lunedì 7 marzo 2016
Sono 21mila posti in meno nel 2015, differenza del 15,4% con i maschi. Ma il 3% è più contento e il 2% meno scontento. In Lombardia riprendono le imprese femminili dopo il calo. Le straniere sono il 12%.
Donne, meno richieste ma più soddisfatte
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Donne e lavoro, nel 2015 torna la voglia di fare impresa in Lombardia con mille e cinquecento imprese in più. Una impresa su cinque è femminile in regione, peso in calo di due punti in cinque anni. Straniere sempre più protagoniste col 12% e mille imprese in più in un anno, concentrate  a Milano. Mentre sul lavoro, sono 18mila le lavoratrici ricercate nel 2015 dalle imprese contro il doppio degli uomini. Ci sono poi 79mila posti, il 59% delle opportunità lavorative dell’anno, per cui è adatto alla pari un uomo o una donna. Le opportunità per donne sono il 72,9% di tutti i posti disponibili, per gli uomini l’86,2%, con una differenza del 15,4% a svantaggio delle femmine, pari a 21mila posti in meno in un anno. Comunque, per il lavoro, le donne sono più soddisfatte degli uomini. C’è una differenza di cinque punti: il 77% delle donne sono soddisfatte contro il 74% maschile e il 20% sono scontente contro il 22% degli uomini. Il dato nazionale è confermato in Lombardia e nel nord ovest del Paese, dove il 77% delle donne e il 73% degli uomini sono soddisfatti e il 21% delle donne contro il 23% degli uomini non lo sono. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese per le aziende e su dati rilevati dall’Istat nel 2015 per la soddisfazione sul lavoro. "La presenza femminile è una condizione irrinunciabile della nostra economia e del nostro attuale sviluppo - ha dichiarato Federica Ortalli, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano -. Restano però i segni della crisi, con un calo delle imprese femminili rispetto a cinque anni fa e una ripresa dell’ultimo anno dovuta soprattutto al balzo della componente straniera. Mentre la forbice tra uomini e donne per le richieste di lavoro delle imprese legate a un genere resta ancora ampia. La maggiore soddisfazione delle donne rispetto agli uomini si può spiegare con un impegno multitasking che amplia l’ambito di riferimento e introduce nuovi criteri di valutazione. Oggi poter facilitare la presenza femminile sul lavoro significa creare condizioni di carico ed equilibrio tra lavoro e famiglia che possano consentire la conciliazione dei tempi e dei contenuti delle attività". Le assunzioni di donne previste per il 2015 in Lombardia: donne richieste la metà degli uomini. Un posto di lavoro su sette nel 2015 è ritagliato al femminile, la metà di quelli in cui è necessario un uomo. Secondo le richieste delle imprese sono 18 mila le lavoratrici ricercate su 133mila posti di lavoro offerti. Nessuna preferenza tra uomini e donne per 79mila addetti. C’è una forbice di 13 punti tra donne e uomini. Se il 59% delle imprese cerca ugualmente un uomo o una donna per un posto di lavoro, il 27% indica un maschio e il 13,8% una femmina. Preferite le donne nell’abbigliamento (40% contro il 18% di uomini) e nell’industria dei gioielli (32% e 12%). Le donne sono più richieste nel turismo (25% contro il 17%) e nei servizi operativi (21% e 14%) ma anche nell’istruzione e nella sanità (17% contro rispettivamente 5% e 2% degli uomini). Prevalenza maschile nell’industria del legno e del mobile, carta e stampa, minerali, metallurgico e metalmeccanica, gomma e plastica, trasporti e costruzioni. Emerge dai dati della Camera di commercio di Milano - sistema Unioncamere – Excelsior e ministero del Lavoro. L’età femminile più felice è dai 60 ai 64 anni, seguita dai 15-19 e dai 55 – 59. La più critica dai 65 in su. Per gli uomini meno soddisfazioni dai 15 ai 19 anni e più contentezza per il lavoro dai 65 in su e dai 25 ai 34 anni. La maggiore differenza tra donne e uomini è nell’adolescenza e dai 45 ai 64 anni, con una maggiore soddisfazione delle donne rispetto agli uomini, e dai 65 in su, con uomini più contenti degli impegni rispetto alle donne. Simile la soddisfazione dai 20 ai 44 anni. Lombardia, soddisfazione sul lavoro? Voto 7/8. La situazione economica in Lombardia è meglio dell’Italia. Il 53% è abbastanza contento e il 2,7% molto  contro rispettivamente il 44,6% e il 2,9% nazionale. In Lombardia il 26% dà alla propria vita voto 7 e il 27% voto 8 contro il 25% e 23% dell’Italia. Migliore anche la soddisfazione per la propria situazione economica in regione, molto per il 2,7% e abbastanza per il 53% contro il 2,9% e il 45% degli italiani. Sono 154 mila le imprese femminili in Lombardia su un totale di 814 mila. Crescono le donne imprenditrici in un anno, + 1%, circa mille e cinquecento imprese in più. Ma non tornano ai livelli del 2011, quando erano 173 mila. La quota femminile si mantiene intorno al 19% sul totale delle imprese lombarde, era il 21% cinque anni fa. Da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2015, 2014 e 2011.Le imprese di straniere crescono in un  anno. Passano da 18mila a 19mila in Lombardia, +7%. Ora il 12% delle imprese femminili è straniera. Novemila le imprese straniere femminili a Milano, circa 3mila a Brescia, 2mila a Bergamo, oltre mille a Varese e Monza. Per provincia: a Milano più forte il peso delle straniere, il 17% delle imprese femminili. Circa 51mila le imprese femminili a Milano, di cui 9mila sono straniere. Gli stranieri sono il 14% degli imprenditori maschi, le donne hanno una quota del 17%. Un dato più elevato rispetto al resto della Lombardia (12%).Per presenza femminile, dopo Milano con 51mila imprese, ci sono Brescia con 22 mila, Bergamo con 17 mila, Varese con 12 mila, Monza con 11mila. Come cambiano in un anno le imprese femminili per provincia. Crescono in un anno a Milano (+2%, oltre mille in più), Monza (+2%), Lodi, Varese, Bergamo (circa +1%).
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