sabato 4 giugno 2016
È questo il tema centrale della ricerca condotta da Deloitte con Euromedia Research sulla percezione e sulle
prospettive che la tecnologia può offrire nella vita di tutti i giorni.
«Con l'innovazione più benessere e qualità della vita»
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Il contesto di forte spinta innovativa che stiamo vivendo richiede un'attenta riflessione su comel'innovazione possa far evolvere il nostro livello di benessere e qualità della vita. È questo il tema centrale della ricerca condottada Deloitte con Euromedia Research sulla percezione e sulle prospettive che l'innovazione può offrire nella vita di tutti i giorni."L'innovazione, per essere tale, necessita - ha dichiarato Enrico Ciai, presidente e amministratore di Deloitte Italia - di essere aperta al dialogo e al confronto, anche fra diverse discipline: con il supporto di una ricerca a livello europeo, vogliamo comprendere come l'innovazione possa permetterci di vivere meglio e innalzare il nostro livello di benessere a breve e a lungo termine".Dall'indagine emerge che l'innovazione mostra una crescita inarrestabile, poiché è continuamente alimentata dallo sviluppo esponenziale di nuove tecnologie (ad esempio uno smartphone di oggi ècirca 2 mila volte più potente rispetto al primo computer del 1965) e da nuovi comportamenti che ne accelerano la crescita (ad esempio il numero di utenti attivi su internet è passato da 2,9 miliardi del 2014 a 3,2 miliardi nel 2015 e stimato a quasi quattro nel 2020). L'innovazione è una caratteristica naturale dei giovani, i quali sono 'abitantì di Internet (si informano online spendendo più del 60% del tempo su Internet attraverso smartphone etablet) e protagonisti della 'sharing economy' (circa il 40% dei 'sharing economy provider' appartiene infatti alla categoria dei millennials). Dai millenials, inoltre, l'innovazione trova linfa vitale anche per favorire lo sviluppo di nuove idee e soluzioni (esempio a livello globale sono i fondatori di molte delle piattaforme di sharing economy, e solo in Italia nel secondo trimestre 2015 quasi 32mila imprese sono state da loro fondate).L'innovazione sta creando nuove opportunità, nuovi business model che rivoluzionano l'ecosistema di interi settori e industrie, generando occupazione (le startup con un solo anno di vita creano in media annualmente tre milioni di posti di lavoro, senza contare quelli indiretti;inoltre, negli ultimi 40 anni i posti di lavoro 'aggiuntivì sono stati creati esclusivamente da startup).Non da ultimo, l'innovazione sembra essere alla portata di tutti conun ruolo rilevante nei paesi in via di sviluppo dove sempre più siregistrano nuove iniziative imprenditoriali, anche locali, che hannoun ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale di territori moltolontani dai tempi che stiamo vivendo; ad esempio, in diversi paesiafricani si registrano importanti iniziative imprenditoriali locali, acui si associano iniziative dei grandi operatori internazionali con loscopo di diffondere le tecnologie, quale il progetto 'Internet.org' diFacebook, finalizzato alla diffusione globale della rete tramitel'utilizzo di droni.  "Eppure, a fronte del forte processo innovativo che viviamo -ha sottolineato Andrea Poggi, partner Deloitte, responsabile dello Strategy consulting e innovation leader-rimangono forti dubbi sull'equilibrio del nostro sistema economico esociale. Se infatti è vero che l'innovazione agisce positivamente sualcuni aspetti della vita di tutti i giorni, continuano a persistereproblemi di sostenibilità, sia ambientale che industriale, legati alleiniziative innovative".Si è, infatti, sempre più attenti a consumare cibi biologici eorganici, ma al tempo stesso sprechiamo tanto cibo quanto neconsumiamo. Se da un lato ricorriamo sempre più spesso a tecnologieinnovative per l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile, dall'altroi dati dimostrano come tra il 2000 e il 2010 abbiamo distrutto 13milioni di ettari e nel solo 2015 riversato in mare 7.000 tonnellatedi petrolio."A questi elementi di complessità -ha chiarito Luigi Onorato, partnerDeloitte Strategy consulting e responsabile Digital strategy- dobbiamoaggiungere le incertezze legate alla sostenibilità industriale delfenomeno delle startup: se è vero, infatti, che esse alimentanol'economia reale, d'altro canto ci si interroga sempre di più sullapossibilità di una 'startup bubblè". L'indagine Deloitte realizzata per indagare ilpercepito del rapporto tra innovazione e benessere tra i cittadinieuropei, ha continuato Poggi, "evidenzia un percepito comune alivello europeo che riconosce all'innovazione un ruolo chiave nellosviluppo del nostro benessere, seppur con prospettive incerte a causadel contesto economico e ambientale: come italiani, dal canto nostro,ci riconosciamo in questo percepito sebbene con alcune peculiaritàtipiche del nostro contesto".In particolare: come europei ci sentiamo quasi tutti in forma (solo il6% giudica insufficiente il proprio stato di benessere psico-fisico) epiù giovani dei rispettivi coetanei (in Italia la pensa così 1cittadino su 2, e sono soprattutto gli over 65, contro il 39% dellamedia europea), attenti alla forma fisica (il 44% pratica sport 1 o 2volte a settimana), e rispetto a 10 anni fa curiamo di più il nostrobenessere (solo il 6,5% in Italia contro il 7,3% a livello europeo, èmento attento).Per tutti la chiave del benessere è l'alimentazione (al primo posto in4 Paesi su 5), ambito particolarmente sentito da noi italiani: il42,1% (contro il 14% europeo) segue un regime alimentare regolarmenteo per gran parte dell'anno; ulteriori aspetti chiave, dopol'alimentazione, sono rappresentati da disponibilità economiche,accessibilità alle strutture mediche e qualità della vita in città."D'altro parte -ha avvertito Onorato- non possiamo trascurare i preoccupanti fenomeni relativi ai rischi sulla sicurezza generati dall'innovazione, sia per gli individui che per le aziende, e al progressivo acuirsi di alcuni problemi sociali a frontedi progresso e innovazione. Così come si registrano preoccupantifenomeni relativi ai rischi sulla sicurezza legati all'innovazione,sia per gli individui sia per le aziende. Infine, alcuni problemisociali sembrano accentuarsi a fronte di progresso e innovazione"."In ogni caso -ha ribadito Poggi- seppur in un contesto dichiaroscuro, in cui alcuni degli effetti dell'innovazione sembranoancora non essere stati pienamente compresi, essa svolge un ruolo dimotore del benessere economico e sociale, agendo positivamente e conimpatti misurabili sulla qualità della vita di tutti noi".Solo per citare degli esempi, ha detto, "alcuni studi dimostrano chele piattaforme di crowdfunding hanno registrato nel 2014 un volume diraccolta di 16,2 mld di dollari, in crescita del 167% rispetto al2013; grazie alla crescente mole di dati disponibili, si diffondonometodologie e-Health che permettono di mandare e ricevere informazionisul paziente e interagire da remoto per curare la non autosufficienza;la tecnologia sta migliorando la qualità della vita, impattandopositivamente sul modo in cui ci muoviamo e viaggiamo". Siamo concordi nel ritenere che l'innovazioneabbia migliorato il nostro stato di benessere, per noi italiani inmodo particolare (solo il 12,5% contro 20,6% a livello europeo credeil contrario), perché ha permesso una maggiore disponibilità diinformazioni; tuttavia, per il futuro siamo meno ottimisti sullapossibilità che il nostro stato di benessere possa ulteriormentemigliorare (1 cittadino su 4 crede che il livello di benessere saràpeggiore); le cause del peggioramento sono soprattutto due: percezionedi una riduzione delle disponibilità economiche e un peggioramentodelle condizioni ambientali."In questo contesto di innovazione - ha aggiunto Poggi - il nostroPaese è ritenuto fuori dai giochi: ci sentiamo poco innovativi e solo1 cittadino su 10 crede che l'Italia sia più innovativa di altrigrazie a un numero superiore di talenti e maggiori investimentiprivati. L'innovazione è, quindi, un'occasione mancata soprattuttoperché mancano gli investimenti pubblici".Siamo inoltre 'i più scontentì rispetto alla qualità della vita (soloil 36% crede che vivere in Italia sia meglio che vivere altrove,contro il 58% della media europea), a causa di condizioni ambientalipeggiori, minori disponibilità economiche e difficile accesso allestrutture mediche; infine, siamo preoccupati da problemi economici,che impattano sulla salute (1 su 3 si controlla solo se necessario, ela motivazione è soprattutto economica) o 1 cittadino su 4 a livelloeuropeo crede che la salute sia l'ambito dove l'innovazione puòportare un contributo maggiore: per 1 cittadino su 3 l'innovazioneaiuta a tenere più spesso sotto controllo la propria salute; abbiamoun buon livello di conoscenza dell'innovazione in ambito sanitario (3cittadini su 4 conoscono i dispositivi wearables e 9 su 10 le app peril monitoraggio dello stile di vita).
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