venerdì 18 settembre 2020
Il Rapporto 2020 dell'Arera rivela che in media il prezzo per Mwh pagato da chi ha lasciato il mercato tutelato è più alto del 26%. Un bel problema. E nel 2022 il passaggio sarà obbligatorio
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Contatori della luce - Ansa

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Gli italiani ci hanno messo del tempo ad abituarsi all’idea di passare al mercato libero dell’elettricità, quello dove i prezzi sono costruiti dalle offerte concorrenziali degli operatori invece che dalle decisioni dell’Arera, l’autorità per l’energia. Introdotto nel 2008, dopo 5 anni il mercato libero era stato scelto solo dal 20% delle famiglie. Il passaggio, però, sta avvenendo. La quota di famiglie che sceglieva di abbandonare il mercato tutelato per passare a quello libero tra il 2014 e il 2018 era sempre rimasta attorno a un 8-10% annuo. Nel 2019 con un balzo è salita fino al 15%, ha rivelato il rapporto 2020 dell’Arera. Così lo scorso anno i clienti del mercato libero hanno raggiunto il 49,4% delle famiglie italiane e quasi certamente quest’anno il mercato libero domestico supererà, per la prima volta, quello tutelato. Un sorpasso irreversibile: una volta che si è passati al mercato libero non si può tornare indietro e, se non ci saranno altri rinvii (per nulla improbabili), dal 1° gennaio del 2022 tutte le famiglie saranno comunque obbligate a passare al mercato libero.

Non è detto che sia un affare. L’indagine annuale dell’Arera mostra che il prezzo medio totale per Megawattora al netto delle imposte pagato dalle famiglie italiane passate al mercato libero è stato di 242,1 euro contro i 215 euro per Mwh pagato da quelle rimaste nel mercato a maggiore tutela. Se si guarda ai soli costi di approvvigionamento la differenza aumenta: 128,1 euro per Mwh sul mercato libero e 101,9 euro sul mercato a maggiore tutela. Per le classi di consumo più comuni, quelle tra i gli 1,8 e i 5 Mwh all’anno, la distanza aumenta passando da 26,2 a poco meno di 30 euro di differenza.

Il confronto tra le diverse proposte, va detto, non è dei più semplici. Spesso le offerte sul mercato libero sono abbinate ad altri prodotti, come l’installazione di pannelli solari o sconti sulla pay tv, che possono rendere conveniente la proposta commerciale nel suo complesso. Inoltre nella grande maggioranza dei casi chi passa la mercato libero sceglie la soluzione a “prezzo fisso” così da proteggersi da variazione della bolletta. Ma in questi anni, in cui le quotazioni delle materie prime emergetiche sono scese a livelli molto bassi e lì sono rimaste, il prezzo fisso è stata una scelta svantaggiosa.

Lo stesso Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha ammesso che il problema esiste: «Nel 2019 i clienti domestici hanno pagato mediamente il 26% in più sul mercato libero, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica. Pur scontando le possibili differenze in termini di condizioni contrattuali e di servizio offerto, questo differenziale di prezzo rappresenta certamente un elemento di attenzione ». Per questo l’Autorità sta intensificando la sua azione per aiutare e proteggere le famiglie in questa transizione verso il mercato libero. Soprattutto, occorrerà che gli italiani sappiano davvero leggere le offerte e capire le bollette prima di fare le loro scelte. Servirà quella che Besseghini ha definito una «maggiore trasparenza per permettere a ciascun cliente finale di comprendere meglio le proprie esigenze in termini quantitativi e qualitativi, dal primo contatto con il venditore alla migliore conoscenza della propria spesa con la bolletta».

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