli italiani colonizzati dalle low cost delle isole britanniche. Il 2016 passerà alla storia come l’anno del sorpasso nei confronti dei vettori tradizionali anche per quel che riguarda i voli interni: insieme l’irlandese Ryanair e l’inglese Easyjet trasportano più passeggeri di Alitalia. Hanno il 51,3% del traffico nazionale: rispettivamente 10,4 milioni e 2,6 milioni contro i 12,7 di Alitalia. I dati contenuti nel Rapporto dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) presentato ieri nella sede di Palazzo Giustiniani del Senato confermano un trend in atto ormai da anni. In Italia si vola di più nonostante l’incubo terrorismo, ma la compagnia di bandiera viene superata in corsa dalle compagnie straniere che stanno rosicchiando il mercato interno dopo aver conquistato il primato internazionale. Ryanair è il primo vettore a livello di traffico complessivo con 32,6 milioni di passeggeri (ben il 9,8% in più rispetto al 2016). Segue Alitalia con 23,1 milioni (e un incremento ridottissimo dello 0,5%), terza classificata Easyjet. Negli aeroporti italiano sono transitati 164 milioni di passeggeri (8 milioni in più rispetto all’anno precedente con un incremento del 4,8%) i volumi cargo (merce e posta) trasportati sfiorano le 999mila tonnellate (6,1%) grazie anche all’innovazione dei droni (che hanno trovato a Taranto Grottaglie il loro scalo di riferimento).

Se si guarda alla classifica dei principali scali europei Fiumicino si piazza al decimo posto con un buon 3,3% in più e 41,6 milioni di passeggeri. Il 70% del traffico dello scalo romano è internazionale, la rotta italiana con il più alto numero di passeggeri è la Catania-Fiumicino, seguita dalla Palermo-Fiumicino. Buoni risultati anche a Malpensa con 19,3 milioni di passeggeri (+4,7%) e a Bergamo che ne ha 11 milioni (7,3%).

In Italia si assiste in pratica ad una spaccatura a metà tra compagnie tradizionali e low cost che ormai fanno volare il 49,5% di tutti i passeggeri. Una percentuale importante se si considera che nel 2004 la quota di traffico del settore low cost era del 6,2% e che in Europa la media è del 32%. Per il prossimo anno le previsioni sono simili: si assisterà ad un ulteriore passo avanti delle compagnie low cost a scapito di quelle tradizionali. «Dobbiamo considerare che in nessun altro paese c’è stata una simile penetrazione di questi vettori - ha detto il presidente di Enac Vito Riggio -. La crisi senza fine di Alitalia ha senz’altro avuto un ruolo in questo». Sarebbe «deleterio lasciare il ricco mercato nazionale nelle mani dei soggetti industriali di altri Paesi che operano in una logica di sistema più strutturato» ha sottolineato il presidente dell'Enac. Riggio ha invitato il governo a considerare un altro problema del sistema Italia: vale a dire la razionalizzazione degli scali minori. «Ci sono 34 aeroporti che fanno appena un quarto del traffico. Bisogna decidere se creare un modello di finanziamento pubblico oppure chiuderli». Di una buona stagione per gli scali italiani e della necessità di valorizzare le reti aeroportuali ha parlato il ministro dei Trasporti Riccardo Nencini delineando i prossimi obiettivi: «Definire con certezza il progetto di crescita dell'aeroporto diFiumicino, fissare una strategia efficace per il cargo, sostenere quegli scali, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole, indispensabili per collegamenti e turismo».

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