martedì 26 giugno 2018
La proposta del vicepremier che attaca la Ue sulla direttiva sul copyright
Di Maio: mezz'ora di connessione gratis a chi non può permetterselo
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"La connessione a Internet è undiritto primario di ogni cittadino e il governo è al lavoro per garantire questo diritto. La rete è al centro di questo cambiamento e questo cambiamento non può più aspettare". Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio, intervenendo all'Internet day alla Camera dei deputati, lancia la proposta di dare "almeno mezz'ora" di connessione gratuita alla Rete al giorno a "chi non può ancora permettersela", come incentivo alla cittadinanza digitale. "Dopo anni di battaglie, c'è un consenso unanime nell'affermare che lo sviluppo di Internet sia una cosa scontata, un diritto inalienabile dei cittadini" ha aggiunto di Maio. Il governo, ha assicurato, proseguirà il percorso di potenziamento delle infrastrutture di rete, proseguendo gli investimento nel piano banda ultralarga e 5G".

Il leader del M5S ha parlato anche della direttiva sul copyright. "Faremo tutto quello che è in nostro potere per contrastare la direttiva sul copyright al Parlamento europeo, e qualora dovesse passare decideremo se recepirla o meno". Secondo di Maio questo provvedimento "ci riporterebbe indietro di 20 anni. Il governo italiano non può accettare passivamente questo. Le nostre soluzioni non passano per i bavagli". "L'Europa dovrebbe puntare sulla cultura e sull'istruzione per riconoscere le fake news, e invece si preferisce puntare sulle tasse. Il potere di decidere cosa possa essere pubblicato non può essere messo nelle loro mani. Se non è un bavaglio questo, ditemi voi cos'è".

Due sono gli articoli contestati. Il primo prevede un diritto per gli editori, igrandi editori di giornali, di autorizzare o bloccare l'utilizzodigitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuovaremunerazione per l'editore, la cosiddetta link tax. In pocheparole, ha spiegato Di Maio, "quando noi condividiamo un articolo edescono quelle tre o quattro righe al di sotto del link, eccoquelle tre o quattro righe verrebbero tassate". Il secondoarticolo impone allesocietà che danno accesso a grandi quantità di dati di adottaremisure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagliutenti. Praticamente - ha proseguito - deleghiamo a dellemultinazionali, che spesso nemmeno sono europee, il potere didecidere cosa debba essere o meno pubblicato.

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