martedì 14 febbraio 2023
Sono 591 quelli scaduti al 31 dicembre scorso sui 955 depositati al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. In crescita gli integrativi anche nella Pa. Assunzioni nel pubblico e nel privato
Le sede del Cnel a Roma

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Sono 591 i contratti nazionali di lavoro scaduti al 31 dicembre scorso. Quasi il 62% del totale di 955 depositati al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Ma se si guarda ai 30 contratti più importanti, si può dire che più della metà dei lavoratori italiani nel settore privato - 6,8 milioni su 12,8 milioni - aspettano, alcuni da anni, di vedere adeguati i loro salari. Nel 2022, l’intensa stagione contrattuale ha portato al recepimento di 33 contratti collettivi e la crescita delle retribuzioni contrattuali è stata, nella media dell’anno, pari a +1,1%. Mentre il divario tra la dinamica dei prezzi – misurata dall’Ipca – e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001, primo anno di diffusione dell’indicatore dei prezzi armonizzato a livello europeo (in passato il valore massimo era stato raggiunto nel 2012 ed era pari a 1,8 punti percentuali). Nel quarto trimestre 2022 la dinamica tendenziale delle retribuzioni contrattuali (+1,5 in media) è stata più marcata nei settori dell’agricoltura e della pubblica amministrazione (+3,2% e +2,4%), mentre si è fermata a +0,6% in quello dei servizi. «L'aggravarsi delle diseguaglianze è la vera questione saliente e trasversale del Paese. Tre i fenomeni più preoccupanti: il tasso di disoccupazione femminile, l'accesso al mondo del lavoro dei giovani e il divario Nord-Sud, priorità anche del Pnrr. Tali diseguaglianze, già cresciute negli ultimi anni, sono state ulteriormente aggravate dalla pandemia Covid e poi dall'impatto sui lavoratori dipendenti e autonomi e sulle famiglie della crisi energetica e dell'inflazione». È quanto afferma il presidente del Cnel Tiziano Treu nell'audizione congiunta con i rappresentanti dell'Istat davanti alla commissione Lavoro della Camera. «Il divario nelle retribuzioni dei giovani ha raggiunto il 50-60% di quella degli adulti mentre la differenza retributiva oraria per le donne è al 10-12% in meno e su base annua raggiunge il 40%. Gli interventi del precedente governo, pur importanti e messi in atto per contrastare tale crisi, non sono stati sufficienti a contenere l'aggravarsi delle condizioni sociali e la povertà. Tutte le analisi sociali mostrano la drammatica gravità delle diseguaglianze nel Paese», dice Treu. La pandemia ha avuto maggiori effetti nel Centro-Nord: nel 2020 il calo del tasso di occupazione è stato più forte rispetto al Mezzogiorno riducendo l'ampio divario territoriale (dai 21,2 punti del III 2019 a 19,7 punti del III 2020), tuttavia nel III trimestre 2022 il divario territoriale torna a crescere (20,5 punti rispetto al Centro-nord) e, seppur ancora inferiore al periodo pre-pandemia (-0,7 punti rispetto al III 2019), è più elevato di quello del III trimestre 2008 (+0,8 punti), segnale di una debolezza strutturale del mercato del lavoro nel Mezzogiorno. «Nuove diseguaglianze si sono aggiunte a quelle preesistenti e si sono differenziate nelle loro dimensioni, assumendo carattere multidimensionale, colpendo i gruppi più deboli e bloccando la mobilità sociale - continua il presidente del Cnel -. Giovani e donne sono i più colpiti dalla precarietà, cioè da contratti a tempo determinato, spesso di brevissima durata. È vero che il tasso di disoccupazione dal 2014 è progressivamente diminuito ma, dopo la crescita registrata tra giugno 2020 e maggio 2021, torna a decrescere progressivamente e a novembre 2022 si attesta a 13,6%, valore di 4,5 punti inferiore a quello di febbraio 2020. Il tasso di disoccupazione femminile, sempre più elevato, ad aprile 2020 scende sostanzialmente allo stesso livello del maschile, per poi risalire e attestarsi a novembre 2022 a un livello di -1,5 punti inferiore a quello di febbraio 2020 (-1,9 tra gli uomini). Il numero di indipendenti a novembre 2022 è ancora inferiore a quello di febbraio 2020 di oltre 200 mila unità». «Le diseguaglianze non sono solo una negazione dei fondamentali principi costituzionali di giustizia e di parità dei cittadini ma mettono a rischio la coesione sociale e la stessa stabilità democratica del Paese e dell'economia. Il Cnel ritiene quindi che combatterne le radici e gli effetti debba essere in cima all'agenda dell'azione politica e delle Parti sociali nei prossimi mesi. A questo obiettivo vanno indirizzate tutte le politiche pubbliche e l'impegno della società civile: da una parte promuovendo una crescita sostenibile ed equilibrata che garantisca uno sviluppo umano come indicato nel Pnrr; dall'altra mobilitando le principali politiche pubbliche necessarie per promuovere la eguaglianza e il benessere: dalla scuola, alla famiglia, al fisco, al sostegno al lavoro», conclude Treu. Alla fine di dicembre 2022, i 47 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 50,4% dei dipendenti – circa 6,2 milioni – e corrispondono al 51,2% del monte retributivo complessivo. Nel corso del quarto trimestre 2022 sono stati recepiti tre contratti nel settore privato (lapidei, gas e acqua aziende private e municipalizzate e assicurazioni), mentre per il settore pubblico si segnala il recepimento dei contratti per il comparto della presidenza del Consiglio dei ministri (triennio 2016-2018), Regioni e autononie locali, Servizio sanitario nazionale e comparto Scuola, Istruzione e Ricerca (tutti e tre relativi al triennio 2019-2021). Nello stesso periodo nessun contratto pubblico è scaduto. I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2022 scendono a 26 e coinvolgono circa 6,1 milioni di dipendenti, il 49,6%. Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è sceso dai 28,2 mesi di gennaio 2022 ai 24,8 mesi di dicembre 2022. Nella media del 2022, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto dell’ 1,1% rispetto all’anno precedente. L’indice mensile delle retribuzioni contrattuali a dicembre 2022 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dell’ 1,5% rispetto a dicembre 2021; in particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto l’1,5% per i dipendenti dell’industria, lo 0,6% per quelli dei servizi privati e il 2,8% per la pubblica amministrazione. Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano l’attività dei vigili del fuoco (+11,7%), dei ministeri (+9,3%) e del Servizio sanitario nazionale (+6,1%); nessun incremento per commercio, farmacie private e pubblici esercizi e alberghi.

Contratti integrativi in crescita nella pubblica amministrazione

Nel 2021 le amministrazioni pubbliche hanno ripreso la contrattazione integrativa, infatti i numeri indicano un aumento complessivo del 13%. È quanto rileva l'Aran-Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pa in base al monitoraggio della contrattazione integrativa. «Nella maggioranza dei casi - si legge nel documento - gli atti regolamentano aspetti economici, quali indennità, performance, trattamenti accessori, maggiorazioni, criteri per le progressioni economiche. I tassi di contrattazione delle sedi nazionali e uniche evidenziano percentuali importanti nella Scuola (82%) e Università (74%) e considerevoli nel resto dei casi (62% nel complesso). Dal punto di vista geografico, ancora una volta dalla Lombardia e dal Veneto arriva il maggior numero di contratti integrativi, dalla prima quanto a numero assoluto, dalla seconda quanto a sedi di contrattazione che hanno trasmesso atti». Prendendo in considerazione i singoli comparti si trovano importanti differenze. Le funzioni centrali hanno svolto trattative finalizzate quasi esclusivamente all'utilizzo delle risorse decentrate (81%), nel comparto Istruzione e Ricerca è consistente la percentuale di contratti integrativi di tipo normativo (64%); nel comparto Sanità è rilevante il dato dei negoziati su stralci di specifiche materie (45%); infine, nelle funzioni locali è preponderante la quota dei contratti integrativi a carattere economico (72%), ma è considerevole anche la percentuale di atti negoziati su istituti normativi (24%). I numeri dei contratti integrativi trasmessi sono nella maggioranza dei casi rivolti al personale non dirigente, ma questo deriva anche dal rilievo numerico di questi ultimi rispetto ai dirigenti.

Assunzioni nel pubblico e nel privato

Enel distribuzione assumerà entro il 2023 come operai e tecnici 1.250 giovani. Lo prevede - sottolinea una nota della Filtcem - un accordo raggiunto con Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil. «Con questo importante accordo - spiega Ilvo Sorrentino, segretario nazionale della Filctem Cgil - si vuole dare una risposta agli elevati carichi di lavoro che il personale di E-Distribuzione è costretto a sopportare anche per concretizzare gli straordinari investimenti in parte provenienti dal Pnrr. Non dobbiamo mai dimenticare che la transizione energetica passerà inevitabilmente dalla rete elettrica di distribuzione, una rete che ha bisogno di interventi di potenziamento e rinnovamento senza precedenti. Sono i lavoratori di E-Distribuzione che renderanno possibile la decarbonizzazione dei consumi, senza di loro ogni sforzo fatto verso le energie rinnovabili rimarrà vano. Questo accordo dimostra come la transizione, se affrontata seriamente, può produrre occupazione stabile e di qualità». Intanto l'Istat prosegue il proprio percorso di rinnovamento con l'assunzione di nuovo personale a seguito delle procedure concorsuali indette nel 2022. Entro il prossimo mese di marzo, con l'ingresso di 128 nuovi dipendenti, il personale in organico presso l'Istituto nazionale di statistica raggiungerà in totale 1.980 unità. I nuovi ingressi riguardano in particolare 100 collaboratori tecnici (Cter), reclutati attraverso un concorso pubblico svolto con procedure informatizzate su un portale dedicato, che hanno consentito di organizzare le prove per gli oltre 17mila candidati iscritti a partecipare. I vincitori saranno impiegati in prevalenza nelle sedi romane, ma sono previste assegnazioni in tutti gli uffici territoriali dell'Istat. I nuovi dipendenti seguono le oltre 80 unità entrate in Istituto con le assunzioni del 2022 attraverso procedure diversificate, tra le quali la mobilità da altre amministrazioni e lo scorrimento di graduatorie di vecchi concorsi. Inoltre il Piao-Piano integrato di attività e organizzazione 2023-2025 prevede lo scorrimento delle graduatorie dei ricercatori e tecnologi (I-III livello), a conferma della volontà dell'Istituto di valorizzare tutto il personale dipendente, a partire dai profili professionali più qualificati. Infine nuovo round di investimento per CercaOfficina.it, società che si occupa in Italia nella digitalizzazione del settore della riparazione e manutenzione auto nel mondo Automotive, Mobility e Insurance. Dopo quello dello scorso dicembre, varato un altro aumento di capitale di 1,7 milioni di euro. Questo incremento di liquidità permetterà di aumentare l'investimento in tecnologia, con l'obiettivo di puntare su algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale e di incrementare le assunzioni di nuova forza lavoro. L'agenzia immobiliare Engel & Völkers intende reclutare 150 agenti per gli oltre 85 shop in franchising a livello italiano. In particolare:

· Nord-ovest: 50 nuovi agenti;

· Nord-est: 40 nuovi agenti;

· Centro-Sud e Isole: 60 nuovi agenti.

Invece per i Market Center di Roma e Bologna dovrebbe reclutare:

220 agenti totali su Roma (sia sull'attuale che sul nuovo di prossima apertura);

100 agenti per Bologna (di prossima apertura).

«Nel 2023 il nostro Gruppo punta a rafforzare ancora di più la propria presenza in Italia, sia aumentando il proprio network che puntando su investimenti diretti, in particolare in città strategiche quali Roma e Bologna, con la prossima apertura di due nuovi Market Center, per i quali stiamo già avviando la selezione di agenti e staff - dichiarato Tomaso Aguzzi, ceo per l'Italia di Engel & Völkers -. Questo modello rappresenta il nostro fiore all'occhiello in tutto il mondo; il punto di forza del Gruppo è poter offrire ai clienti finali una gamma completa di servizi di alta qualità e, grazie ai team che supportano il lavoro degli agenti immobiliari sul territorio, riusciamo a garantire un network dal respiro internazionale. A oggi, contiamo oltre 1.000 collaboratori in Italia e più di 85 shop operativi. Dopo aver aperto circa dieci nuove sedi lo scorso anno, anche per il 2023 prevediamo di incrementare la nostra presenza geografica. Continueremo poi a investire nella formazione dei nostri collaboratori e nell'innovazione tecnologica, con l'obiettivo di fornire servizi immobiliari sempre più di qualità e customizzati per la nostra clientela di riferimento». Gli interessati possono consultare il seguente link: https://www.engelvoelkers.com/it-it/italia/reclutamento-agenti-immobiliari/.


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