martedì 24 settembre 2019
Il nostro Paese conta 1.510.600 donne che svolgono attività indipendenti, in aumento del 3,3% nell'ultimo anno. Ci supera solo il Regno Unito
Imprese "rosa", Italia seconda in Europa
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L'Italia conta 1.510.600 donne che svolgono attività indipendenti, in aumento del 3,3% nell'ultimo anno; per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome siamo al secondo posto in Europa, dietro solo al Regno Unito. Lo rivela un rapporto di Confartigianato, presentato alla convention di Donne Impresa Confartigianato. Secondo lo studio, le imprenditrici offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale: si attesta, infatti, a 290,3 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dalle imprese guidate da donne. A questa cifra si aggiungono i 219,1 miliardi realizzato dalle lavoratrici dipendenti in imprese maschili. Le donne italiane superano gli uomini nella vocazione imprenditoriale: nel 2018 sono nate 95.672 imprese femminili, 368 al giorno, con un tasso di natalità del 7,2% a fronte del 5,3% delle imprese maschili. Le imprenditrici italiane sono anche sempre più giovani, istruite e hi tech. E invadono i settori tipicamente maschili. Infatti le attività guidate da giovani donne under 35 sono 165.985, pari al 12,4% del totale delle imprese femminili, una quota superiore del 3,8% rispetto all'incidenza degli imprenditori under 35 nelle imprese guidate da uomini. E il tasso di natalità delle imprenditrici under 35 è del 19,4%, mentre per i giovani imprenditori è al 17,9%. Confartigianato rileva infatti che il nostro Paese rimane ultimo nell'Ue per il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni: nel 2018 si attesta al 49,5% a fronte di una media del 63,3% nell'Ue a 28. Fa peggio di noi soltanto la Grecia con un tasso del 45,3%. Siamo ben lontani dal primato della Svezia (76%). E le cose peggiorano per le donne sposate e con figli.

Confartigianato ha calcolato infatti che il tasso di occupazione delle donne single tra 25 e 49 anni è pari al
78,1%, ma scende al 60% per le donne che vivono in coppia. La percentuale precipita poi al 57,7% per le donne in coppia con figli. Si tratta del valore più basso nell'Unione Europea dove la media del tasso di occupazione delle donne tra 25 e 49 anni in coppia e con figli a carico è del 73%. Tutto ciò è conseguenza di una spesa pubblica italiana fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani si ferma a 26,9 miliardi, pari al 3,2% della spesa totale della
Pubblica amministrazione (rispetto al 3,8% della media Ue) e all'1,6% del Pil (rispetto all'1,7% della media Ue). Percentuali che collocano l'Italia rispettivamente al 18 posto e al 15 posto tra i 28 Paesi europei.

Confartigianato ha analizzato anche la disponibilità dei servizi per la famiglia messi in campo dagli enti locali. Si scopre così che soltanto il 56,7% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l'infanzia e che l'utilizzo di queste strutture è molto basso: a livello nazionale soltanto il 13% dei bambini con meno di due anni ha usufruito di tali servizi. Per supplire alle carenze dei servizi pubblici, le donne si caricano di una notevole mole di impegni, tra cura della famiglia e attività domestiche, cui dedicano in media tre ore e 45 minuti al giorno di lavoro non retribuito, pari a un valore complessivo annuo di 100,2 miliardi di euro, di cui 18,5 miliardi attribuibile alle imprenditrici e 81,7 miliardi alle lavoratrici dipendenti. Il valore del lavoro non retribuito delle lavoratrici artigiane autonome è pari a 3,7 miliardi.

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