giovedì 3 maggio 2018
Secondo la ricerca, in dieci anni il numero degli occupati è aumentato dello 0,6%, ma le ore lavorate sono scese del 6%. In calo la fiducia delle famiglie
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli

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«Ridare la fiducia alle famiglie è indispensabile per far riprendere i consumi. Lo stallo politico non aiuta la ripresa». Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli a margine della presentazione del della ricerca Confcomemrcio-Censis: Speranze, timori, rancori: la ripresa difficile. «Le famiglie italiane sono preoccupate per una situazione occupazionale insoddisfacente. Hanno subito una recessione senza eguali, in dieci anni hanno perso 20mila euro di ricchezza procapite». Per favorire la ripresa «l'Italia deve rendere più esplicita la via delle riforme, soprattutto quella fiscale», ha aggiunto Sangalli.

Secondo la ricerca, in dieci anni il numero degli occupati è aumentato dello 0,6%, ma le ore lavorate sono scese del 6%. Dal 2007 al 2017, le ore lavorate ogni anno per occupato sono diminuite del 6,5% da 2.009 a 1.878 (-130).
La mancanza di lavoro, l'evasione fiscale e il peso eccessivo delle tasse rappresentano i problemi più gravi del nostro Paese. Questo il parere degli italiani secondo i dati della ricerca. E guardando oltre confine, la corruzione diffusa rappresenta, per il 32,6% degli intervistati, la maggior criticità del nostro Paese nello scenario internazionale. I dati dicono che a mancanza di lavoro è il problema più grave del nostro Paese, mentre i 16,2% preoccupa il 16,2% del campione. Il 13,3% giudica l'eccessivi prelievo fiscale come la prima emergenza del Paese. Tra i problemi del Paese c'è poi la criminalità giudicata come la maggiore emergenza dall'11,9% degli intervistati, la burocrazia (10,7%), la povertà (9,7%), l'immigrazione (9,1%). Nell'elenco degli 'handicap' nazionali nel contesto mondiale, secondo il 27,5% del campione il terrorismo nazionale occupa il secondo posto seguito da riscaldamento globale (19,4% degli intervistati) e i processi migratori (11,2%). L'impatto della tecnologia sull'occupazione preoccupa solo il 9,4% degli interpellati.

Intanto continua a calare la fiducia delle famiglie, scesa a marzo 2018 a 15,4 punti. Aumentano le famiglie che hanno ridotto i consumi di alcuni beni e servizi per «mettere da parte dei soldi per eventuali imprevisti» saliti a marzo 2018 a 17,3 punti dai 12,6 punti del dicembre 2016. La ricchezza media totale delle famiglie è scesa dal 2007 di oltre 20mila euro. «Nei comportamenti di spesa-consumo - ha detto Mariano Bella, direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio - è presente un'ampia incertezza giustificata da un mancato recupero dei livelli pre-crisi e lentezza della ripresa attuale».


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