sabato 30 settembre 2017
L'agenzia europea per effetto della Brexit lascerà Londra, 19 le candidature presentate, Milano in pole position per la sede prestigiosa (il grattacielo Pirelli) e i collegamenti aerei
Il Pirellone è l'asso nella manica della candidatura milanese per l'Ema (agenzia europea del farmaco)

Il Pirellone è l'asso nella manica della candidatura milanese per l'Ema (agenzia europea del farmaco)

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Milano è in corsa per ospitare l'agenzia del farmaco (Ema) quando dovrà lasciare la sede di Londra per effetto della Brexit: è quanto emerge dal rapporto della Commissione europea sulle città candidate ad ospitare due agenzie, l'Ema e quella delle banche (Eba). La metropoli lombarda, complice l'effetto Expo che le ha dato visibilità e nuove infrastrutture, è considerata fra le favorite ad ospitare l'agenzia del farmaco per la cui ha offerto il grattacielo Pirelli, sede prestigiosa e che avrerebbe riscosso particolare interesse. Proprio la sede, progettata dall'architetto Giò Ponti e sede della Regione Lombardia, i collegamenti aerei diretti con le altre capitali europee (in meno di 3 ore e mezzo dai tre aeroporti a disposizione) e la rete di servizi alla persona a cui potrebbero accedere le famiglie dei dipendenti sono considerati i punti di forza della candidatura milanese. Di contro la carenza di alberghi sarebbe il prinicipale ostacolo tecnico. Ci sarebbe poi il problema degli equilibri geopolitici, in quanto l'Italia già ospita altre due agenzie Ue (quella per la sicurezza alimentare a Parma e la fondazione per la formazione a Torino) a differenza di altri Paesi che si sono candidati e che non ne hanno nessuna.

L’Agenzia europea per i medicinali dal 2014 ha sede a Londra. Si tratta di un’opportunità che promette vantaggi economici non
indifferenti per il Paese e la città ospitante. Innanzitutto sarebbe un riconoscimento internazionale importante. L'Agenzia è nata negli anni ’90 per uniformare i criteri con cui approvare i nuovi farmaci. Da qui passano tutti i medicinali per uso umano e veterinario che vengono utilizzati in Europa. Non di secondo piano l'impatto economico, stimato in circa 2 miliardi di euro per effetto del trasferimento dei mille dipendenti e delle rispettive famiglie. L'Italia è uno dei maggiori produttori farmaceutivi europei, con una produzione stimata sui 30 miliardi e 130mila addetti, 28mila dei quali in Lombardia (più altri 18 mila nell'indotto).

La palla passa ai 27 Stati membri: la decisione sarà presa dai ministri degli Esteri al Consiglio affari generali di novembre.

Il rapporto analizza se le città candidate rispettano i sei criteri stabiliti: la rapidità con la quale la nuova sede può essere operativa; la sua accessibilità; la presenza di scuole per i figli dei dipendenti; l'accesso al mercato del lavoro e ai servizi medici e sociali per i figli e i partner; l'assicurazione che possa essere garantita la continuità dell'attività; e infine il fattore geografico. Da quanto emerge da ambienti comunitari, le città considerate favorite (le candidature sono 19 in tutto) sono Copenaghen, Amsterdam, Barcellona, Bruxelles, Vienna, Milano. L'unica differenza fra queste offerte riguarderebbe la capitale olandese, che offre in un primo tempo una sede provvisoria per l'Agenzia europea dei medicinali. In teoria anche il Pirellone sarebbe una sede provvisoria in attesa della realizzazione della Città della salute nell'area Expo o a Sesto San Giovanni. Candidata alla sede dell'Ema è anche la capitale slovacca Bratislava, considerata favorita da alcuni perché è in un paese dell'Est Europa, e potrebbe essere premiata dal desiderio di aiutare i paesi dell'allargamento. La città ha però un'offerta di collegamenti aerei inferiore rispetto alle concorrenti, e anche l'aspetto scolastico è poco competitivo.

La "valutazione" pubblicata oggi dalla Commissione non indica una "short list" o una classifica fra le città candidate, lasciando che siano i paesi a decidere quale soluzione si adatta meglio alle esigenze delle due agenzie. La decisione sarà presa a maggioranza. La procedura di voto prevede che ogni paese abbia a disposizione sei voti. Nella prima votazione, i paesi dovranno dare tre voti alla prima scelta, due alla seconda, e uno alla terza. Per essere selezionata, la sede dovrà ottenere tre voti da almeno 14 paesi su 27. In caso contrario, si tornerà a votare per leprime tre sedi: a questo punto ogni paese vota una volta evince chi raggiunge la maggioranza di 14 voti su 27.

Esulta il ministro della salute Beatrice Lorenzin che parla di Milano in pole positiion e di una sede già praticamente pronta chiavi in mano. Quanto alla scelta di appoggiare la candidatura di Milano piuttosto che quella di Roma, per Lorenzin la Capitale "ha già rinunciato alle olimpiadi". Siccome questa "è una sfida che come Italia vogliamo vincere, Milano ha tutte le carte in regola e soprattutto può contare sull'asse Regione-Comune" ha sottolineato Lorenzin. La candidatura milanese, avanzata nel 2016, è stata sostenuta oltre che dalle istituzioni locali (con un accordo trasversale tra il leghista Roberto Maroni e il sindaco del Pd Giuseppe Sala) dalle aziende farmaceutiche locali, a partire dalla milanese Bracco guidata da Diana (ex presidente della società Expo).

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