venerdì 17 novembre 2023
L’86,5% degli studenti che ha concluso il proprio percorso di studi nel 2022 ha trovato un’occupazione. Cambieranno le competenze per l'80% delle professioni. Il costo sociale del mismatch
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara - Ansa

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La quota di assunzioni che le imprese italiane giudicano difficili da realizzare ha superato il 48% a settembre 2023 ed è in continua crescita almeno dal 2019, mentre la percentuale di posti di lavoro disponibili, ma non occupati è attorno al 2%, con perdite stimate pari al 3% del valore aggiunto annuo di industria e dei servizi. La risposta al disallineamento tra domanda e offerta di lavoro potrebbe arrivare dagli Its-Istituti tecnici superiori. A un anno dal diploma, infatti, l’86,5% degli studenti degli Its Academy che ha concluso il proprio percorso di studi nel 2022 ha trovato un’occupazione. Di questa percentuale (pari a 5.556 diplomati), il 93,6% svolge un lavoro coerente con gli studi effettuati. Inoltre, il dato dei non occupati, pari al 13,5%, è quasi la metà dello scorso anno. «I dati dell’ultimo monitoraggio sugli Its Academy condotto da Indire confermano l’alta qualità e l’efficacia di questo segmento formativo. I numeri delle performance occupazionali evidenziano che l’offerta formativa degli Its Academy, a ciclo breve e basata sostanzialmente su un’organizzazione flessibile e una didattica esperienziale, può dare opportunità per un rapido sbocco nel mondo del lavoro ed è in grado di intercettare i crescenti fabbisogni di elevate competenze tecniche espressi dalla domanda delle aziende», ha spiegato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. La rilevazione è stata condotta sui 315 percorsi Its terminati da almeno un anno al 31 dicembre 2022, erogati da 93 Its Academy, con 8.274 studenti e 6.421 diplomati (il 77,6% degli iscritti). Delle Fondazioni Its Academy monitorate, il 37,6% (35) ha realizzato più di tre percorsi, il 14% (13) tre, il 24,7% (23) ne ha realizzati due e i restanti Its ne hanno realizzato uno solo. Inoltre l’Osservatorio Digitale ha messo in luce come in ambito formativo il sistema duale sia ormai una modalità ampiamente utilizzata anche grazie alle risorse del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicate a tale misura; meno radicati e integrati, invece, risultano i tasselli successivi della filiera professionalizzante. È soprattutto l’Ifts (Istruzione e formazione tecnica superiore) l’anello debole della filiera in quanto solo in alcuni contesti regionali, come per esempio la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Piemonte, si registrano stanziamenti costanti negli anni. Il sistema Its, seppur in termini di stanziamenti regionali, mostra una certa eterogeneità tra le regioni.

Come cambierà il mercato del lavoro

Da qui al 2027 nei vari settori in Italia il fabbisogno di lavoratori stimato è di circa quattro milioni di unità, soprattutto per quanto riguarda commercio e turismo (757mila unità), servizi pubblici e privati (567mila unità), salute (477mila), formazione e cultura (436mila) e finanza e consulenza (430mila). Tuttavia i giovani preferiscono settori più attrattivi come: media (64%), industria aeronautica (63%), industria automobilistica (62%), servizi postali e attività di corrieri (60%), beni di largo consumo (58%), accessori e componenti auto (57%), comparto elettronico (57%), e-commerce (57%), servizi informatici/web (57%) e settore farmaceutico (56%). Lo certifica una ricerca realizzata da Euromedia Research. Mentre entro il 2030 aumenterà sempre più la domanda di professioni tecniche e ad alta qualifica, non solamente legate all’informatica e alla tecnologia, ma anche alla cura e ai servizi legati alle persone, incluso l’orientamento, la formazione e l’inserimento socio-lavorativo. D’altra parte, la domanda calerà per i gruppi professionali a qualifica più bassa, nonché per le professioni qualificate e quelle imprenditoriali collegate ai settori a bassa crescita. Nel complesso, però, la domanda di lavoro in Italia rimarrà in crescita per il resto del decennio. Sono questi alcuni dei principali risultati della nuova edizione dello studio Il futuro delle competenze nell’era dell’intelligenza artificiale, realizzato da EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia. Nel nostro Paese, la domanda di lavoro continuerà a crescere nei prossimi anni, ma la crescita rallenterà a partire dal 2024 e poi, in modo più significativo, dal 2027, in corrispondenza della diffusione di soluzioni di intelligenza artificiale generativa e robotica avanzata nelle aziende. L’intelligenza artificiale avrà un impatto negativo sulla domanda, in particolare, di profili professionali a livello di qualifica media: tecnici, conduttori d’impianti, lavoratori della logistica, chi svolge mansioni d’ufficio che hanno a che fare con la gestione dei dati. L’intelligenza artificiale avrà invece un impatto differenziale sui settori. Lo studio stima che, in Italia, la domanda di lavoro aumenterà, in nove settori di attività su 23: tra questi alcuni settori tecnologicamente maturi (telecomunicazioni, public utilities, chimica), ma anche settori legati alla trasformazione dei servizi e delle competenze (servizi di cura, servizi di educazione, formazione e lavoro). Tra quelli in cui si prevede che la domanda di lavoro aggregata diminuirà, si trovano settori come banche e assicurazioni, che hanno da tempo intrapreso un percorso di ristrutturazione legato all’uso delle tecnologie dei dati. Tutti i cambiamenti illustrati potranno dunque comportare un aumento del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Un rimedio è dato dalla formazione che in prospettiva costituirà una risorsa sempre più preziosa ed efficace anche grazie alle potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale ad aziende ed enti di formazione. Integrando l’intelligenza artificiale nei processi d’apprendimento sarà infatti più semplice e rapido allineare le offerte dei sistemi di istruzione alle trasformazioni costanti del mercato del lavoro. Secondo le stime, l’implementazione di soluzioni legate all'intelligenza artificiale renderà corsi e programmi di formazione più accessibili per lavoratori e aziende, oltre a consentire un aumento dell’efficacia dell’insegnamento superiore potenziando soluzioni formative tradizionali. Un ruolo fondamentale svolgerà l’orientamento già nelle scuole secondarie, impostato in modo da consentire a studenti e famiglie di focalizzarsi sull’acquisizione di competenze e di riconoscere quali percorsi formativi e quali scelte professionali offrono maggiori opportunità di successo. Infine il disallineamento tra le competenze dei neolaureati italiani e i lavori di primo impiego crescerà in modo significativo nel corso del decennio, soprattutto in uscita dai percorsi Stem (tra gli altri, scienze e tecnologie agrarie, biotecnologie, scienze e tecnologie informatiche, disegno industriale) e tra i lavori di primo impiego più frequenti tra i laureati triennali (tecnici programmatori, grafici, tecnici agronomi).

Il costo sociale del "mismatch"

Non manca il lavoro, in Italia, mancano i lavoratori. Un mismatch che presenta nel 2023 un conto davvero salato al Paese: 28 miliardi di euro in meno pari all'1,5% di mancato Pil. Se infatti le imprese fossero riuscite a trovare tutte le figure professionali di cui ci sarebbe stato bisogno la crescita nel 2023 avrebbe potuto raggiungere i 1.810 mld di euro. A consegnare la fotografia di un mercato com'è e come sarebbe potuto essere, è lo studio di Censis e Confcooperative, dal titolo Lavoro, il mercato contorto che stima gli effetti economici della mancanza di lavoratori sulla base del tasso dei posti vacanti nell'industria e nei servizi. A denunciare lo sbilancio più ampio, stando ai dati del secondo trimestre 2023, soprattutto le attività dei servizi di alloggio e ristorazione che, rispetto ad un valore medio del 2,3% per il totale di industria e servizi, tocca quota 3,7%; appena al di sotto il settore delle costruzioni con il 3,1% e le attività di informazione e comunicazione (2,9%), mentre meno critica appare la situazione nel manifatturiero (2%), nel settore energetico (1,2%) e nei trasporti (1,4%). Ma il mercato del lavoro non soffre solo del disallineamento tra domanda e offerta: è anche un mercato che sta sì crescendo (gli occupati totali con almeno 15 anni sono aumentati nell'ultimo decennio di quasi 800mila unità, con un incremento rispetto al 2012 del 3,6%), ma che sta anche inevitabilmente invecchiando. In dieci anni, dal 2012 al 2022 gli over 50 infatti sono cresciuti di quasi tre milioni, passando dai 6,3 milioni del 2012 ai nove milioni del 2022: un incremento del 42,4%, tanto che oggi la classe d'età 50 rappresenta una quota pari al 39% sul totale dell'occupazione (era il 28,4% nel 2012). Per non parlare degli over 65: nel 2022, annota ancora il Rapporto Confcooperative, risultavano ancora occupati 687mila individui con un'età uguale o superiore ai 65 anni mentre tra il 2012 e il 2022 la componente più anziana è, di fatto, cresciuta del 72,2%. Una situazione che di fatto congela l'occupazione giovanile: tra il 2012 e il 2022 i 15-34enni occupati si riducono, in termini assoluti, di 361mila unità; in termini relativi la variazione è di -6,5%. La quota dei giovani fra gli occupati passa infatti dal 25,1% del 2012 al 22,6%. «Se si tornerà alla stagione della crescita zero virgola, tutte le contraddizioni coperte dalla ripresa degli ultimi anni verranno alla luce - ha denunciato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative -. La mancanza di lavoratori, la scarsa dinamica del ricambio generazionale, il rischio di avvitamento verso il basso della crescita, della produttività e della capacità di innovazione, appaiono quanto mai inevitabili. Elementi di un'oggettiva sfasatura che, oggi più che in passato, caratterizza il mercato del lavoro italiano, dal quale emerge un quadro di forte complessità».

Startech e progetto "Its University"

Tesya lancia Startech, percorso formativo teorico-pratico per tecnici specializzati. Il progetto nasce per dare una risposta concreta alle imprese che faticano a trovare sul mercato del lavoro tecnici specializzati e, in collaborazione con la rete delle Opere Salesiane in Europa, si rivolge ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Parte di un progetto internazionale che il Gruppo Tesya intende estendere nei Paesi in cui opera, Startech parte dall'Italia, dove è presente la sede principale del Gruppo e della Fondazione Its Meccatronica Salesiani di Sesto San Giovanni, prima scuola a essere coinvolta nell'iniziativa. Il programma formativo prevede un'alternanza tra ore di formazione in aula e ore di formazione e affiancamento al lavoro in azienda. L'obiettivo è introdurre 25 giovani neodiplomati Its alla professione di tecnico meccatronico industriale con contenuti legati anche alla figura di tecnico meccatronico marino. «Come Gruppo prevediamo da qui al 2025 di incrementare le figure tecniche specializzate di circa il 25%, assumendo 300 tecnici, di cui 200 in Italia, per proseguire il nostro percorso di crescita volto a creare valore in nuove opportunità di business legate alla transizione energetica, alla digitalizzazione e alla sharing economy», ha affermato Lino Tedeschi, presidente e ceo del Gruppo Tesya. Intanto nasce il progetto Its University di Rete Its Italy e Unimercatorum. Rete Its Italy, l'associazione di cui fanno parte oltre 100 Its a livello nazionale, e l'Universitas Mercatorum, Ateneo digitale delle Camere di Commercio italiane del Gruppo Multiversity, hanno siglato una convenzione quadro finalizzata alla progettazione e promozione di percorsi formativi ad hoc e iniziative volte a rafforzare l'interazione tra il sistema della formazione degli Its e il sistema universitario per lo sviluppo della professionalità tecnica, a sostegno dell'occupazione giovanile e dell'accesso al mondo del lavoro. La convenzione darà avvio all'innovativo progetto pilota, ideato per rispondere all'esigenza di un collegamento più organico e strutturato tra i percorsi Its e il sistema terziario accademico. Grazie all'istituzione di percorsi formativi integrativi appositamente pensati per gli studenti frequentanti il I e II anno degli Its, sarà offerta la possibilità di raggiungere fino a 120 crediti formativi necessari per l'iscrizione al III anno dei corsi universitari di Unimercatorum, coerentemente con il percorso formativo svolto. La collaborazione tra i due enti, inoltre, consentirà al Sistema Its di organizzare corsi di formazione, di aggiornamento o specialistici, definire progetti di ricerca congiunti, svolgere attività di orientamento, attivare stage e tirocini.





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