mercoledì 29 agosto 2018
Dal primo settembre sarà in vigore la direttiva che rivoluzionerà il modo di lluminare le nostre case. Ecco cosa cambia
Lampadine alogene al bando, la Ue impone il Led
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La luce del futuro è quella delle lampade a Led. Sostituiranno definitivamente quelle alogene e ad incandescenza che dal primo settembre saranno fuorilegge per l’effetto dell’entrata in vigore anche in Italia di una specifica direttiva Ue. Una riforma che sarebbe dovuta scattare due anni fa ma è stata poi rinviata per consentire a tutti i Paesi di mettersi in regola. I negozianti potranno consumare le scorte in magazzino e nulla più, la produzione delle vecchie lampadine sarà vietata per legge. I cittadini sono chiamati a fare la propria parte acquistando prodotti più efficienti che possono consumare anche un quinto di quelli tradizionali. A trarne vantaggio saranno l’ambiente, l’industria e il portafogli dei consumatori. Secondo le stime dell’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), il passaggio a lampadine a basso consumo energetico porterà un risparmio energetico annuale pari al consumo annuo di elettricità del Portogallo (48 TWh di energia elettrica) e consentirà di risparmiare circa 15,2 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica entro il 2025, pari alle emissioni generate da circa due milioni di persone all’anno. E ancora più consistenti saranno gli effetti sul conto in banca delle famiglie che potranno risparmiare circa 115 euro l’anno, considerato il ciclo di vita del Led di circa 20 anni contro i 3-4 in media delle alogene, e di recuperare il suo costo entro un anno. Risparmi destinati ad aumentare ulteriormente visto che i prezzi scenderanno e le performance miglioreranno. Ci sono poi i vantaggi previsti per l’industria, con la creazione di nuovi posti di lavoro nell’Unione Europea e misure di protezione dell’industria dalla concorrenza di bassa qualità e dall’importazione di prodotti inefficienti. Led è l’acronmimo di «Light emitting diode», ovvero diodo a emissione di luce, e fa riferimento a un dispositivo di illuminazione a basso consumo di energia. Sigla ormai entrata nel linguaggio anche se poco diffusa nelle case degli italiani. Il divieto non riguarda proprio tutti i prodotti ma i più diffusi.

A essere messi fuori mercato saranno i tradizionali bulbi di vetro a forma di pera, non direzionali, in classe energetica D con attacco piccolo e grande (E14 ed E27), le lampade alogene direzionali (i popolari "faretti" con attacco GU10), le lampade alogene con attacco G9 e R7S (spesso utilizzate per le lampade da tavolo e i proiettori).Marco Bernardi, presidente di Illumia, l’operatore elettrico di libero mercato che nel 2013 ha deciso di investire sul Led fornendo ai propri clienti un kit di 12 lampadine al momento della sottoscrizione del contratto è convinto che la direttiva Ue porterà risultati concreti sul fronte del risparmio energetico, ambito nel quale l’Italia si trova in ritardo rispetto ad altri Paesi Ue. «Il Led consente un risparmio dell’85% in termini di consumo e una durata media di 20 anni. In termini di emissioni di anidride carbonica i due milioni di lampadine Led di Illumina hanno prodotto alla riduzione di 600 mila tonnellate. Tradurlo in termini più semplici significa circa 18 milioni di alberi in più o l’eliminazione di 110mila automobili». Al momento le lampadine a Led non sono molto diffuse in Italia. «In passato erano penalizzate dal prezzo molto alto e dall’handicap visivo, vale a dire il colore bianco della luce e un’accensione molto più lenta. Nel tempo la tecnologia si è evoluta e questi problemi sono stati superati» conclude Bernardi. La rivoluzione imposta dalla Ue insomma è arrivata al momento giusto.

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